Se una farfalla sbatte le ali al Comune, la signora Cristina fa i biscotti a Natale

Se una farfalla sbatte le ali al Comune, la signora Cristina fa i biscotti a Natale

Rosaria Brancato

Se una farfalla sbatte le ali al Comune, la signora Cristina fa i biscotti a Natale

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domenica 09 Dicembre 2012 - 08:31

Si chiama "effetto farfalla" ed è quella catena che unisce eventi apparentemente slegati e distanti nel tempo, nelle dimensioni e nello spazio. E' per questa teoria del caos che "pioverà" per tutti a causa di una farfalla che a Palazzo Zanca ha iniziato a sbattere le ali e sarà un Natale "diversamente ricco".

L’altro giorno, come centinaia di messinesi, sono rimasta bloccata nel traffico per ore, causa incidente in tangenziale. Sono partita dal Comune alle 13.20 e sono arrivata alla piscina comunale alle 15.10. Ho trascorso quelle due ore in auto con mio figlio e lui non riusciva a spiegarsi come fosse possibile, alla luce della logica e delle leggi della natura, che un incidente in tangenziale tra Gazzi e San Filippo potesse paralizzare per ore il centro di Messina. Gli ho risposto citando il metereologo americano Edward Lorenz a proposito di eventi originati da cause apparentemente lontane nel tempo,nello spazio e nelle dimensioni: “Il battito d’ali di una farfalla in Brasile può causare un tornado in Texas”.In realtà pare che lui disse “il battito d’ali di un gabbiano potrebbe cambiare il clima per sempre” e fu un suo collega a correggere la frase che divenne tra le più note al mondo con la farfalla che viene dislocata di volta in volta a New York o Pechino o Dubai, ma riesce sempre a scatenare cataclismi dall’altra parte del globo.

E’ la teoria dell’effetto farfalla ,quella catena invisibile che collega eventi apparentemente distanti ma che ci ricordano che siamo un unico Universo e che ogni anello è legato agli altri indissolubilmente. E’ per l’effetto farfalla che un tamponamento in autostrada ha rovinato la giornata a centinaia di messinesi. E gli esempi possono continuare.

Se Croce sbatte le ali a Palazzo Zanca, Rosaria Brancato tra un mese avrà di nuovo l’herpes alle labbra e la signora Cristina farà i biscotti a Natale”.

Vi chiederete chi è la signora Cristina e che ve ne frega che farà i biscotti a Natale o che a me tornerà l’herpes. In realtà questa catena di eventi apparentemente slegati toccherà ognuno di voi uno di questi giorni e pioverà, per qualcuno saranno poche gocce e per altri un nubifragio, ma siamo tutti sotto la stessa nuvola.

Un mattino, per cause a tutti note, Croce stabilisce due cose: 1) alle cooperative dei servizi sociali non saranno più rinnovati i contratti 2) per riscuotere i crediti, come Amam e Tarsu si procederà con società di recupero. Quanto all’Imu è già stata elevata alla soglia massima e dobbiamo pagarla nei prossimi giorni.

