Il Pd "scongela" il segretario Ridolfo con un'intesa fotocopia di quella del 2013

Il Pd “scongela” il segretario Ridolfo con un’intesa fotocopia di quella del 2013

Rosaria Brancato

Il Pd “scongela” il segretario Ridolfo con un’intesa fotocopia di quella del 2013

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sabato 27 Settembre 2014 - 22:34

E' ancora Basilio Ridolfo il segretario provinciale del Pd. I vertici regionali del partito infatti, a Messina per l'occasione, hanno respinto le dimissioni presentate ad aprile e rimaste "congelate" per sei mesi. Di fatto si è riportata la lancetta indietro di un anno, ad ottobre 2013 quando Ridolfo è stato eletto in base ad un accordo trasversale, grazie ad un'intesa "fotocopia" aggiornata al 2014 in nome dell'unità e del senso di responsabilità. Adesso i riflettori si accendono sulla segreteria cittadina.

Complice una giornata di fine settembre con un caldo agostano lo “scongelamento” del segretario provinciale del Pd è stato più semplice. Basilio Ridolfo, dimissionario da aprile, è stato messo in “freezer” per sei mesi, con i vertici del partito in tutt’altre faccende affaccendati per poter occuparsi di un caso Messina divenuto endemico da oltre un anno. L’uscita dal frigo è avvenuta a conclusione di un’assemblea tutto sommato superflua perché le decisioni erano già state prese a Palermo. Così, alla presenza del segretario regionale Fausto Raciti, del segretario regionale organizzativo Antonio Rubino e del presidente dell’assemblea regionale del partito Marco Zambuto, le dimissioni congelate ad aprile sono state scongelate a settembre senza capire il perché dell’ibernazione visto che la fine dell’era glaciale è stata contraddistinta dalle parole d’ordine: unità e responsabilità, termini ben chiari anche ad aprile. Tenere nel cassetto una lettera di dimissioni per sei mesi e poi uscirla senza che nulla sia mutato rispetto ad aprile è equivalso a dire che da allora il partito locale è stato “tenuto in ostaggio” senza un motivo, solo per inerzia.

Dunque Basilio Ridolfo è ancora il segretario provinciale del Pd, Raciti ha infatti respinto la lettera di dimissioni e le lancette sono tornate indietro di un anno all’ottobre del 2013, alla sua elezione, come se nel frattempo nulla fosse accaduto.

Invece è successo un po’ di tutto, dall’arresto di Francantonio Genovese nell’ambito dell’inchiesta sui Corsi d’oro, a ben due tornate elettorali (Europee ed amministrative), una serie di primarie di partito, il ricorso all’elezione di Accorinti passato dal Tar al Cga. Insomma pensare che il quadro sia lo stesso di un anno fa è quantomeno azzardato, tenendo conto che proprio quanto accaduto ha ulteriormente diviso in mille rivoli il già lacerato Pd messinese. Va da sé che Ridolfo, da ottobre 2013 non è mai stato messo nelle condizioni di operare e non certo a causa sua ma perché gli eventi, da quell’autunno, hanno iniziato a correre più veloci dei tempi di partito.

Il nuovo Pd di Messina dunque ricomincia dal Pd di un anno fa, dall’elezione di un segretario provinciale frutto di un accordo ampio, quello del 51 a 49, (contestato solo da civatiani e “renziani di città”), poi disatteso dal voto dei circoli e travolto dai mesi dell’inchieste e delle polemiche. Da marzo in poi, dalla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Genovese, le varie correnti hanno chiesto le dimissioni del segretario di area genovesiana e l’invio di un commissario e quando ad aprile la lettera è arrivata i vertici regionali l’hanno congelata di mese in mese.

Di fatto anche il contesto che ha portato all’intesa per l’elezione di Ridolfo del 2013, salvo qualche piccolo cambiamento di fronte, è rimasta la stessa. Quanti hanno sostenuto la conferma del segretario, come i deputati regionali Filippo Panarello e Giuseppe Laccoto e il capogruppo Pd al Comune Paolo David hanno ribadito la necessità di cercare, con senso di responsabilità, l’unità, per procedere poi alle fasi congressuali che rimetteranno in moto il partito, che oggi non riesce ad esprimere una linea chiara su nulla, né in città, né in provincia.

Sul fronte opposto civatiani e “renziani di città” che, al di là della premessa sul fatto che non c’è nulla di personale nei confronti di Ridolfo, hanno ricordato, con Giacomo D’Arrigo, che nel frattempo ci sono state due elezioni (oltre a quella persa nel giugno 2013) nonché le note vicende giudiziarie. E se Giuseppe Grioli ha invitato “Se vogliamo cambiare ci vuole un po’ più di coraggio nelle decisioni”, Alessandro Russo citando la Bibbia “facciamo avvenire lo scandalo” e l’esempio del premier scozzese che si è dimesso il giorno dopo la sconfitta del referendum sull’indipendenza ha concluso “se vogliamo far nascere una pianta nuova non dovremmo usarne una su un terreno già concimato in un modo che ha causato scontri”.

E’ passata comunque la linea della segreteria regionale, una sorta di fotocopia dell’intesa dell’ottobre 2013,aggiornata al 2014, come se nel frattempo nulla fosse successo. Tra le righe Raciti ha fatto capire che comunque questo è l’inizio di un percorso che dovrebbe portare, non si sa con quali modalità e con quali tempi, all’elezione della segreteria cittadina e di un Congresso.

“Respingiamo le dimissioni di Ridolfo- ha detto Raciti, sia pure con un “lieve” ritardo rispetto al giorno in cui le ha ricevute, il 4 aprile- Adesso il Pd messinese deve tornare ad avere ruolo e peso a livello regionale e la conferma di un segretario regolarmente eletto deve essere l’asse centrale dal quale far ripartire un percorso. Adesso è importante stabilire una cornice di regole entro la quale ricominciare”.

Riportate le lancette indietro ad ottobre 2013 quindi l’auspicio è che Ridolfo possa iniziare quel percorso appena annunciato a novembre, all’atto del suo insediamento e che prevedeva la collaborazione piena di tutte le anime e di tutto il territorio.

“Io avevo già scritto tutto nella relazione dello scorso anno-spiega il segretario provinciale scongelato- E ribadisco quello che ho detto finora, non mi sono mai candidato, sono stato chiamato in nome dell’unità e questo vorrei ancora continuare a fare. Lavoreremo insieme con un coordinamento il più ampio e rappresentativo possibile e per arrivare all’elezione della segreteria cittadina”.

I riflettori adesso saranno puntati su quello, sulla Conferenza programmatica che sancirà l’inizio della strada per il Congresso, l’elezione del segretario cittadino e il tesseramento. E quindi di quella che in gergo si chiama “la conta” e la resa dei conti.

Quanto a renziani di città e civatiani, da adesso sono ufficialmente “opposizione interna” e minoranza. Neanche Renzi è riuscito a "far cambiare verso" in riva allo Stretto, dove tutto cambia affinchè tutto resti uguale.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. …..tanto rumore per nulla….adesso vediamo la proposta dirigenziale….due indizi fanno una prova….la prima va verso il vecchio…vediamo la seconda…

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  2. …..tanto rumore per nulla….adesso vediamo la proposta dirigenziale….due indizi fanno una prova….la prima va verso il vecchio…vediamo la seconda…

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  3. Assurdo, semplicemente assurdo… Soltanto cose messinesi…

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  4. Assurdo, semplicemente assurdo… Soltanto cose messinesi…

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