Esonero Tasse, ultimo atto. Gli avvocati specializzandi trascinano l’Ateneo peloritano in tribunale

Esonero Tasse, ultimo atto. Gli avvocati specializzandi trascinano l’Ateneo peloritano in tribunale

Gabriele Quattrocchi

Esonero Tasse, ultimo atto. Gli avvocati specializzandi trascinano l’Ateneo peloritano in tribunale

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sabato 22 Novembre 2014 - 23:03

Saranno i giudici a dirimere la controversia sul riconoscimento dell’esonero dal pagamento delle tasse universitarie. Gli specializzandi della scuola per le professioni legali citano in giudizio l’Unime per chiedere il rispetto delle norme in materia di diritto allo studio.

Adire il tribunale di Messina perché valuti «la sussistenza del diritto all’esonero dal pagamento delle tasse universitarie». Ecco l’ultimo atto della vicenda che ha coinvolto gli specializzandi della scuola per le professioni legali e l’Ateneo messinese a cui gli studenti chiedono il rispetto delle norme in materia di diritto allo studio.

«Sin dallo scorso anno», si legge in una nota indirizzata al Garante degli studenti, le associazioni studentesche S.I.G.M. Messina, O.R.U.M., MESSINA UNIVERSITARIA, SIRIO, UNINSIEME e gli specializzandi della scuola per le professioni legali, «hanno più volte sollecitato l’amministrazione universitaria al fine di applicare correttamente quanto previsto dal dpcm 9 aprile 2001 art.8, c.1 e dal d.lgs n.68/2012 art.9, c.2 in materia di esonero tasse ma nulla, ad oggi, è stato fatto».

Le disposizioni richiamate riconoscono l’esonero dalla tassa d’iscrizione e dai contributi universitari agli studenti che presentano requisiti di eleggibilità per il conseguimento della borsa di studio.

L’amministrazione universitaria però si è sempre difesa sostenendo che sta all’Ersu provvedere con fondi propri all’erogazione delle borse di studio, senza gravare sul bilancio dell’Ateneo. Per l’Ateneo, l’inserimento, quale idoneo, nelle graduatorie delle borse di studio erogate dall’Ersu di Messina non comporta alcun diritto all’esonero (o al rimborso) delle tasse universitarie.

Per nulla persuasi da questa tesi, gli studenti hanno invitato l’Università a correre ai ripari. «Si tenga presente», si legge nella nota, «che quanto accade nell’Università di Messina rappresenta un unicum poiché in ogni altra Università italiana le norme richiamate trovano regolare applicazione».

Un “unicum” che è stato anche oggetto di un’interrogazione parlamentare presentata dall’On. Francesco D’Uva. Il deputato M5S ha chiesto al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca «quali iniziative intendesse assumere […] per garantire in tutto il territorio nazionale e, in particolare, nell’ateneo messinese, l’uniformità e l’effettività del diritto allo studio, impedendo che interpretazioni comunque non autentiche del dettato normativo possano determinare la facoltà in capo a singoli Atenei di limitare, ovvero negare del tutto, le già esigue provvidenze in favore dei capaci e dei meritevoli in violazione delle vigenti in materia, nonché dello stesso dettato costituzionale».

«Gli studenti della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali non dovevano essere esonerati dalle tasse», aveva detto il rettore Pietro Navarra qualche mese fa in occasione della conferenza stampa sul bilancio di un anno di attività, supportato dai pronunciamenti di Senato e Cda e convinto che l’Ateneo non avesse esercitato alcun abuso di potere nei confronti degli studenti.

Dal canto loro, gli specializzandi ricordano che anche altre prestigiose Università italiane, come l’Università Statale di Milano, l’Università di Roma La Sapienza e l’Università di Napoli Federico II, per l’esenzioni contributive, si affidano alle graduatorie stilate da istituzioni ed enti equivalenti all’Ersu.

Così, mentre le associazioni studentesche chiedono al Garante degli studenti, l’avvocato Francesco Olivo, di «promuovere un procedimento amministrativo teso a disporre l’immediata applicazione delle norme di legge», i futuri avvocati si preparano a dare battaglia in sede legale per ottenere il riconoscimento dell’esonero e il risarcimento del danno.

Gabriele Quattrocchi

2 commenti

  1. Grandi! L’UniME ha usato le tasche dei beneficiari e degli idonei al conseguimento delle bds per (provare a) coprire le sue voragini di bilancio. Conosco ragazzi con gravi difficoltà economiche che, per pagare i conguagli della retta, aspettavano l’accredito della bds. Di fatto, con una mano glieli davano e con l’altra se li prendevano…

    Per non parlare degli idonei non beneficiari: per costoro, al danno di non ricevere la borsa per carenza di fondi, si è aggiunta la beffa di dover pagare TUTTO!

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  2. Grandi! L’UniME ha usato le tasche dei beneficiari e degli idonei al conseguimento delle bds per (provare a) coprire le sue voragini di bilancio. Conosco ragazzi con gravi difficoltà economiche che, per pagare i conguagli della retta, aspettavano l’accredito della bds. Di fatto, con una mano glieli davano e con l’altra se li prendevano…

    Per non parlare degli idonei non beneficiari: per costoro, al danno di non ricevere la borsa per carenza di fondi, si è aggiunta la beffa di dover pagare TUTTO!

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