Ecco quindi che la farfalla sbatte le ali. Le cooperative spediscono le lettere di licenziamento a circa 500 persone, che entro gennaio saranno in strada dopo 10, 15, 17 anni di precariato.Le cooperative dei servizi sociali hanno la pessima abitudine di aiutare le fasce deboli, quindi non saranno più garantiti servizi a queste categorie, anziani, malati, disabili, bambini. Chiudono i centri sociali nei quartieri a rischio, le mense scolastiche, il servizio trasporto e assistenza per studenti disabili, Casa Serena. Potrei citare altre decine di esempi perché il servizio sociale è fatto di una rete di rapporti umani che si stabiliscono tra utente ed operatore che va al di là del rapporto cliente-esercente. Se la signora Cristina pulisce mia madre anziana e malata, ci parla, le fa compagnia, spesso le fa la spesa e magari, quando può, le compra pure le caramelle che io le vieto e la vizia, perché oltre ad essere il suo “lavoro”, ha imparato a volerle bene. Dunque 500 persone smettono di lavorare. Quasi tutte non prendono stipendi dai 3 ai 5 mesi. Se la signora Cristina non fa più assistenza domiciliare ci sarà la figlia dell’assistito, o qualcuno della famiglia che dovrà smettere di lavorare per prendere il suo posto, ci sarà qualcuno che non potrà più andare a fisioterapia o nei centri per disabili.. Messina vive di precariato, pubblico e privato, in ogni famiglia se c’è un marito che è contrattista al Comune possibilmente la moglie lavora in una cooperativa. Le variabili sono infinite perché uno dei due potrebbe lavorare all’Atm, Messinambiente, o in un ente di Formazione, girala come vuoi lo stipendio fisso è comunque un miraggio. Se la signora Cristina perde il lavoro tutta la famiglia tira la cinghia. Se entro Natale deve sborsare pure l’Imu alla soglia massima, Tarsu e Amam arretrati è la disperazione. Se non pagano i dipendenti Atm il servizio non funziona, i ragazzi non possono andare a scuola, c’è chi non può andare a lavorare, è una catena di immiserimento che comporta automaticamente altre perdite di posti di lavoro e fa precipitare la qualità della vita. Torniamo alla signora Cristina che ha perso il posto e deve pagare Imu, Tarsu, Amam. Risparmierà su tutto, da pane alle scarpe per i bambini. Potete pure fare isole pedonali in mille vie ma in queste condizioni i negozi resteranno vuoti. Se i negozi non fanno affari anche i commercianti (quelli che hanno resistito eroicamente alla crisi) cadranno nella spirale e non potranno pagare i loro dipendenti e le loro tasse. Se i commercianti sono in crisi non fanno pubblicità quindi niente spot e messaggi pubblicitari né a Tcf né a Tempostretto. Se non entra pubblicità i giornalisti non vengono pagati regolarmente. Tiriamo la cinghia anche noi. E fu così che io, che devo pure pagare Imu e Tarsu, devo risparmiare pure sull’aria e anche se non sono spendacciona, ho dovuto comprare il rossetto ad un euro, fatto con chissà quali sostanze chimiche che mi provoca irritazioni alle labbra che durano per giorni. Raccontano Buzzanca e gli ex assessori che quando nel 2008 s’insediarono trovarono un buco nero nelle casse comunali, ereditato dalla giunta Genovese, ma pensarono di andare avanti lo stesso senza allarmismi, per non licenziare, non tagliare servizi, contando sui governi amici Berlusconi e Lombardo. In quel momento la farfalla era un bruco, stava crescendo nel bozzo. Quattro anni dopo la giunta Buzzanca non c’è più e la farfalla ha iniziato a sbattere le ali: sono iniziati i licenziamenti, si tagliano i servizi, si aumentano le tasse al massimo. Un vecchio politico democristiano amava dire ai colleghi: “ricordatevi che un buon politico non risolve i problemi, ma li gestisce”. In sostanza, nutre il bruco. Non so voi, ma per me il dissesto non è un’ombra ma una realtà concreta e quotidiana che vivo ogni giorno quando mi telefonano i messinesi disperati, il precario, il papà di una disabile che non avrà il servizio, la mamma arrabbiata perchè il figlio va a scuola con l’acqua che piove sui banchi. A mio figlio ho detto che sarà un Natale “diversamente ricco” per tutti. La signora Cristina che ha due figli ed è brava in cucina, farà biscotti per tutti, con le forme di animali e di cuoricini e sarà sempre Natale. Adoro le farfalle che sono il simbolo della vita che rinasce dalla morte del bruco, ma qualche volta il bruco è meglio evitare che si trasformi.

