Caso Genovese, quando Gallo predisse i guai giudiziari mentre Zaccone invocava "Il Supremo"

Caso Genovese, quando Gallo predisse i guai giudiziari mentre Zaccone invocava “Il Supremo”

Alessandra Serio

Caso Genovese, quando Gallo predisse i guai giudiziari mentre Zaccone invocava “Il Supremo”

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lunedì 10 Agosto 2015 - 10:26

La trascrizione della deposizione del Vice Questore Giuseppe Anzalone al processo Corsi d'Oro. L'investigatore ricostruisce la genesi dell'indagine, i primi contatti tra La Macchia e Cappadonna, il sistema Genovese e la compravendita degli enti, dallo Ial Cisl all'Aram, a fini clientelari. "Ma senza un preciso progetto politico", spiega il consigliori Francesco Gallo. (I Parte).

Pubblichiamo in più articoli successivi la deposizione del Vice Questore Giuseppe Anzalone, capo della Squadra Mobile, al processo Genovese. Anzalone è l’investigatore che ha svolto le intercettazioni centrate sulla figura di Salvatore La Macchia e il suo ruolo all’interno del sistema Genovese. Tra il 2011 e il 2012, infatti, la Procura di Patti e la Polizia indagavano sugli interessi della famiglia Gullo nel pattese, scoprendo i rapporti tra la gestione degli enti di formazione e l’attività politico clientelare. L’inchiesta prese un’autonoma strada, confluendo nella nota operazione Fake. Nel pattese, però, la Polizia incappò anche nelle vicende di altri enti di formazione, quelli collegati a La Macchia e l’onorevole Francantonio Genovese. Ecco che queste intercettazioni, quindi, finiscono nell’ampia informativa sulla Formazione Professionale curata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita.

La deposizione di Anzalone è iniziata lo scorso 26 giugno. Qui di seguito l’esame condotto dai pm Ardita e dal sostituto Fabrizio Monaco. Ancora in corso, invece – e riprenderà a metà settembre, il controesame dei difensori. Per comodità di lettura e comprensione, la deposizione è stata “ripulita” e sono stati espunti diversi interventi sia dell’accusa che delle difese. E’ d’obbligo quindi precisare che la maggior parte delle eccezioni dei difensori riguarda in particolare il fatto che Anzalone parla spesso di intercettazioni “non in elenco”. Importante chiarire, anche, che Anzalone stesso premette e precisa che deponendo non fa latro che riportare il contenuto delle conversazioni, e che quando usa termini specifici non si tratta di sue deduzioni ma di termini che attinge della conversazioni intercettate.

Ecco la prima parte.

“Abbiamo cercato e ritenuto di far emergere un gruppo di soggetti organizzati e strutturati in forma associativa, che potremmo definire anche una sorta di entourage a disposizione del principale degli indagati dell’onorevole Genovese, e che attraverso le indagini risultavano essere in grado di gestire e controllare a più livelli il settore della formazione professionale in Sicilia, in particolare abbiamo potuto, ora, cercheremo poi nel dettaglio di evidenziarlo attraverso le attività di indagine, diciamo così, un controllo a livello politico amministrativo, un controllo a livello gestionale e professionale, un livello anche di controllo di produzione normativa, e un livello finanziario contabile, quindi entrando nel dettaglio è stato possibile dalle intercettazioni che sono state condotte, in particolare emergeva una conversazione sull’autovettura in uso a Michele Cappadona che appunto ha in utilizzo quest’autovettura BMW serie 3 targata DC844HK, e intercettata il 29 ottobre del 2011 una conversazione che avviene tra Michele Cappadona e Carmelo Navarra ex Sindaco di Mazzarà Sant’Andrea. Da premettere che Cappadona opera nel settore socio sanitario, ma ha anche un incarico importante, allora rivestiva l’incarico di Presidente dell’associazione generale delle cooperative italiane Sicilia, e Presidente anche del consorzio Noè, quindi si tratta anche di un imprenditore inserito oltre che nel contesto socio assistenziale anche nella formazione professionale regionale.

