Deragliamento del treno in Spagna, Dario non tornerà più a casa...

Deragliamento del treno in Spagna, Dario non tornerà più a casa…

Giusy Briguglio

Deragliamento del treno in Spagna, Dario non tornerà più a casa…

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sabato 27 Luglio 2013 - 10:21

Dario Lombardo è il ragazzo di venticinque anni di Forza d'Agrò, vittima dell’incidente di Santiago De Compostela. Era partito per una vacanza da trascorrere insieme ad amici che aveva conosciuto in occasione di un gemellaggio nel centro collinare

Dario Lombardo non tornerà a casa. Il ragazzo di venticinque anni è tra le settantotto vittime dell’incidente di Santiago De Compostela. Studente all'università di Catania, residente con i genitori in Germania, originario di Forza D'Agrò, anima vagante. Doveva essere una vacanza insieme ad amici che aveva conosciuto in occasione di un gemellaggio nel centro collinare.

Doveva essere un’occasione felice. Ma poi l’alta velocità, lo schianto, lo scoppio. E il destino. Dario su quel treno non avrebbe dovuto esserci, ma aveva perso la coincidenza dell’aereo a Madrid. Fino all’ultimo lo teneva in vita la speranza degli amici che su facebook scrivevano “tanto torni”, che rifiutavano a gran voce le notizie che trapelavano. Fino all’ultimo lo teneva in vita la speranza dei genitori e del fratello minore accorsi immediatamente sul luogo del disastro. La speranza lì si è infranta, in un binario bollente, sotto la mano incosciente dell’uomo che azzarda e che sfida la vita e non lo sa. Dario non tornerà. Ma è più facile adesso immaginarlo libero.

Libero da una società “preconfezionata”, così come l’aveva definita nel suo ultimo post di facebook. Anche quello sembra adesso un segno del destino, parole lasciate per chi oggi ne avrebbe avuto bisogno. Parole scritte da una mano desiderosa di combattere le ingiustizie, da una mente determinata a dare un volto nuovo a un sistema che forse non sarebbe cambiato mai, intrappolato in grovigli contorti e tortuosi. Alla natura torna ciò che è della natura. Dario non torna a casa, ma torna alla vita. Sorvolando cieli limpidi e non contaminati dalle scie chimiche che denunciava, dove gli uomini stanno in gabbia e gli animali sono liberi, dove si imbracciano chitarre e non armi, dove si piantano alberi e non case. Così che non è una consolazione, così che non aiuta a fermare le lacrime di un intero paese e di tutta la riviera jonica, sconvolta e amareggiata e desiderosa di giustizia.

Così, perché solo in questo modo adesso è possibile. Perché solo il presente esiste, è l'eredità che ci ha lasciato lui: "Non ascolto il passato e non guardo il futuro…Mi sento vivo".

Giusy Briguglio

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