Educazione affettiva vietata nelle scuole? Il porno diventa programma parallelo

Educazione affettiva vietata nelle scuole? Il porno diventa programma parallelo

Redazione

Educazione affettiva vietata nelle scuole? Il porno diventa programma parallelo

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domenica 02 Novembre 2025 - 08:20

Il sociologo UniMe Francesco Pira sull'ultima direttiva governativa che riguarda l'educazione

“La scelta di vietare l’educazione sessuale nelle scuole medie e di introdurre il consenso informato alle superiori rappresenta, a mio avviso, un cortocircuito istituzionale significativo. La scuola, che dovrebbe essere il presidio educativo più autorevole e sicuro, rischia di essere sostituita dall’industria pornografica come principale fonte di apprendimento sulla sessualità. È come se decidessimo di spegnere la luce in aula, sperando che i ragazzi imparino a orientarsi nel buio”. Lo afferma Francesco Pira, professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Messina, da anni impegnato nei progetti di educazione ai sentimenti e promotore di un approccio integrato all’educomunicazione.

Senza educazione sentimentale si alza il rischio porno

“Nel mio lavoro sul campo – prosegue il sociologo – ho incontrato centinaia di preadolescenti e adolescenti. Li ho ascoltati nei loro silenzi, nelle loro fragilità, nel loro bisogno spesso inespresso di essere accompagnati nel riconoscere le emozioni, il rispetto del corpo, il consenso, la relazione autentica. Quando manca una narrazione educativa, il rischio è che si affermi quella più accessibile, ma anche più distorta: la pornografia online. È qui che molti ragazzi, da soli, iniziano a costruire la propria idea di intimità, relazione e identità. Ed è un terreno che non è neutro: è pieno di stereotipi, violenza simbolica, modelli tossici”.

Educazione integrata

Il professor Pira rilancia la proposta di un’educazione integrata, con un’équipe stabile di esperti nelle scuole e percorsi di formazione continua per i genitori.

“Occorre una scuola che non abbia paura di parlare di sentimenti, di identità, di sessualità, in modo serio e scientifico. Ma serve anche una scuola per genitori, perché oggi molte famiglie si trovano disorientate di fronte alla velocità dei cambiamenti culturali. L’alleanza educativa tra scuola, famiglia e territorio è l’unico modo per contrastare il vuoto formativo che lascia spazio alla pornografia come surrogato educativo”.

Sul tema, il sociologo richiama anche l’urgenza di un approccio comunicativo innovativo: “La campagna #HackingThePorn lanciata in questi giorni è la conferma che la comunicazione può essere un ponte, anche nei luoghi più impensabili. Ma non può sostituirsi all’istituzione scolastica. Serve una buona educomunicazione che sia capace di incontrare i giovani dove sono, ma anche di accompagnarli dove non sono ancora arrivati, con linguaggi appropriati, con competenza e con rispetto”.

“Non possiamo arretrare proprio adesso – conclude il sociologo Pira –. Mentre cresce il disagio relazionale, mentre il dato sul primo rapporto sessuale sotto i 13 anni ci interroga, mentre metà degli adolescenti non parla mai di sesso in famiglia, scegliere il silenzio è una forma di complicità. Non si tratta di ideologia, ma di responsabilità educativa. E di futuro”.

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2 commenti

  1. Constato, con rammarico, l’ennesima occasione persa, di creare una rete sinergica di conoscenza, di dialogo e di coerenza tra il mondo dell’Istruzione Pubblica e le altre Agenzie Sociali, a danno, ancora un volta, della popolazione scolastica. Credetemi, non è un buon segno. Si dovrebbe invece, andare in direzione contraria, sviluppando ed efficientando questi preziosi canali di conoscenza e cultura. Si dovrebbe sviluppare la Medicina Scolastica, nel suo ruolo educativo e preventivo, invece di contribuire a favorire il suo dissolvimento. Perchè tutto questo ???? Eppure esiste una corposa legislazione in materia (a partire dalla L. 883/78 ….. , soltanto da applicare compiutamente.

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  2. Vedete è facile dire ” educazione sessuale nelle scuole “, cosa vuol dire, per i giovani credo abbia solo un significato che poi è quello sbagliato.
    E poi chi lo ha detto che nei programmi scolastici ministeriali l’argomento / la materia non è affrontata. Di certo ai bambini di prima elementare non si può parlare di ” educazione sessuale ” come se ne può parlare ai ragazzi di prima Liceo.
    Ricordo che quando frequentai le medie nella materia ” Scienze ” si studiava anche il corpo umano e i bravi insegnanti oltre che ha spiegarti/elencarti le parti di cui è composto sapevano anche spiegarti le loro funzioni in modo semplice ma chiaro. Una volta erano i genitori a dare le prime importanti spiegazioni ai figli sul mondo sessuale, oggi mi sa tanto che non sanno da dove cominciare,
    Forse ricominciare dalle basi è sempre la cosa migliore.

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