Siamo nell’ottobre 2011, la conversazione comincia a disvelare alcuni scenari relativi al settore della formazione professionale perché Cappadona attribuisce al fatto che gli sono stati rigettati dei progetti, ma attribuisce anche all’onorevole Genovese la capacità di fargli ottenere l’approvazione, e anche al fatto che l’Assessore Centorrino, che allora ricopriva l’incarico di Assessore alla formazione professionale della Regione, era una pedina nelle mani dell’Onorevole Genovese, e come l’Onorevole Genovese in quel periodo stesse acquisendo una serie di enti anche sul territorio di Patti. Duindi diciamo in estrema sintesi la conversazione conduce a questa interpretazione.

E a questa conversazione segue una successiva conversazione che mette in collegamento il fatto che siano stati rigettati due progetti che riguardavano l’avviso, l’avviso 20. La vettura su cui vi è l’intercettazione è sempre quella in uso a Michele Cappadona, ed è una conversazione che avviene nello stesso giorno in cui viene pubblicata la graduatoria finale dei progetti approvati dell’avviso 20 del 2011. Graduatoria che viene resa nota il 16 marzo del 2012, ed esattamente in questa data Michele Cappadona si trova a bordo della sua autovettura. Anzi ci sono anche delle conversazioni telefoniche cui Cappadona telefona a La Macchia Salvatore per avere un appuntamento, un incontro che avviene effettivamente nella medesima giornata intorno alle 17, 18.20 presso i caselli autostradali di Patti, e questo noi lo cogliamo attraverso le intercettazioni. Ma vi è anche una conversazione che avviene a bordo della vettura di Cappadona, lei si trova a bordo con la figlia Antonella.

PM ARDITA – Aveva già parlato con La Macchia o doveva parla… Ancora parlarci?

TESTE ANZALONE – Aveva già parlato perché la conversazione è delle 18 e 39 del 16 marzo e lui ribadisce il fatto che sia rimasto fuori dall’avviso 20 e manifesta nei confronti di Genovese una sorta di risentimento, addirittura dice “io lo inchiodo” perché, successivamente dice “se lui lo avesse saputo prima ci avrebbe parlato prima con Genovese e avremmo potuto ottenere…”

PM ARDITA – Quindi è un rammarico.

TESTE ANZALONE – È un rammarico più che risentimento, anche perché lui collega al fatto che in precedenza invece aveva ottenuto altri due progetti grazie a Genovese. E quindi diciamo in realtà poi a queste conversazioni seguono altre perché Cappadona cerca di avere un incontro con l’onorevole Genovese, quindi ha una serie di conversazioni con La Macchia per poter avere questo incontro. Riesce a ottenere attraverso queste conversazioni un appuntamento per il 23 marzo del 2012 presso la segreteria. In realtà Cappadona però non si ferma qui, perché cerca anche attraverso un’altra sua conoscenza, che è l’ingegnere Arturo Alonci, di avere anche da parte sua un’attività di intermediazione presso l’onorevole Genovese.

PM ARDITA – Chi è l’ingegnere Alonci, che rapporti aveva con l’onorevole Genovese?

TESTE ANZALONE – l’Arturo Alonci è vice, o meglio componente del direttivo dell’associazione generale delle cooperative italiane in cui Cappadona è presidente, quindi è un soggetto vicino per incarico anche a Cappadona, ma è anche un professionista attivo nella politica messinese, tanto che è stato Assessore alla mobilità urbana nella giunta Genovese.

PM ARDITA – Va beh, okay, andiamo avanti. Cosa succede quindi?

TESTE ANZALONE – Quindi ci sono delle conversazioni telefoniche tra Cappadona e Alonci per cercare di avere da Alonci un interessamento presso l’onorevole Genovese. Quindi sostanzialmente lui dice – l’incontro con l’onorevole Genovese è avvenuto, dovrebbe essere avvenuto – e gli chiede se ha visto qualcuno nella giornata di ieri, riferendosi a La Macchia che invece pare che non sia venuto e poi sono rimasti che si sentono nei giorni successivi. Alonci chiede conferma se gli abbia accennato qualcosa durante questo incontro, e lui dice “certo, ho parlato con Francantonio” quindi ci conferma che l’incontro è avvenuto. Però poi Alonci gli spiega, dice “certo, poi ci devo parlare io di presenza” quindi anche Alonci conferma che cercherà di interessarsi . Ma Cappadona ancora non si ferma perché poi il 28 marzo del 2012 si reca a Palermo all’Assessorato alla formazione per incontrare La Macchia e in una conversazione telefonica, cronologicamente successiva all’incontro con La Macchia, Cappadona riferisce di aver incontrato La Macchia il quale gli avrebbe rinfacciato di avere interessato mezzo mondo per cercare di avere una possibilità per recuperare l’approvazione di questi progetti.

