Decreto immigrazione e sicurezza, quando il migrante è un nemico

Decreto immigrazione e sicurezza, quando il migrante è un nemico

Marco Olivieri

Decreto immigrazione e sicurezza, quando il migrante è un nemico

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giovedì 28 Settembre 2023 - 11:00

Si persevera nel ridurre un fenomeno mondiale a una questione di ordine pubblico. I provvedimenti

MESSINA – Come sarà giudicato tra qualche anno il decreto immigrazione e sicurezza appena approvato dal governo Meloni? Le misure previste saranno intanto valutate dagli esperti e al vaglio del Parlamento a guida centrodestra per l’approvazione entro 60 giorni. Ma l’orientamento è chiaro: ridurre un fenomeno mondiale inarrestabile, complesso e legato all’istinto di sopravvivenza, a una questione di ordine pubblico. Continua la tendenza a criminalizzare chi va via per cercare una vita più decente, lontano da Paesi che non offrono prospettive.

Di sicuro, la visione ideologica di Meloni e Salvini è quella di trasmettere l’idea che più restrizioni e più ostacoli per chi migra, più tempo nei Centri per il rimpatrio (C.p.r.) degli stranieri non richiedenti asilo, siano il modo per rassicurare l’opinione pubblica e mantenere un’egemonia culturale a destra. Pazienza se si tratterà spesso di scelte di difficile attuazione ma che, di fatto, criminalizzano chi arriva in Occidente per poter sopravvivere.

Emerge ancora una volta una politica incapace di governare i processi migratori, e il giudizio vale su tutta l’Europa, e di cogliere le opportunità di un mondo che ha bisogno di scambi, sociali economici e culturali, e non di muri. La competizione tra la stessa presidente del Consiglio Meloni e il vicepresidente Salvini, su chi mostra la faccia più feroce con i migranti, serve a guadagnare consensi per rimediare al problema che governare è difficile. Rispetto a quando si fa campagna elettorale, gli spazi di manovra sono pochi in termini economici. Così meglio provvedimenti “simbolici” contro reddito di cittadinanza e e in tema d’immigrazione.

Osserva il radicale Alessandro Capriccioli: “Si progetta, tra le altre cose, di far saltare le domande di asilo nel caso in cui gli interessati manchino l’appuntamento in polizia per formalizzare la richiesta, cosa che in buona sostanza significa subordinare l’esercizio di un diritto fondamentale sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dalla Convenzione di Ginevra alla difficoltà di muoversi in una città di cui non si sa nulla. E prima ancora, in taluni casi, di raggiungerla, all’ostacolo rappresentato da una lingua sconosciuta, agli scioperi del trasporto pubblico o semplicemente al traffico. Ormai siamo entrati definitivamente in quella zona che si colloca a metà tra la cattiveria fine a sé stessa e il situazionismo pressappochista dei faciloni. Chi per qualsiasi ragione se ne ritiene immune commette, a mio parere, un terribile errore di valutazione”.

Facciamo nostre le recenti parole della Fondazione “Migrantes” a Messina: “Il diritto di migrare viene fermato da muri che si alzano, da nazionalismi di ritorno, da legislazioni che indeboliscono il diritto di lasciare la propria terra di chi cerca un lavoro e un sostegno alla vita personale e familiare. O fugge da guerre, disastri ambientali, dittature. Il diritto di rimanere nella propria terra è messo a rischio dalle numerose guerre e conflitti in atto, da forme nuove di colonialismo, dalla mancanza di pari opportunità di uomini e donne, dal grave sfruttamento”.

I provvedimenti

Ecco la comunicazione da parte del governo: “Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giorgia Meloni, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del ministro della Giustizia Carlo Nordio, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del ministero dell’interno.

