La nuova era di MessinaServizi, servono almeno tre mesi: cosa accade adesso

La nuova era di MessinaServizi, servono almeno tre mesi: cosa accade adesso

Francesca Stornante

La nuova era di MessinaServizi, servono almeno tre mesi: cosa accade adesso

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lunedì 26 Giugno 2017 - 10:03

Inizia oggi una settimana frenetica e decisiva per la nuova MessinaServizi e per Messinambiente che tra pochi giorni dovrà presentarsi in Tribunale con il piano concordatario per evitare il fallimento. Le due strade sono legate a doppia mandata. Serve una nuova ordinanza straordinaria per la gestione dei rifiuti dal 1 luglio. Tanti passaggi che si intrecciano e si incrociano.

«Inizia una nuova era». Con queste parole il sindaco Accorinti ha battezzato l’approvazione dell’ultimo atto che mancava per far nascere davvero la MessinaServizi Bene Comune. Una nuova era che questa amministrazione comunale, con l’avallo di un consiglio sempre striminzito e sempre sul filo del rasoio, ha scritto nel Piano Aro e poi nelle carte della nuova società in house providing. La nuova era in realtà doveva iniziare già dal prossimo 1 luglio, questi erano i piani messi nero su bianco. Invece ovviamente serviranno altri mesi perché il voto di venerdì in consiglio comunale non sistema tutto con un colpo di bacchetta magica, ma apre la strada a quello che dovrà essere il futuro della gestione dei rifiuti in città per i prossimi 9 anni. In questi giorni il sindaco Accorinti firmerà l’ennesima ordinanza che proroga la gestione a Messinambiente, il 30 giugno scade infatti quella attualmente in vigore e l’approvazione dell’affidamento alla nuova società sarà l’alibi per poter ricorrere ancora ad uno strumento straordinario e urgente. Si dovrà però modificare anche il piano finanziario collegato alla Tari e che a inizio anno l’amministrazione Accorinti aveva diviso in due tranche, considerando che dal 1 luglio sarebbe già stata operativa la MessinaServizi.

In questi stessi giorni si deciderà che piano concordatario presentare al Tribunale per evitare il fallimento di Messinambiente. Tutto passa da qui adesso. Perché la strada del concordato “in continuità” poggia di fatto le sue basi sulla MessinaServizi e adesso che questa società può davvero prendere forma a Palazzo Zanca si dovrà decidere come procedere. Saranno giorni di riunioni serrate, già a cominciare da oggi. Per MessinaServizi la linea da seguire è quella fissata nel contratto di servizio approvato dal consiglio.

Adesso scattano i 90 giorni di tempo per avviare e portare a termine tutte le attività preliminari necessarie all’avvio del servizio. MessinaServizi Bene Comune avrà 6 mesi di tempo per costruirsi. Le intenzioni dell’amministrazione comunale e dell’amministratore unico della società sono di velocizzare al massimo ogni passaggio per evitare di dover tirare fino a fine anno in queste condizioni, ci sono però tempi tecnici da rispettare e aspetti burocratici che non dipendono solo dalla buona volontà. Innanzitutto serve chiudere il piano industriale della nuova società e procedere immediatamente con la registrazione al registro delle imprese e alla richiesta delle autorizzazioni regionali per la gestione dei servizi di igiene ambientale. Immediatamente si farà anche il bando per reclutare chi sarà il direttore generale della società. «Dovrà condividere strategie e percorso» aveva dichiarato Beniamino Ginatempo pochi giorni dopo della sua nomina, qualche nome aveva già iniziato a circolare tra i corridoi di Palazzo Zanca, adesso si attende solo il bando che sarà pubblicato a breve e che aprirà il termine per le candidature. Contestualmente dovrà iniziare anche l’iter per il passaggio del personale di Ato3 e Messinambiente alla nuova società. All’inizio doveva avvenire tutto tramite mobilità tra partecipate, sarebbe stato un passaggio semplice e indolore, ma quella norma è stata superata dunque adesso si dovrà aprire il dialogo con i sindacati per programmare il trasferimento dei lavoratori. Anche in questo caso però il destino della nuova società è legato a doppia mandata con Messinambiente: dipende tutto dal piano concordatario che in queste ore sarà al centro di una nuova assemblea dei soci e che entro il 3 luglio la società di via Dogali dovrà presentare in Tribunale. La strategia del concordato “in continuità” potrebbe prevedere infatti il trasferimento del ramo di azienda, dunque i lavoratori verrebbero ceduti “in blocco” a MessinaServizi. Si punterà invece a scartare l’ipotesi del licenziamento, del passaggio in Srr e della nuova assunzione in MessinaServizi perché in questo modo resterebbero fuori 110 lavoratori di Messinambiente che risultano in pianta organica solo dopo il 31 dicembre 2009. Sarebbero in pratica gli ultimi assunti di Messinambiente che così non troverebbero spazio. Quindi saranno giorni frenetici per capire il da farsi e studiare ogni mossa anche in base a quello che si deciderà di portare in Tribunale. Sperando poi, ovviamente, che il giudice accetti la proposta di concordato.