Sempre in questi giorni, torno un attimo cronologicamente indietro, a bordo della vettura di Cappadona vi è un’altra conversazione che è del 21 marzo 2012: Cappadona parla in questo caso con la figlia dell’incontro avuto con un funzionario regionale, tale Anna Lo Cascio, e che sostanzialmente il problema della sua mancata approvazione di questi progetti la riporta al fatto che ci sono state troppe influenze politiche e troppe persone coinvolte diciamo così in generale, per, perché l’approvazione dei vari progetti è diventato un problema politico.

PM ARDITA – E quindi a cosa viene attribuita l’esclusione dei progetti di Cappadona?

ANZALONE – Qui sostanzialmente in questa conversazione non attribuisce, però collegandola alle altre conversazioni evidentemente attribuisce il fatto che se, non avendo interessato per tempo l’onorevole Genovese per questi progetti, poi lui non ha ottenuto l’approvazione.

PM ARDITA – Andiamo avanti, altre comunicazioni di Cappadona, altre richieste?

TESTE ANZALONE – Un’altra conversazione, sempre a bordo della vettura di Cappadona ,il 30 maggio 2012.

PM ARDITA – Scusi se la interrompo dottore, c’è qualcosa il 2 maggio pure che può essere rilevante con La Macchia, con altri soggetti, comunicazioni di Cappadona con altri soggetti?

TESTE ANZALONE – Sì la conversazione in effetti prosegue, è la conversazione tra Michele Cappadona e la figlia Antonella, e anche qui fa riferimento alla mancata approvazione dei due progetti e al fatto che per poter ottenere l’approvazione bisogna sempre ricorrere ad appoggi.

PM ARDITA – Va bene, andiamo avanti, quindi lei stava riferendo di un’altra comunicazione invece avvenuta all’interno di un’autovettura, di una BMW.

TESTE ANZALONE – Sì, successivamente, il 30 maggio 2012, anche qui è presente oltre Michele Cappadona e Cappadona Antonella anche Alonci Arturo e la conversazione apre ulteriori passaggi, e cioè il fatto che l’onorevole Genovese fa parte di una cordata, definiamola cordata politica, che procede all’acquisizione di un ente di formazione legato ad un sindacato, lo I.A.L. CISL, in cui vi sono stati dei rapporti con Raffaele Bonanni il quale, sembrerebbe seconda la conversazione, che abbia mandato Albert, cioè il dirigente generale dell’Assessorato Regionale, per curare questo passaggio e in pratica appunto dice la I.A.L. CISL viene acquisito a causa del forte indebitamento di questo ente, dividendo in tre grandi aree regionali, cioè la parte Messina e provincia sarebbe sotto il controllo e nell’interesse dell’onorevole Genovese, la parte di Trapani del senatore Papania e la parte di Palermo da un altro onorevole che è Luigi Cocilovo. Alonci gli confida tralaltro anche di un meccanismo connesso alla firma di mandati, e cioè il fatto che la persona che era stata messa per presentare i progetti e farsi firmare i mandati, quando si presenta dal funzionario Regionale per ottenere queste firme e capisce che anche il funzionario firma proprio perché è coinvolta diciamo in questo meccanismo. Alonci poi conclude nella conversazione sostanzialmente equiparando la figura dell’onorevole Genovese che sta facendo le stesse operazioni che l’ex presidente della Regione Cuffaro ha fatto invece nel settore della sanità, quindi è una conversazione diciamo così che ad ampio giro manifesta un po’ quello che è il sistema della formazione professionale così come controllato dall’organizzazione facente capo all’onorevole Genovese.