Rosaria Brancato

14 commenti

  1. Bravissima e chiarissima come sempre, però mi sà che non sia una farfalla a sbattere le ali ,ma un corvo.

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  2. Lo chiamerei più realisticamente ed economicamente parlando: effetto domino.
    In realtà già da qualche anno il comune cittadino aveva la percezione che le ali della farfallina – si badi bene non quella di Belen – stavano cominciando a sbattere.
    Certamente lo sventolio non lo si deve attribuire esclusivamente a Monti, il quale nelle vesti di non politico, ha reso nota la situazione e questo certamente ha amplificato la bufera scaturita dallo sfarfallio.
    La nostra città come tante che già camminavano non in punta di piedi, ma con lo zampone sull’orlo del precipizio, è precipitata. Non ci voleva molto ad intuirlo, tranne coloro che nominati dalla cittadinanza, credevano di poter essere risucchiati su da qualche angelo con ali più forti della farfalla.
    Poi si sono accorti che di angeli non ne esistono, ma troppo tardi e sono caduti miserevolmente nella pozza.
    Le responsabilità di tutto questo sfacelo a cui assistiamo giornalmente sono ben descritte ed imputabili.
    Ma dopo che le abbiamo descritte, dopo che abbiamo trovato e scovato i patrocinatori del dissesto?
    Nulla.
    E dato che il nulla avrà il sopravvento pensiamo e guardiamo al futuro.
    Facciamo sì che non ci incantiamo innanzi alla farfallina, quella si di Belen, ma reagiamo.
    Abbiamo ognuno nel proprio piccolo disossato quanto si poteva disossare, abbiamo tutti noi nel nostro piccolo contribuito che questa carogna ormai ossa e brandelli venisse annientata.
    Chi più chi meno ha dato il suo contributo in negativo.
    E’ arrivato il momento di guardarci in faccia e non restituire il mal tolto, tanto lo stiamo ripagando a caro prezzo, ma ognuno di noi faccia la sua parte per contribuire al risveglio sociale ed economico di questa città assente da anni.
    Quello che mi auguro e che non con tanta facilità si stringa la mano o si dia una pacca sulla spalla ai rei non confessi di questo strazio che stiamo vivendo.

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  3. ART.21 COSTITUZIONE. Carissima Rosaria BRANCATO, tra qualche giorno partirò per raggiungere la parte più fresca della mia famiglia, in una città, dove il battito delle ali di una farfalla in quel Municipio, non provoca crisi nel grande porto, non riduce la raccolta differenziata a percentuali nord europee, non produce ritardi sulla precisione al nano secondo dei loro bus urbani, non provoca iter istruttori con silenzio assenso in edilizia, in un territorio dove si costruisce più di Messina ma non come Messina, non ferma i Servizi Sociali, tutti resi con la LIBERA SCELTA dei cittadini, di grandissima qualità e meno costosi dei nostri, non ferma la produzione di un numero impressionante di aziende di ogni categoria merceologica. Cara Rosaria, l’elenco è così lungo che provoca rabbia e invidia, per cui mi fermo. Diamo almeno una risposta al tuo ragazzo, quella sulla immobilità urbana di Messina, demerito di praticoni urbanisti, con tanto di laurea in Architettura e Ingegneria, non degni dei giganti della Urbs Messana, che per centinaia di anni, hanno disegnato la nostra città ad ANFITEATRO, amavono la urbs e non si rubavono il panorama a vicenda. Non hanno nemmeno l’alibi dell’ignoranza, perchè da sempre, i nostri concittadini divulgatori, ci raccontano la nostra storia urbanistica, come l’architetto Nino PRINCIPATO e il prof. Franz RICCOBONO, per citare i più conosciuti, e mai chiamati a ruoli di responsabilità dalla politica. Ma i messinesi, quelli che amano questo territorio ce la faranno, è scritto nella nostra storia. MARIEDIT HA FIDUCIA IN QUESTI MESSINESI, W W W MESSINA.

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  4. FRANCESCO TIANO 9 Dicembre 2012 09:59

    Le farfalle sono variopinte, non mi sembra abbiano un monocolore come le rappresenta la Dottoressa Rosaria Brancato. Il battito d’ali ha origini storiche e le concause si sarebbero potute prevedere se alla guida della macchina amministrativa, sin dai tempi che furono, noi cittadini avessimo avuto la capacità di scegliere diversamente. I servizi sociali bisogna, essenzialmente, che vengano dati. Il resto è soltanto una politica di parte.

