Lo farà il Pci messinese dopo l'archiviazione dell'indagini in seguito ad un esposto presentato dopo l'alluvione del 2009 e le successive frane di settembre e novembre 2015
ALI’ TERME. Restano accesi i riflettori su Capo Alì, le cui condizioni di presunto pericolo tengono in apprensione gli automobilisti ed i cittadini che ad ogni temporale temono che la riviera jonica si divida in due a causa delle frane. Il segretario provinciale del Partito comunista italiano, Alfonso Calabrese, ha annunciato che a breve coinvolgerà “i competenti uffici regionali preposti alla salvaguardia dai rischi idrogeologici dell’intero territorio siciliano, così come consigliato, a chiusura indagini di un esposto-denuncia, dal Giudice delle indagini preliminari”. L’esposto era stato presentato dopo l’alluvione del 2009 ed alle successive frane del settembre e del novembre del 2015 dai cittadini di Alì Terme, Itala e Scaletta, i quali si sono ritrovati in un “Comitato no frane” e nell’associazione “Aiutiamoci noi”, coadiuvati da un rappresentante dei Cub e da “forze politiche comuniste”.
L’obiettivo – spiega Alfonso Calabrese – era di “identificare i responsabili delle disfunzioni arrecate ai cittadini e sensibilizzare le autorità civili a trovare soluzioni che impedissero, in futuro, il ripetersi dei fenomeni franosi con la conseguente chiusura della strada. L’unica fruibile considerato che, a monte e valle del costone, non è stato mai aperto un accesso all’autostrada che passa poco più a monte. Anzi, addirittura a Itala, passa quasi come una sopraelevata dell’abitato residenziale”. Vengono citate le interrogazioni della minoranza e le opere mai realizzate per risolvere definitivamente il problema, compresa la galleria paramassi. Sotto il profilo giudiziario l’indagine è stata archiviata. Restano però le preoccupazioni dei cittadini , in particolare quelli di Scaletta, che negli anni recenti hanno anche vissuto il totale isolamento in seguito alla contemporanea chiusura dei due Capi: quello di Scaletta a nord e quello di Alì Terme al confine con Itala.
Carmelo Caspanello