Raffica di contestazioni, oltre 500 lavoratori "puniti". Ma Calabrò vuole chiarezza sulle responsabilità comunali

Raffica di contestazioni, oltre 500 lavoratori “puniti”. Ma Calabrò vuole chiarezza sulle responsabilità comunali

Francesca Stornante

Raffica di contestazioni, oltre 500 lavoratori “puniti”. Ma Calabrò vuole chiarezza sulle responsabilità comunali

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venerdì 29 Gennaio 2016 - 15:43

E' durata poco la quiete a Messinambiente. Dopo la protesta dei giorni scorsi, oltre 500 lavoratori sono stati colpiti da contestazioni disciplinari. Per il liquidatore "un atto dovuto", la Fp Cgil promette guerra. Calabrò però ha anche presentato una denuncia perché vuole che chi di competenza verifichi quali inadempienze, dentro Palazzo Zanca, hanno causato questa situazione.

Una raffica di contestazioni disciplinari. Oltre 550 provvedimenti che hanno colpito la stragrande maggioranza dei dipendenti di Messinambiente. Pugno durissimo della società di via Dogali dopo il blocco di 48 ore della raccolta rifiuti per la protesta dei lavoratori che con un’occupazione dell’autoparco di via Salandra hanno paralizzato tutto per ottenere lo stipendio di dicembre. Non era uno sciopero organizzato ma una protesta senza regole, dunque via alle contestazioni.

“Si tratta di un atto dovuto perché ci siamo trovati di fronte all’impossibilità di garantire i servizi di igiene pubblico e dunque Messinambiente ha necessariamente dovuto procedere con le contestazioni. Adesso sarà vagliata la singola posizione di ogni lavoratore colpito dal provvedimento. Sono comunque molto amareggiato e rammaricato perché sono consapevole delle difficoltà a cui sono andati incontro i lavoratori” ha dichiarato il liquidatore Giovanni Calabrò che proprio durante i due giorni di occupazione si era recato più volte in autoparco per far sentire anche la sua presenza agli operatori arrabbiati ed esasperati.

Mercoledì mattina la garanzia del pagamento dello stipendio aveva messo fine al blocco dei servizi, gli operatori erano immediatamente tornati sui mezzi, ma la quiete a quanto pare è durata poco. Oggi la sfilza di contestazioni disciplinari proprio per quei due giorni in cui quasi tutti i servizi, tranne quelli strettamente essenziali, sono stati interrotti. E, infatti, come si legge nei provvedimenti, ciò che Messinambiente contesta ai lavoratori è «l’interruzione del servizio con ripercussioni di ordine igienico sanitario e danno d’immagine per l’azienda». Quindi interruzione di un servizio pubblico essenziale, una batosta che suona quasi come una beffa per chi, fidandosi delle rassicurazioni, aveva anche rinunciato ad uno sciopero autorizzato.

Sul piede di guerra i sindacati. La segretaria della Fp Cgil Clara Crocè ha già messo tutto nelle mani dei legali del sindacato perché considera assolutamente inaccettabili questi provvedimenti che puniscono lavoratori che hanno dovuto elemosinare un loro diritto. “Se si parla di atto dovuto, allora dovrebbe essere un atto dovuto anche garantire gli stipendi e la sicurezza sui luoghi di lavoro” commenta la sindacalista che promette una battaglia durissima.

Una brutta pagina che avrà sicuramente pesanti strascichi. I lavoratori però non sono gli unici ad essere finiti nel mirino per queste giornate di emergenze e difficoltà. Il liquidatore Calabrò ha formalizzato una denuncia anche nei confronti di chi ha causato questa situazione: “Ho chiesto formalmente che chi di competenza possa accertare se quanto accaduto con il ritardo della fattura da liquidare a Messinambiente sia stato determinato da negligenza, incompetenza o volontà da parte di chi si occupa di questo settore. Io mi assumo le mie responsabilità e mi aspetto che anche gli altri facciano lo stesso”. Un ritardo, lo ricordiamo, causato dalla mancata attivazione del software della contabilità comunale e dei priblemi legati alla Tesoreria comunale, vista la mancanza del bilancio di previsione 2015. Responsabilità che dunque afferiscono all’area finanziaria di Palazzo Zanca e agli incarichi del segretario/direttore generale Antonio Le Donne.

Francesca Stornante

4 commenti

  1. Invito ancora una volta il Procuratore Guido LO FORTE ad aprire un fascicolo di indagine per omissione di servizio pubblico, per rischio grave alla salute dei messinesi. Troppo facile troppo comodo non pagare pegno. La soluzione, in attesa di grandi multiutility regionali, di cui parla Matteo Renzi, è la gestione di questo servizio pubblico da parte dei privati. Tanti bandi di gara, RACCOLTA RSU, DIFFERENZIATA, PULIZIA STRADE, VERDE PUBBLICO. Contratti triennali e quote mensili di pagamento, lasciando alle Circoscrizioni la delibera sulla qualità del servizio, incidente sia sulle eventuali sanzioni pecuniarie, sia sul rinnovo del contratto. CREDETEMI, non accarezzerebbero più la strada invece di ramazzarla energicamente.

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  2. Invito ancora una volta il Procuratore Guido LO FORTE ad aprire un fascicolo di indagine per omissione di servizio pubblico, per rischio grave alla salute dei messinesi. Troppo facile troppo comodo non pagare pegno. La soluzione, in attesa di grandi multiutility regionali, di cui parla Matteo Renzi, è la gestione di questo servizio pubblico da parte dei privati. Tanti bandi di gara, RACCOLTA RSU, DIFFERENZIATA, PULIZIA STRADE, VERDE PUBBLICO. Contratti triennali e quote mensili di pagamento, lasciando alle Circoscrizioni la delibera sulla qualità del servizio, incidente sia sulle eventuali sanzioni pecuniarie, sia sul rinnovo del contratto. CREDETEMI, non accarezzerebbero più la strada invece di ramazzarla energicamente.

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  3. Ma quali responsabilità si cercano? Bisogna invece cercare di capire che fine ha fatto la liquidità del Comune, considerato che l’Amministrazione a gennaio è già stata costretta con delibera a chiedere un aumento delle anticipazioni di cassa all’Unicredit. Mentre il saldo negativo attuale si dice già superiore ai 100-150/milioni di euro di scoperto e siamo ancora a gennaio a parte gli oneri finanziari che si determinano…..??? Così si parla del bilancio di previsione che manca ma non della mancanza di liquidità che rischia di far saltare tutto!

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  4. Ma quali responsabilità si cercano? Bisogna invece cercare di capire che fine ha fatto la liquidità del Comune, considerato che l’Amministrazione a gennaio è già stata costretta con delibera a chiedere un aumento delle anticipazioni di cassa all’Unicredit. Mentre il saldo negativo attuale si dice già superiore ai 100-150/milioni di euro di scoperto e siamo ancora a gennaio a parte gli oneri finanziari che si determinano…..??? Così si parla del bilancio di previsione che manca ma non della mancanza di liquidità che rischia di far saltare tutto!

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