L’abbandono delle Ferrovie e la vertenza Servirail: Garofalo e D’Alia in pressing a Roma

L’abbandono delle Ferrovie e la vertenza Servirail: Garofalo e D’Alia in pressing a Roma

L’abbandono delle Ferrovie e la vertenza Servirail: Garofalo e D’Alia in pressing a Roma

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giovedì 22 Dicembre 2011 - 09:56

Il deputato del Pdl ha incontrato ieri il capo di gabinetto del viceministro alle Infrastrutture. Il senatore Udc ha inviato un’interrogazione al ministro dei Trasporti Passera

Ieri l’occupazione dei binari del tram, oggi si preannunciano altre proteste eclatante. I lavoratori Servirail non demordono e con loro non dovrebbe demordere un’intera città, che invece in gran parte sembra assistere passivamente all’abbandono scellerato delle Ferrovie dello Stato. Ieri il deputato messinese del Pdl Enzo Garofalo ha incontrato a Roma l’avv. Circi, capo di gabinetto del viceministro alle infrastrutture Mario Ciaccia. «Auspico una nuova, seria ed approfondita riflessione – ha detto il parlamentare al termine dell’incontro – sulle scelte inique portate avanti fino ad oggi dal gruppo Ferrovie dello Stato ed un’immediata inversione di tendenza rispetto ad una situazione che, in concomitanza al centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, sta invece allungando le distanze tra il nord ed il sud del Paese».

Il deputato ha chiesto un intervento del Governo affinchè ponga fine all’opera di smantellamento che Ferrovie dello Stato sta mettendo in atto ai danni della Sicilia violando il diritto alla continuità territoriale sancito dalla Costituzione, oltre al regolamento comunitario n. 1371/2007, che impone “la tutela dei diritti degli utenti del trasporto ferroviario ed il miglioramento della qualità e dell’efficienza dei servizi al fine di incentivare l’utilizzo di questo mezzo in luogo di altri”. «La perdita di redditività dei servizi, indicata da Fs come causa delle dismissione – ha sottolineato Garofalo nel corso dell’incontro – è la conseguenza inevitabile di una serie di condotte inaccettabili da parte delle Ferrovie: dalla totale assenza di programmazione, all’impiego, per le tratte da Roma in giù, di vetture lente e vetuste; dalla scarsa pubblicizzazione del servizio, alla mancanza di investimenti concentratisi tutti sull’alta velocità. Tutto ciò ha portato a compimento il disegno di Fs di scoraggiare l’utenza alla scelta di questo servizio in luogo di mezzi di trasporto alternativi. Non solo – ha aggiunto – i prezzi dei biglietti sono lievitati, e, con la soppressione dei treni a lunga percorrenza, i disagi per gli utenti, costretti in piena notte a trasferirsi con bagagli al seguito da un treno all’altro, sono diventati inaccettabili».

Garofalo ha richiamato l’attenzione del Governo anche in merito alla specifica vertenza dei lavoratori della Servirail. Secondo quanto denunciato dalla Fit Cisl e da Orsa Sicilia, infatti, la proposta di reintegro da parte dei lavoratori licenziati del nuovo gestore dell’appalto (Angel Service) è del tutto insufficiente a risolvere i problemi occupazionali in quanto propone soluzioni temporanee e precarie che interessano poco più del 30 per cento del personale e da cui gli 85 lavoratori messinesi sembrano comunque esclusi.

A sparare a zero contro le Ferrovie è anche un altro parlamentare nazionale messinese, il senatore Udc Gianpiero D’Alia: «Il nuovo orario invernale di Trenitalia che entrando in vigore è coinciso con la cancellazione dei treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia, è in netta antitesi con quanto stabilito il 15 marzo scorso in occasione del tavolo nazionale convocato dall’ex ministro dei Trasporti, Altero Matteoli, presenti il sindaco di Messina, i sindacati ed i vertici di Fs, Trenitalia ed Rfi». Nell’interrogazione inviata al ministro dello Sviluppo e Trasporti, Corrado Passera, il presidente dei senatori Udc e coordinatore del partito in Sicilia ricorda che «in quella circostanza, infatti, l’ex ministro aderì alla richiesta dell’amministratore delegato di Fs, circa l’erogazione, da parte dello Stato, di una somma, successivamente quantizzata in cinque milioni di euro, per consentire il reintegro di 16 vetture necessarie a garantire la continuità territoriale tra la Sicilia ed il resto d’Italia, confermando i livelli occupazionali già allora messi in discussione. Sempre in quell’occasione si convenne altresì che l’intervento statale, seppur erogato per far fronte alle esigenze dell’anno 2011, avrebbe dovuto risolvere, in modo strutturale, le denunciate problematiche occupazionali e di continuità territoriale».

A questo punto D’Alia vuole sapere da Passera, «se intenda dare seguito agli impegni assunti dall’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti», chiedendo, inoltre, «che venga garantita un’efficiente continuità territoriale ai cittadini siciliani e che sia assicurato il livello occupazionale degli 800 lavoratori licenziati dalla Servirail». Infine, secondo D’Alia, sarebbe opportuno «riconsiderare le risorse per la realizzazione del Ponte sullo Stretto e destinare ogni sforzo economico nel rafforzamento dei collegamenti ferroviari e marittimi da e per la Sicilia».

Un commento

  1. Come mai D’Alia non ha detto che è tutta colpa del Ponte sullo Stretto? Alcuni politici messinesi sostengono pubblicamente questa tesi: lo smantellamento dei collegamenti sullo Stretto e dei Treni-Notte col Nord, il dissesto del territorio, ecc. sono legati alla mancata cancellazione del Ponte. Se il Governo ne blocca la costruzione e si riprende le risorse assegnate alla Stretto di Messina tutto si sistemerà. Sulla logica di questo ragionamento e quanto sia strumentale coinvolgere chi perde il posto, i pendolari dello Stretto, gli alluvionati di Giampilieri e quelli di Saponara, giudichi chi ha un po’ di buon senso. Chissà perché le disgrazie dei cittadini dell’Area dello Stretto non vengono collegate al 9° finanziamento del Mose o ai 1.100 milioni assegnati l’altro ieri alla direttissima ferroviaria GE-MI. Misteri dell’Alta Politica!

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