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  5. ROSARIA BRANCATO FOTOGRAFA CORRETTAMENTE IL DRAMMATICO DISSESTO DI UNA CITTÀ . BISOGNA CONVENIRE PERO’ CHE QUESTO DISASTRO NON RIGUARDA SOLO MESSINA MA AHIME IN QUALCHE MODO UN PO TUTTA L’ITALIA . LE RESPONSABILITÀ SONO AMPIE E TRAVERSALI E COINVOLGONO VASTI STRATI DI CLASSI DIRIGENTI E POLITICHE E DI CHI LI HA ELETTI A RAPPRESENTARLI. POSSIAMO SPOSARE QUESTA O QUELLA TEORIA PER ADDEBBITARE ERRORI,COLPE O DOLO NELLA CONDUZIONE DELLA COSA PUBBLICA .POSSIAMO NEL CONTEMPO DIVIDERCI SULLE DIVERSE SOLUZIONI (euro si euro no,integrazione reale europea ,sovranità monetaria,nazionalizzare le banche etc etc ) PER USCIRE DALLA CRISI IN ATTO,LA PIÙ DURA DAL DOPOGUERRA. CERTO E’ CHE LA CRISI PASSA SOPRA LE NOSTRE TESTE E NOI POVERI CITTADINI DI UNA CITTA’ MARGINALE PICCOLA E POVERA NON POSSIAMO FARCI UN BEL NULLA. LE DECISIONI PASSANO SULLE NOSTRE TESTE E SI PRENDONO IN POSTI LONTANISIMI COMPLICE LA GLOBALIZZAZIONE E LA FINANZIARIZZAZIONE DELL’ ECONOMIA. .L’ITALIA E’ PAESE A SOVRANITA’ lIMITATA ..MA IMMAGINIAMO SOLO PER UN MOMENTO CHIUDENDO GLI OCCHI CHE A MESSINA FOSSERO STATI APERTI I CANTIERI PER LA COSTRUZIONE DEL PONTE ( TECNICI IMPIEGATI OPERAI APPALTI SUB APPALTI ) ,LA FOTOGRAFIA SAREBBE STATA COSÌ DRAMMATICA ? PAGHEREMO TUTTI LA RESPONSABILITÀ DI AVER TRASCURATO IL TRENO DELLA SALVEZZA NOSTRA E DEI NOSTRI FIGLI. ATTENDO CON PIACERE DI ESSERE SMENTITO.

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  6. bravi tutti giornalista e commentatori, ma un briciolo di speranza, una luce in fondo al tunnel, la constatazione che é dal basso che si puó rinascere e che Messina e i Messinesi lo hanno sempre saputo fare, che per questo dobbiamo lottare tutti e tutti i giorni …….

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  7. Possiamo proporre sindaco MARIEDIT ,PRINCIPATO , RICCOBONO nella giunta e assessore al bilancio.. TOTÒ il falsario per stampare banconote perfette.. perche non so se si e’ capito BAMBOLE NON C’È UNA LIRA. I PICCIULI FINERU. Chi ha magnato finora puo’ anche andare via in montagna al FRESCO come Lei mentre noi cittadini amanti della città , che abbiamo creduto ed investito “putemu stari frischi”. …. Ah dimenticavo per passare lo stretto si consiglia l’aereo ,la nave o a nuoto come Grillo.sarà forse un po’ freddino ma….e’ così romantico naturale e suggestivo….che ce ne facciamo di questo PONTE che costerebbe quasi DIECI MILIARDI , con le opere connesse . Lasciamo perdere Infrastruttura FARAONICA ed INUTILE….per chi non ha mai realizzato un ca..volo nella vita lavorativa se non elemosinare risorse dallo STATO centrale che e’ bene ribadire sono alla noia ha chiuso ormai i rubinetti impoverendo una nazione finalmente Unita Sud e Nord …fatte salve alcune zone franche TAV TORINO LIONE PEDEMONTANA,VALICO,EXPO’….guarda caso tutte oltre la linea gotica povera e diseredata…