Scorrendo il contratto di servizio che il consiglio comunale ha votato venerdì, dopo settimane di farsa, si scopre che è stato tutto ben cadenzato. Entro 30 giorni MessinaServizi dovrà «verificare l’inventario degli impianti, dei beni immobili, delle attrezzature e delle altre dotazioni patrimoniali conferite» e anche qui non si può non tirare in ballo il concordato perché anche questo dipende dal destino di Messinambiente. Con la continuità e il trasferimento del ramo di azienda in pratica MessinaServizi dovrebbe prima di tutto affittare tutti i beni che Messinambiente metterebbe in concordato. Quindi anche questo passaggio sarà legato alla decisione del Tribunale.

Il Comune cederà in comodato d’uso gratuito a MessinaServizi l’autoparco di via Salandra, l’area dell’ex inceneritore di Pace e l’area della piattaforma sempre a Pace. I ricavi che deriveranno dalla vendita di rifiuti e materie prime spetteranno a MessinaServizi che dovrà tenerne conto riducendo il corrispettivo tariffario annuo richiesto al Comune. Sarà la Tari che pagano i messinesi a tenere in vita la società e a finanziare i servizi. L’intenzione ovviamente è anche quella di intercettare nuovi finanziamenti pubblici, soprattutto quelli europei, ma al momento bisogna pensare solo alle fondamenta.

MessinaServizi nei primi trenta giorni dovrà anche adottare la Carta della qualità del servizio. Dovrà contenere: gli indicatori e gli standard di efficienza e affidabilità del servizio da erogare, i dati di monitoraggio relativi al raggiungimento degli standard adottati e quelli relativi alla qualità percepita dagli utenti, l’istituzione di uffici aziendali per le relazioni con il pubblico, le modalità di accesso alle informazioni, sistemi per le segnalazioni dei disservizi, la regolamentazione per l’inoltro dei reclami.

Il Comune dovrà controllare che il contratto di servizio venga applicato e rispettato. Per questo potrà chiedere dati e relazioni, potrà effettuare visite e ispezioni, MessinaServizi dovrà produrre una relazione annuale con i dati sugli investimenti, i tempi di realizzazione, gli eventuali finanziamenti ricevuti. Sarà la stessa società, inoltre, a dover adottare un sistema di controllo di qualità, attraverso l’individuazione di una specifica figura responsabile che sarà tenuta a verificare eventuali no conformità del servizio, ad adottare specifiche azioni correttive a redigere un apposito rapporto da inviare ogni tre mesi al Comune.

Naturalmente il contratto di servizio cristallizza quali servizi dovrà gestire MessinaServizi, dividendoli in “servizi base”, “servizi accessori a richiesta” e “servizi connessi”. I servizi base sono: raccolta, trasporto, spazzamento, gestione dei centri di raccolta, rimozione discariche abusive, pulizia fiere, mercati, argini di torrenti, spiagge. Rientrano invece tra i servizi accessori: lavaggio strade e aree pubbliche, raccolta di rifiuti cimiteriali da attività di esumazione ed estumulazione, rimozione veicoli abbandonati, disinfestazioni e derattizzazioni. I servizi connessi sono invece tutte quelle attività connesse alla valorizzazione, al trattamento, al riciclo e al recupero dei rifiuti, come la gestione degli impianti esistenti o di nuovi. E’ l’allegato 3 del contratto di servizio a definire poi nel dettaglio come questi servizi dovranno essere svolti, sempre basandosi su quel famoso Piano Aro che ha dettato le linee generali della gestione rifiuti a cui punta adesso la città di Messina. E per questi servizi, considerando solo quelli base, è stato calcolato un corrispettivo economico annuo che, per i prossimi 9 anni, si aggira sui 34 milioni di euro annui.

Francesca Stornante

6 commenti

  1. Una nuova era, una svolta epocale,… ma finiscila di prenderci in giro. Non siamo beoti fino a questo punto!

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  2. Una nuova era, una svolta epocale,… ma finiscila di prenderci in giro. Non siamo beoti fino a questo punto!

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  3. La presunzione di questa amministrazione arrogante arriva sl punto di considerare l’ammissione al concordato come un fatto scontato. Staremo a vedere …

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  4. La presunzione di questa amministrazione arrogante arriva sl punto di considerare l’ammissione al concordato come un fatto scontato. Staremo a vedere …

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  5. i 110 sono quelli assunti con in contratto trimestrale farlocco e che alla scadenza si sono fatti assumere facendo causa ? Sono state stabilite le responsabilità ? Quale azienda può restare in piedi dovendo assumere, senza previsione, un 30% di personale in più ? Le domande ci sarebbero, se qualcuno potesse anche rispondere……..

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  6. i 110 sono quelli assunti con in contratto trimestrale farlocco e che alla scadenza si sono fatti assumere facendo causa ? Sono state stabilite le responsabilità ? Quale azienda può restare in piedi dovendo assumere, senza previsione, un 30% di personale in più ? Le domande ci sarebbero, se qualcuno potesse anche rispondere……..

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