"Energie pulite", a Reggio nuovo sequestro da un milione di euro per Mordà. VIDEO

“Energie pulite”, a Reggio nuovo sequestro da un milione di euro per Mordà. VIDEO

Redazione

“Energie pulite”, a Reggio nuovo sequestro da un milione di euro per Mordà. VIDEO

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mercoledì 14 Aprile 2021 - 09:33

"Congelati" all'imprenditore 27 orologi di lusso, un anello con pietre preziose e 147mila euro in contanti ritenuti provento d'attività illecite

Operazione “Energie pulite”, nuovo sequestro da un milione di euro nei confronti dell’imprenditore Antonino Mordà.
Personale della Dia (la Direzione investigativa antimafia), militari dello Scico (Servizio centrale d’investigazione sulla criminalità organizzata) di Roma e del Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura nazionale antimafia guidata da Federico Cafiero de Raho e della locale Dda diretta dal procuratore distrettuale Giovanni Bombardieri, hanno eseguito un ulteriore provvedimento ablativo emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria – presieduta dalla Dott.ssa Ornella Pastore, nei confronti dell’imprenditore Antonino Mordà cl. ’69, già coinvolto nell’operazione “Energie Pulite” che, nell’ottobre del 2020, aveva portato al sequestro di prevenzione del patrimonio riconducibile al medesimo imprenditore, a Antonino Scimone cl. ’75 e Pietro Canale cl. ’79, costituito dall’intero compendio aziendale di 18 imprese/società commerciali sedenti sia in Italia sia all’estero, nonché 18 immobili, 7 automezzi, 1 imbarcazione da diporto, 10 orologi di pregio (Rolex, Paul Picot, Baume & Mercier), disponibilità finanziarie e rapporti bancari/assicurativi, per un valore complessivo stimato in circa 50 milioni di euro.

La figura criminale delle persone sopracitate era altresì emersa nel corso dell’operazione “Martingala”, condotta nel febbraio 2018 da personale della D.I.A. e della Guardia di Finanza di Reggio Calabria con l’esecuzione di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso nei confronti di 27 persone, ritenute responsabili a vario titolo dei reati di associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego di denaro, di beni, di utilità di provenienza illecita, usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, trasferimento fraudolento di valori, frode fiscale nonché associazione a delinquere finalizzata all’emissione di false fatturazioni e reati fallimentari nonché con il sequestro di 51 società, 19 immobili e disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo di circa €. 100.000.000.
In dettaglio, le indagini avevano consentito di accertare l’esistenza di un articolato sodalizio criminale dedito alla commissione di gravi delitti, con base a Bianco (RC) e proiezioni operative non solo in tutta la provincia reggina, ma anche in altre regioni italiane e persino all’estero, i cui elementi di vertice erano stati identificati in membri delle famiglie Barbaro “I Nigri” di Platì, Nirta “Scalzone” di San Luca ed in Antonio Scimone – principale artefice del meccanismo delle false fatturazioni e vero “regista” delle movimentazioni finanziarie dissimulate dietro apparenti attività commerciali – rinviato a giudizio per svariate ipotesi di reato, tra cui concorso esterno in associazione mafiosa, dirigenza di un’associazione finalizzata al riciclaggio ed al reimpiego, nonché all’intestazione fittizia di beni, all’emissione ed utilizzo di fatture false, funzionali ad agevolare l’attività di infiltrazione occulta negli appalti pubblici della ‘ndrangheta, verso la quale era drenate imponenti risorse.

Gli ulteriori accertamenti investigativi esperiti dal personale della D.I.A., del G.I.C.O. del Nucleo PEF di Reggio Calabria e dello SCICO di Roma a carico di Antonino Mordàin atto, rinviato a giudizio per le ipotesi di reato di associazione di stampo mafioso (per cui è ancora oggi cautelato), trasferimento fraudolento di valori, estorsione, bancarotta, usura e reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche e finanziarie, fattispecie in diversi casi aggravate dall’aver agevolato gli interessi della ‘ndrangheta – hanno permesso di riscontrare la riconducibilità di fatto, in capo al medesimo, di ulteriori beni di lusso e denaro contante, solo formalmente nella disponibilità di prossimi congiunti . Tali risultanze, comunicate all’autorità giudiziaria, sono confluite in un’ulteriore proposta formulata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, accolta dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale reggino mediante l’emissione dell’odierno provvedimento.

Nello specifico sono stati sequestrati nr. 27 orologi di lusso di grandi firme (Rolex, Tudor, Patek Philippe, Cartier, Audemax Piguet ect), un anello con incastonate pietre preziose griffato Nardelli e ben 147.000,00 euro in contanti, in banconote di taglio da 500 e 200 euro, ritenuti di provenienza illecita.
L’operazione odierna, frutto di sinergica collaborazione tra Forze di Polizia efficacemente coordinate dalla Procura Nazionale Antimafia e dalla Procura Distrettuale reggina, testimonia l’incessante azione di contrasto ad ogni forma di infiltrazione della ‘ndrangheta nell’economia legale.

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