Dieta mediterranea patrimonio dell'umanità: il convegno stamane al Palazzo camerale

Dieta mediterranea patrimonio dell’umanità: il convegno stamane al Palazzo camerale

Sara Faraci

Dieta mediterranea patrimonio dell’umanità: il convegno stamane al Palazzo camerale

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lunedì 27 Maggio 2013 - 13:10

Si è svolto stamane l'incontro "Biodiversità e dieta Mediterranea", organizzato dalla Camera di Commercio e dall'Azienda speciale servizi alle imprese. Sottolineati i benefici di uno stile di alimentazione sano e le benefiche ricadute economiche del consumo dei prodotti locali

Abitudine salutare e volano per l’economia locale. E’ il doppio, positivo volto della dieta mediterranea, riconosciuta dall’Unesco “patrimonio dell’umanità”. Una consapevolezza cui si deve particolare attenzione dato che una pratica alimentare improntata al consumo dei prodotti della nostra terra costituisce un vero e proprio stile di vita. Uno dei più sani a quanto pare.

A porre l’accento su un tema attualissimo a fronte di un consumo smodato di cibi ipercalorici e di un inarrestabile trionfo del “cibo spazzatura”, la Camera di Commercio e l’Azienda speciale servizi alle imprese che, in sinergia con Unioncamere e l’associazione “NonsoloCibus”, ha posto i riflettori sull’interessante tematica, nel corso del convegno “Biodiversità e dieta Mediterranea”, tenutosi stamane al Palazzo camerale.

Obiettivo finale: diffondere questa pratica alimentare dalla forte valenza salutistica, sollecitando una decisa riappropriazione delle proprie tradizioni territoriali anche in vista delle più che auspicabili, positive ricadute economiche per i produttori locali che certo non potevano non essere messe in conto dalla Camera di Commercio – come ha affermato Giuseppe Salpietro, moderatore dell’incontro e responsabile per le attività di promozione della stessa Camera di Commercio.

Un messaggio piuttosto condiviso che, tuttavia, incontra ancora, prevedibilmente, il forte sbarramento esercitato dalle nuove generazioni, sempre più lontane da standard di vita sani e dedite, complici i frenetici ritmi della routine quotidiana, a pratiche alimentari spesso opinabili. Una constatazione, questa, che giunge dal presidente di “NonsoloCibus”, Fabrizio Scaramuzza, il quale mostra però tutta l’intenzione della sua organizzazione a non arretrare di fronte a queste difficoltà radicate e proseguire nella politica dissuasiva in modo “sistematico e continuo”.

Al convegno, che ha ricevuto pure il patrocinio dell’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica nonché dell’Istituto “Antonello”, hanno preso parte anche Elvira D’Orazio, dirigente scolastico dell’Istituto “Antonello”; Salvatore Di Bella dell’associazione “NonsoloCibus”; Giacomo Caudo, presidente dell’Ordine dei medici e Luigi Pinci, presidente del “Centro ricerche nutrizionali studi ambientali e sociali”.

Dopo i saluti iniziali di rito, hanno preso la parola personalità eminenti che hanno dato il proprio contributo all’approfondimento della tematica in dibattito. Di rilievo l’intervento di Giuseppe Vinci, presidente dell’Adi, sezione Sicilia, e responsabile del Servizio dietetico dell’Ospedale “S. Antonio Abate” di Trapani, che ha esposto la propria relazione “La dieta mediterranea patrimonio dell’umanità”. Pregevoli anche le osservazioni di Antonio Caretto, segretario generale dell’Adi e direttore dell’unità operativa complessa di Endocrinologia, malattie metaboliche e nutrizione clinica dell’Ospedale “Perrino” di Brindisi, che si è soffermato su “Mito e realtà”.

Sono poi seguiti Salvatore Salerno, past presidente dell’Adi Sicilia e dirigente del servizio di Dietetica dell’Azienda ospedaliera “Vittorio Emanuele” di Catania, che ha parlato de “La diversità e la nuova piramide”; Luigi Manasseri, referente della Società italiana di nutrizione umana per la Sicilia e la Calabria e professore associato di Fisiologia umana alla facoltà di Medicina e chirurgia di Messina, che ha preso in esame “La grassa Dieta”, infine, Giuseppina Patti, segretario dell’Adi Sicilia, la quale ha trattato della “Cultura alimentare e identità in Sicilia” e Santo Morabito, responsabile dell’unità operativa Servizio dietetico dell’Azienda ospedali riuniti “Papardo-Piemonte” di Messina, che ha puntato i riflettori sulle facce più specifiche della dieta mediterranea con la propria relazione “Stagionalità, territorialità e ristorazione collettiva”.

Il meeting ha raccolto, quindi, le osservazioni da parte di un nutrito gruppo degli esperti del settore che hanno scandagliato i diversi volti della tematica affrontata e si è concluso, dunque, con una degustazione di prodotti biologici. (Sara Faraci)

Un commento

  1. Mitico Santino, … come sempre.

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