Questo ufficio ha poi condotto un’attività di escussione testimoniale,i sit sono stati trasmessi con nota del 5 giugno 2014, e si tratta di due distinte verbalizzazioni che hanno avuto ad oggetto Michele Cappadonna.

PM ARDITA – Senta un’altra cosa le volevo chiedere, ci sono contatti tra Cappadona e Giannotta per esempio, Giannota Antonio, un funzionario della Regione?

TESTE ANZALONE – Sì, intercorre in data 20 dicembre 2011 in cui appunto Capadona Michele chiede a Giannotta notizie sull’avviso, sull’avviso 20, e successivamente in data 16 marzo 2012 il Cappadona mette al corrente Giannotta di essere stato escluso dall’avviso 20, lo stesso giorno in cui viene pubblicato l’allegato al bando di gara.

PM ARDITA – E questa conversazione perché è importante?

TESTE ANZALONE- Perché Giannotta dice che questo bando è stato curato direttamente dal dirigente generale dell’Assessorato, quindi si riferisce evidentemente a Albert Ludovico, che lo ha diciamo blindato, nel senso che quindi non è possibile attingere nessuna notizia, quindi lo stesso Giannotta gli consiglia si rivolgersi a La Macchia Salvatore e all’onorevole Genovese perché sono gli unici che possono fare qualcosa al riguardo. Anzi addirittura Giannotta evidenzia anche il fatto che l’ammissione al, del progetto può avvenire soltanto per tramiti diciamo di un appoggio politico, di una sponsorizzazione politica, non solo attraverso la mera presentazione del progetto. Giannotta è un funzionario regionale che poi incontriamo in più rapporti e si interfaccia anche sia con La macchia che con Elena Schirò che con Domenico Fazio.

PM ARDITA – Quindi è un addetto dei lavori una persona che ha una competenza?

TESTE ANZALONE – No si trova all’interno dell’Assessorato alla formazione, ed è una persona di lunga esperienza, lui stesso poi si mette a disposizione dell’onorevole Genovese parlandone sia con Domenico Fazio che con Elena Schirò, dicendo che ove dovessero esserci degli esiti positivi per le elezioni che poi si sarebbero tenute le Regionali di ottobre 2012 aspirava sostanzialmente a un incarico all’interno dell’ufficio di gabinetto dell’Assessorato.

PM ARDITA – Ce ne sono altre comunicazioni con Cappadona e Giannotta?

TESTE ANZALONE – Sì il 17 marzo del 2012, quindi il giorno successivo, discutono ancora dell’avviso 20 del 2011, commentano l’atteggiamento un po’ evasivo tenuto da La Macchia Salvatore sull’argomento.

Volevo più che altro evidenziare come le indagini man mano andavano inquadrandoci un quadro generale del profilo associativo e la vicenda Cappadona si inserisce esattamente in questa parte espositiva, poi Cappadona ha sicuramente altri contatti, ma riguardano altri ambiti dell’indagine (…)Altre conversazioni di che avvengono sempre a bordo della sua autovettura con la sua collaboratrice D’Anzì Tindara, e si tratta di una lunghissima conversazione. Qui Cappadona svela un po’ com’è gestito il sistema della formazione professionale nella Regione e come esistano delle sorte di ripartizioni per aerea politica, per cui riporta come uno schieramento che gestisce la formazione professionale faccia capo all’onorevole Genovese collaborato da La macchia Salvatore, e, mentre l’altro fa capo a un altro onorevole, l’onorevole Formica, e nel comprensorio di Patti da, da un altro imprenditore che si chiama Giuttari Tindaro ma questo fa riferimento alla spartizione che avviene all’interno della Regione della formazione, anche attraverso degli enti che sono gestiti dall’onorevole Genovese; nella descrizione generica fa riferimento al fatto che vengano divisi dei soldi, che vengono messi nei progetti, e che poi vengono divisi tra i vari soggetti.

PM ARDITA – Sì, dottore questo riferimento alla gestione del denaro è collegato a quale aspetto di interesse investigativo, e se emerge, a quale ente di formazione?