Il decreto modifica la disciplina relativa alla procedura speciale di trattazione della richiesta di una domanda di protezione internazionale “reiterata” (cioè successiva rispetto ad una prima domanda di protezione già presentata e già rigettata definitivamente nel merito). Nei casi in cui tale domanda sia ri-presentata dal richiedente nella fase di “concreta” esecuzione di un provvedimento che ne comporterebbe l’allontanamento dal territorio nazionale (la cosiddetta “domanda sulla scaletta dell’aereo”), con le nuove norme, si prevede espressamente che sia il questore, sentito il presidente della Commissione territoriale, l’autorità competente all’esame. La presentazione della richiesta non interromperà la procedura di allontanamento dal territorio nazionale, salvo che il questore rilevi nuovi elementi rilevanti ai fini del riconoscimento della protezione internazionale o del divieto di espulsione.

Nell’ambito del procedimento di riconoscimento della protezione internazionale, si modifica la disciplina dell’allontanamento ingiustificato del richiedente dalle strutture di accoglienza e si prevede, in caso di suo allontanamento volontario, la sospensione dell’esame della domanda e la possibilità di richiederne la riapertura, per una sola volta, entro 12 mesi. Inoltre, si riduce da 12 a 9 mesi la sospensione della possibilità di espulsione e si introduce una particolare disciplina nel caso in cui lo straniero non si presenti per la verifica dell’identità dichiarata e per la formalizzazione della domanda. In tal caso, il procedimento si considera estinto, sicché lo straniero, se rintracciato in territorio nazionale in un momento successivo al suo allontanamento volontario, non potrà chiedere la riapertura della procedura già avviata e sospesa, ma potrà comunque eventualmente ri-manifestare l’intenzione di richiedere la protezione internazionale.

Per i minori stranieri non accompagnati, si prevede che, dopo una prima accoglienza in strutture governative finalizzate a esigenze di soccorso e protezione immediata, siano accolti nella rete dei centri del Sistema di Accoglienza e Integrazione (Sai). Tale sistema di accoglienza costituisce, pertanto, il dispositivo naturale di accoglienza per tale categoria di minori. Si prevede inoltre che, in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di minori non accompagnati, qualora l’accoglienza non possa essere assicurata dal Comune, essa è disposta dal Prefetto attraverso l’attivazione di strutture temporanee esclusivamente dedicate ai Msna (minori stranieri non accompagnati). In caso di momentanea indisponibilità di strutture temporanee, il prefetto potrà disporre il provvisorio inserimento del minore – che ad una prima analisi appaia di età superiore ai sedici anni – per un periodo comunque non superiore a novanta giorni, in una specifica sezione dedicata nei centri e strutture diversi da quelli riservati ai minori.

Quanto alla disciplina dell’accertamento dell’età dei sedicenti minori stranieri non accompagnati, si stabilisce che, in caso di arrivi consistenti, multipli e ravvicinati (a seguito di attività di ricerca e soccorso in mare, di rintraccio alla frontiera o nelle zone di transito, di rintraccio sul territorio nazionale a seguito di ingresso avvenuto eludendo i controlli di frontiera sulle coste sia nel territorio nazionale), l’autorità di pubblica sicurezza possa disporre lo svolgimento di rilievi antropometrici o di altri accertamenti sanitari, anche radiografici, volti all’individuazione dell’età, dando immediata comunicazione alla procura della Repubblica presso il tribunale per la persona, la famiglia ed i minorenni, che ne autorizza l’esecuzione.

Si stabilisce l’accesso nelle strutture del Sistema di accoglienza e integrazione (SAI) a tutte le donne (non più solo a quelle in stato di gravidanza), in quanto considerate in ogni caso quali soggetti di particolare vulnerabilità. Si rende maggiormente chiara ed effettiva la procedura per l’espulsione dei cittadini extra-Ue soggiornanti di lungo periodo in Italia, nei casi in cui sia destinatario di misure di sicurezza diverse dalla detenzione in carcere. Infine, si istituisce un contingente fino a 20 unità della polizia di Stato da destinare alle ambasciate e ai consolati per potenziare le attività di controllo e verifica connesse con il rilascio dei visti di ingresso per l’Italia”.

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