“Ercole e le stalle di Augia” – Iperbolica irriverenza sulla deriva della contemporaneità

“Ercole e le stalle di Augia” – Iperbolica irriverenza sulla deriva della contemporaneità

Tosi Siragusa

“Ercole e le stalle di Augia” – Iperbolica irriverenza sulla deriva della contemporaneità

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sabato 17 Dicembre 2022 - 06:55

Ai Magazzini del Sale ancora una pregiata pièce – per la “Rassegna di valore doppia replica” dall’omonimo radiodramma di Friederich Durrenmatt, interpretata magistralmente da Stefano Parigi

MESSINA – Ai Magazzini del Sale ancora una pregiata pièce – per la “Rassegna di valore doppia replica” dall’omonimo radiodramma di Friederich Durrenmatt, interpretata magistralmente da Stefano Parigi, con adattamento e direzione del valente Marco Di Costanzo, su traduzione di Ippolito Pizzimenti.

La ben nota cifra dissacrante e urticante del drammaturgo svizzero, connotata di raffinatezza pur mentre getta nuova linfa, rigenerando alla sua maniera le meravigliose vicende del mito, presentandoci personaggi, esemplari nel comune sentire, in una riuscita chiave ironica, raggiunge nel radiodramma del 1954 un picco di eccellenza.

Una delle dodici fatiche di Ercole, la quinta, in questa vincente rivisitazione, diviene incentrata sulla missione di ripulire in un solo giorno il territorio della città di Elide, regno di Augia dal letame che lo aveva ricoperto per la sussistenza di un gran numero di cavalli, e greggi ,in cambio di un lauto compenso ,necessario a causa dei debiti per l’elevato tenore di vita dell’eroe, ma l’impresa riuscirà oltremodo impossibile, attesa l’incapacità della politica di addivenire ad una qualsivoglia soluzione ragionata, assunta in condivisione: pur concordando, infatti, il Parlamento Eleo sulla necessità di deletamizzare, mille saranno i distinguo, che, alfine, creeranno una stasi rispetto all’obiettivo.

Esilarante” e surreale mise en scene”, adattamento e trasposizione di un testo in tedesco, nato per la radio… ma si ride con amarezza, condividendo – e come potrebbe non farsi – la visione tragica sui destini dell’umanità, ove regnano quasi incontrastati il crollo dei valori, conflitti sociali intestini e la carente visione di una classe politica, inetta e non di certo lungimirante, che non persegue il bene pubblico, ma il personale tornaconto. Né andrà meglio in Stinfalia, che andrebbe ripulita dallo sterco comune. Il letame e lo sterco non sono estirpabili, permeando oramai di sé ogni ganglio del pianeta, e la disfatta non pare evitabile, pur se ,infine, pare aprirsi uno spiraglio, con la riuscita trasformazione, ad opera di Augia, del letame in humus.

Una produzione Teatro dell’Elce in collaborazione con Dip. Di Musica e Nuove Tecnologie Conservatorio di Firenze.

Le musiche originali di Giovanni Bartolomei ed il suono di Andrea Pistolesi, con musiche tratte per lo più dalla celeberrima Sinfonia “Dal nuovo mondo” di Antonin Dvorak, impreziosiscono ancor più la piece.

Una cifra, quella del Teatro fiorentino, volta a raggiungere un’utenza sempre più ampia, nel segno di performances popolari e di elevato spessore qualitativo al contempo.

Nessuna scenografia, se si eccettua un tavolino- sgabello bianco, una stola di color arancio e un ombrello nero, elementi tutti funzionali alla narrazione e, dunque, scelti in rappresentazione di differenziate valenze.

Tutto si trasforma in altro… in un magico scenario da Wunderkammer, lasciato alla libera interpretazione del pubblico, alla sua immaginazione e fantasia creativa.

Non si ambisce a definire gli ambienti e i luoghi, solo evocati, tutto, per dirla con il grandissimo Durrenmatt è smaterializzato, ma con pertinenti riferimenti, ricreato…

Stefano Parigi, nei panni del narratore, è davvero eccelso nella resa, con innegabili capacità mimiche, di una miriade di personaggi, da Ercole, al fido Polibio, alla dolce Deianira, ai quali conferisce qualificazione e tratti caratterizzanti con stupefacente abilità, a mezzo di indiscusso ausilio delle scelte registiche, sotto traccia eppur pregnanti.

In conclusione, altra immensa performance, che ha avvinto i numerosi e appassionati spettatori, che hanno espresso con calore il meritato plauso.

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