TESTE ANZALONE – Qua fa riferimento nel corso delle conversazioni ad esempio all’ARAM. Il 7 dicembre 2011 fa riferimento al fatto che Genovese gli servivano delle persone che assumeva, però era suo l’ente, appunto l’ARAM era suo, Costanza Giuliante e I SAUTA. Fondamentalmente poi noi sull’ARAM non abbiamo sviluppato un’attenzione investigativa particolare, perché le nostre indagini si sono rivolte ad altri enti. Diciamo quello che si capisce è che l’onorevole Genovese secondo questa conversazione e secondo quello che viene detto da Cappadona alla propria collaboratrice è che lui colloca delle persone come degli scarti, come se fossero delle perdine, in modo tale da poter controllare il sistema, e lui fa l’esempio dell’ARAM, manifesta in maniera chiara come ci sia un controllo del sistema anche attraverso il controllo degli enti che avviene mediante la collocazione di soggetti che rispondono a lui, facendo riferimento agli scacchi.

PM ARDITA – E i due interlocutori commentano anche la circostanza che taluni di questi soggetti inseriti negli enti, hanno dei rapporti particolari con l’onorevole Genovese?

TESTE ANZALONE – Sì, anche rapporti di parentela. Noi abbiamo delle conversazioni in cui possiamo verificare per certi aspetti il controllo della formazione e dell’Assessorato. Possiamo anche qui, sulla base di almeno 3 conversazioni e che sono state evidenziate: la conversazione telefonica che avviene l’1 settembre del 2012 alle 13.50 sul telefono in uso a Fazio Domenico, che parla con Dario Zaccone. Fazio sostanzialmente gli dice “lui è convinto che è stato fatto”, cioè si riferiscono sicuramente a degli adempimenti, a dei versamenti di documentazioni contabili perché bisogna procedere a delle assunzioni, e Zaccone gli chiede “chi”, lui ha capito chi, presente evidentemente con Fazio c’è anche Elena Schirò e, dice Fazio dice: “Elena dice ma lui chi può essere”, e Zaccone dice “il Supremo”, quindi noi riteniamo ovviamente che si riferisca a Genovese ritenuto diciamo così al punto di riferimento un po’ di tutti.

Successivamente il 12 novembre del 2012 alle ore 20 e 11 sull’utenza in uso a La macchia Salvatore si tiene una lunga conversazione, anche questa molto significativa tra La Macchia Salvatore e l’Avvocato

Francesco Gallo, professionista che fa parte dei legali che collaborano l’onorevole Genovese anche nel settore della formazione professionale, ma anche nota figura politica locale che ha avuto anche vari incarichi nel partito democratico. La conversazione avviene al termine di un incontro che l’Avvocato Gallo ha avuto con l’onorevole Genovese, e qui si capisce anche per detto stesso espresso dell’Avvocato Gallo, la gestione della formazione professionale così come portata avanti dall’onorevole Genovese secondo l’Avvocato Gallo è destinata a creargli anche problemi giudiziari, e soprattutto il fatto che la gestione avvenga soltanto mediante l’impiego di questi finanziamenti pubblici senza un vero e proprio progetto politico, ma soprattutto mette in collegamento il sistema formazione e gli interessi elettorali, cioè parla espressamente di raccattare 20 mila voti per poi attendere qualunque sia l’esito poi che potranno avere i progetti, poi vedere insomma quello che succede a prescindere dall’avere appunto un progetto politico. Si tenga conto che è una conversazione del 12/11/2012, che appunto è avvenuta a distanza dallo svolgimento delle elezioni amministrative Regionale.

(Alessandra Serio)

2 commenti

  1. Il problema è che non vi è alcun settore del sistema politico regionale che non funzioni esattamente così come descritto dal dott. Anzalone. A livello locale siamo in attesa della performance di “quellidiadesso”, fra i quali si mimetizzano molto bene “quellidiprima”!

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  2. Il problema è che non vi è alcun settore del sistema politico regionale che non funzioni esattamente così come descritto dal dott. Anzalone. A livello locale siamo in attesa della performance di “quellidiadesso”, fra i quali si mimetizzano molto bene “quellidiprima”!

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