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  8. Negli ultimi 10 anni le famiglie italiane han perso il 40% della loro ricchezza. La disgrazia e’ che ognuno ha una spiegazione diversa e poco plausibile per come è accaduto. La finanza ebraica, i massoni riuniti in semiconclave, il peso della Chiesa, il liberismo selvaggio, il capitalismo che impoverisce l’umanitá, Berlusconi (che pensava solo ai fatti suoi, al calcio, ai soldi e un’altra roba che ora non mi viene in mente), le banche che sono troppo poco regolate, gli speculatori di provincia e quelli di citta’, i grandi evasori fiscali, i piccoli evasori, chi ha portato i soldi alle Antille, chi li ha portati in Svizzera.

    Nello stesso lasso di tempo la spesa pubblica raddoppiava e la pressione fiscale raggiungeva il piu’ alto livello di qualunque paese nella storia dell’umanita’.

    Solo chi non sa guardare alla storia con la dovuta imparzialità potrebbe pensare che quel che attanaglia Messina oggi sia frutto del caso.
    Questo era solo e semplicemente scritto.
    I soldi degli altri – quelli che pagano tutti questi padri di famiglia – sono finiti. Caput!

    Il giorno in cui Messina cambierà nuovamente paradigma economico (fino agli anni ’70 a Messina c’erano le Industrie con la ‘I’ maiuscola), probabilmente questa città tornerà a vivere. Prima di allora, il declino continuerà inesorabile.

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  9. Egr.clip53,condivido il suo commento sulle cause della crisi e probabilmente hanno fondamento un po’ tutte le concause in esso richiamate.Mi permetto soltanto di farle osservare che il nuovo “paradigma economico” da Lei propugnato e che dovrebbe costituire la base per il rilancio della Città, purtroppo NON ESISTE….a meno che il Messinese si sveglia dal letargo e “PUNTA SUL PONTE”

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  10. IMMAGINIAMO SOLO PER UN MOMENTO CHIUDENDO GLI OCCHI CHE A MESSINA FOSSERO STATI APERTI I CANTIERI PER LA COSTRUZIONE DEL PONTE ( TECNICI IMPIEGATI OPERAI APPALTI SUB APPALTI ) ,LA FOTOGRAFIA SAREBBE STATA COSÌ DRAMMATICA ? …….
    Tu sai quanto è costata fino ad adesso la SOCIETA STRETTO DI MESSINA da quando è nata?(1981 – Viene costituita la concessionaria Stretto di Messina S.p.A. con la partecipazione finanziaria di ITALSTAT, IRI al 51% e con Ferrovie dello Stato, ANAS, Regione Siciliana e Regione Calabria in percentuali uguali del 12,25% ciascuno.
    Alla concessionaria è demandata tutta l’attività di progettazione dell’opera, la realizzazione e la futura gestione.) nel quinquennio 2002/2006, hanno subito un consistente incremento a partire dalla nomina ad Amministratore delegato di Ciucci;
    è facilmente rilevabile che nel quadriennio 2003/2006 tutte le voci delle suddette spese hanno subito forti incrementi, con un’oscillazione minima del 50% sino a quella massima del 1.000%, rispetto all’esercizio-base 2002, per le spese di propaganda e pubblicità, passate da 110.000 euro nel 2002 a 1.480.000 euro nel 2004;
    particolarmente rilevante è stato l’aumento della voce “emolumenti e gettoni di presenza amministratori”, stabilita in 526.000 euro nel 2002 con un picco di 1.616.000 euro nel 2006, con un incremento di circa il 200%, essendo stata triplicata la spesa-base 2002, secondo una costante elevazione dei costi di circa 140.000 euro nel 2006 rispetto al 2005 e di circa 639.000 euro nel 2003, nei confronti del 2002: maggiorazioni prodottesi appena Ciucci ha assunto le funzioni di amministratore delegato;
    il compenso annuale di Ciucci è stato di oltre 700.000 euro annui pagati, a quanto consta, da Fintecna, dietro rimborso da parte della società Stretto di Messina, con una manovra contabile di innalzamento degli emolumenti di Ciucci in Fintecna, costruita al fine da far apparire il compenso di Ciucci, una fittizia partita di giro;
    rilevante, poi, è stato l’incremento dei costi del personale (stipendi), passati da 1.453.000 euro del 2002 a 6.590.000 euro del 2006, relativi ad una consistenza di 36 unità nel 2002 è di 102 unità nel 2006, che sconta i trasferimenti all’ANAS di 18 unità;
    altrettanto rilevante è stato, infine, l’incremento dei “costi del personale, comprensivo di tutti gli oneri di competenza – sociali – TFR – altri costi” passati da 2.067.000 euro nel 2002 a 9.272.000 euro del 2006 con un incremento di circa 7.200.000 euro nel 2006 rispetto al 2002: oltre il 300%; Come leggi sei stato smentito, NON PENSI CHE SE VOLEVANO FARE IL PONTE PER SALVARE NOI E I NOSTRI FIGLI COME DICI TU A QUEST’ORA NON AVREBBERO GIA’ COMINCIATO INVECE DI SPENDERE SOLDI COSI COME TI HO RIPORTATO…. POVERO ILLUSO

