Monito di Don Sciortino: ”Ascoltiamo i nostri giovani e trasmettiamo valori veri”

Monito di Don Sciortino: ”Ascoltiamo i nostri giovani e trasmettiamo valori veri”

Monito di Don Sciortino: ”Ascoltiamo i nostri giovani e trasmettiamo valori veri”

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martedì 24 Maggio 2011 - 00:00

Un messaggio ricco di significato quello portato dal direttore di “Famiglia Cristiana”, don Antonio Sciortino nel corso della sua relazione all’Itis “Majorana”, su iniziativa dell’associazione Teseo, presieduta da Felice Oteri, sul tema “I nostri giovani, tra sogni e bisogni”.
All’incontro, patrocinato dal Comune di Milazzo, è intervenuto l’assessore alla Famiglia Massimo D’Amore, da sempre particolarmente sensibile alle problematiche giovanili e promotore di una serie di iniziative finalizzate proprio all’aggregazione dei ragazzi. L’esponente della giunta Pino si è in particolare soffermato sulla Consulta Giovanile che ha fortemente voluto e costituito dopo pochi mesi dal suo insediamento.
Della necessità del confronto tra adulti e giovani invece ha parlato il preside dell’Itis, Stello Vadalà, evidenziando anche l’importanza che la scuola svolga tale delicato compito di formazione.
Don Sciortino ha quindi fatto l’analisi dell’attuale 0situazione sociale. “Stagnazione economica ed etica stanno disgregando le coscienze e in un Paese divenuto ormai multiculturale, multietnico e multireligioso si rende indispensabile recuperare lo spirito di Assisi, improntato al dialogo tra popo-li e religioni, auspicato da Giovanni Paolo II.
La Chiesa – ha detto – deve essere più profetica e meno diplomatica, non deve balbettare sui valori. Se ci ispiriamo al Vangelo dobbiamo essere coerenti e credibili, non difendere solo la vita che deve nascere, ma anche quella di quanti, con grave rischio, attraversano il mare di Sicilia”, nel quale sta affondando la nostra coscienza”. Forte anche il messaggio alle famiglie.
“Quali esempi e stili di vita stiamo trasmettendo, quanto scommettiamo su di loro?”, si è domandato il direttore di “Famiglia Cristiana”, “siamo tutti presi dalla quotidianità, dalla cultura dell’effimero e diventiamo i protagonisti di quelle inadempienze che poi sono alla base della crisi della società del domani. Non riusciamo più a trasmettere ai giovani i valori, il significato vero della famiglia”.
Ha quindi concluso auspicando il confronto con i giovani, “ai quali bisognerebbe dare più spazio ed ascoltarli, in quanto il nostro Paese non è fatto a loro misura”. Critiche anche a quella informazione “divenuta autoreferenziale e volta “ad aggredire chi non la pensa allo stesso modo”, ma sempre più incapace di raccontare le vere priorità del paese, la povertà prima di tutte.

Sarah Vadalà

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