Estensione del dominio della lotta, ovvero l’esordio di Houellebecq

Estensione del dominio della lotta, ovvero l’esordio di Houellebecq

Giacomo Maria Arrigo

Estensione del dominio della lotta, ovvero l’esordio di Houellebecq

Tag:

venerdì 03 Aprile 2020 - 08:13

Il romanzo d'esordio di Houellebecq nel 1994 è un classico contemporaneo che racconta la solitudine e la disperazione dell'uomo post-moderno.

È il suo primo romanzo. Estensione del dominio della lotta, titolo lungo e difficile, mette quasi in soggezione. Ma è un libro breve, quindi abbordabile. Con questo romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1994, Michel Houellebecq si affacciò al mondo editoriale. Una vera e propria bomba, come traspare già dalla prima pagina: «Due tizie sono venute a sedersi proprio su quel divano. Sono due tizie tutt’altro che belle, anzi, due cesse totali. Vanno sempre a mensa in coppia e leggono libri sullo sviluppo del linguaggio nei bambini, quel tipo di roba lì». Poche parole e descrizioni affilate, puntuali ed essenziali. Una bomba, appunto.

Lo sfilacciamento del legame sociale e la solitudine dell’uomo post-moderno, la follia collettiva e il bisogno di un pizzico d’amore: queste le coordinate del romanzo, così come, in pratica, di tutti i suoi successivi romanzi. Lo svanire del senso del sacro ha indebolito il tessuto sociale, la sete di vita è quasi scomparsa e le fonti da cui attingere sono pressoché svanite. In un dialogo contenuto nel testo emerge con tutta la sua forza questa polverizzazione sociale: un informatico fiducioso nelle possibilità delle nuove tecnologie si affretta a cantare le lodi dei nuovi sistemi di comunicazione. «Lui paragonava in qualche modo la società a un cervello e gli individui a cellule cerebrali, per le quali è infatti auspicabile stabilire il massimo delle interconnessioni. Ma l’analogia si fermava lì. Perché lui, essendo un liberale, non era affatto un fautore di ciò che occorre davvero al cervello: un progetto di unificazione». Agitazione sociale mista a niente: Houellebecq descrive il nichilismo.

Il consumo è ciò che «contribuisce al consolidamento del proprio essere», scrive. E la discoteca, lo svago, il libertinaggio sessuale, diventano la norma. In un passaggio particolarmente intenso Houellebecq descrive una donna, Véronique, la quale «apparteneva a una generazione sacrificata, come tutti noi. Sicuramente era stata capace di amore; avrebbe desiderato esserlo ancora, questo glielo riconosco; ma non era più possibile. Fenomeno raro, artificiale e tardivo, l’amore può svilupparsi solo in condizioni mentali speciali, raramente compresenti, del tutto in contrasto con la libertà di costumi che caratterizza l’epoca moderna. Véronique aveva frequentato troppe discoteche e troppi amanti; un simile sistema di vita impoverisce l’essere umano e gli infligge danni a volte gravi e sempre irreparabili. L’amore come innocenza e come capacità d’illusione, come attitudine a riassumere in un unico essere amato la totalità dell’altro sesso, resiste di rado a un anno di vagabondaggio sessuale, mai a due. In realtà, le varie esperienze sessuali accumulate nell’adolescenza minano e distruggono rapidamente qualsiasi possibilità di proiezione di tipo sentimentale e romantico».

Ma quindi cosa è il dominio della lotta di cui parla il titolo? La poderosa esperienza narcisistica della (post)cultura contemporanea ha prodotto una inevitabile atomizzazione e alienazione, sicché la famiglia come modello di vita etica diventa vieppiù anacronistica e vetusta, addirittura impossibile. L’animalità umana emerge in tutta la sua freddezza nella sessualità sganciata da qualsivoglia relazione amorosa. Nelle parole di Houellebecq: «Il liberalismo economico è l’estensione dell’ambito della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. Allo stesso modo, il liberalismo sessuale è l’estensione dell’ambito della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. Sul piano economico, Raphaël Tisserand appartiene alla schiera dei vincitori; sul piano sessuale, a quello dei vinti. Alcuni vincono su entrambi i fronti; altri perdono su entrambi i fronti. Le aziende si contendono determinati giovani laureati; le femmine si disputano determinati giovani maschi; i maschi si contendono determinate giovani femmine; lo scompiglio e la confusione sono considerevoli».

E quando il giovane protagonista viene ricoverato in un ospedale psichiatrico, il medico gli chiede: «”A quando risalgono i suoi rapporti sessuali più recenti?” “A poco più di due anni fa”. Ah!” ha esclamato in tono quasi trionfale. “Vede? In queste condizioni, come potrebbe amare la vita?…”» Tutto è ridotto al sesso e alle sue seduzioni. L’eccedenza, l’alterità, l’incontro genuino, il sacro: tutto questo scompare dall’orizzonte dell’uomo post-moderno, condannato a cacciare prede sessuali e a guadagnare quanti più soldi possibili. Per poi concludere la vita in un appartamento ben arredato ma in totale solitudine.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007