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  11. Mi trovo in sintonia con il commento di dissenso ma ….

    credo che, non credendo più alle favole, l’unica via d’uscita da questa misera situazione è una strada percorsa da tutti quanti, nessuno escluso, con il solo senso del buon padre di famiglia.
    Niente più simposi, tavole rotonde e fantomatiche riunione dove si parla parla… parla.
    1 – ci si deve misurare sulla raccolta differenziata dei rifiuti, dove per esempio recuperare il vetro per fare altre bottiglie o bicchieri, capite che ciò significherebbero posti di lavoro.
    2 – il dissesto idrogeologico dovrebbe essere un’altro punto importante
    3 – risolvere veramente il problema dei tir in città, ed anche se momentaneamente con il porto a Tremestieri da fare con tutti i santi crismi, per poi utilizzarlo qualora si dovesse fare il ponte come porticciolo turistico.

    Forse tutti i mali non vengono per nuocere;
    Forse è la volta buona che ci si rimbocchi le maniche e si lavori intanto per una Messina migliore poi si vedrà;
    Sostengo che bisogna avere un sogno da realizzare e mi potete dare dell’illuso ma vorrei una città dove non ci si pianga più addosso ma si reagisca.

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  12. Caro Giuttari
    mi dispiace dirti che il famigerato Ponte, non si farà per almeno i prossimi 50 anni, no per problemi squisitamente tecnici, ma soprattutto perchè unisce due realtà economicamente subsviluppate e senza nessuna prospettiva perchè nemmeno prese in considerazione dagli investitori “seri”.
    Almano che non si creda alle favole che cicliamente ad ogni elezione spuntano ultima delle quali il fondo sovrano cinese.

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  13. Io credo che si stia facendo troppa filosofia, troppi discorsi da avvocato Azzeccagarbugli (non mi riferisco, ovviamente, alla bravissima Brancato), con il che si corre il rischio di giustificare tutto e tutti.
    La situazione è riconducibile, molto semplicemente, alla cattiva gestione della cosa pubblica, come una ditta mal gestita fallisce, così una famiglia mal condotta si riempie di debiti.
    La domanda da porsi è:”Messina riuscirà mai a trovare persone in grado di gestire bene la cosa pubblica?”
    Qual’è il metodo per trovare tali persone?
    I Cittadini li sapranno scegliere?

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  14. puzza di bruciato 10 Dicembre 2012 11:20

    Ragazzi come mai nessun commento al servizio “Report” di ieri sera!!!!!!non so perché ma mi sono sentito molto orgoglioso di fare parte di questa città…. finalmente non possono dire che siamo buddaci, para-sacchi, mancia pani a tradimentu, faccioli ecc. ecc. abbiamo fatto vedere di che pasta siamo fatti e come la studiamo bene a tavolino…. Altro che gattopardo!!!!

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