Restyling del Teatro Vittorio Emanuele, adesso c’è anche l’avviso di gara

Restyling del Teatro Vittorio Emanuele, adesso c’è anche l’avviso di gara

Danila La Torre

Restyling del Teatro Vittorio Emanuele, adesso c’è anche l’avviso di gara

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giovedì 06 Marzo 2014 - 00:42

Dopo l’approvazione del progetto esecutivo e della convenzione con la Arcus Spa, risalenti allo scorso luglio, è stato pubblicato l’avviso di pubblico incanto per i lavori di manutenzione al Teatro. A far discutere, però, è ancorala complicata situazione gestionale dell’ente: il deputato Rinaldi interroga il Governo Crocetta

Piano piano ed un passo alla volta, il Teatro Vittorio Emanuele potrà finalmente essere sottoposto ai lavori di manutenzione straordinaria, programmati nel 2012. Nell’albo pretorio del Comune, è stato pubblicato l’avviso di pubblico incanto: per presentare le offerte ci sarà tempo sino al 3 arile 2014 (vedi link in basso).

Lo scorso luglio la giunta Accorinti aveva dato il via libera al progetto esecutivo “Il Teatro Vittorio Emanuele di Messina nel XXI secolo-progetto di manutenzione immobile adibito a teatro” e all’approvazione della convenzione con la Arcus Spa. E’, infatti, la suddetta società a finanziare integralmente gli interventi per un importo complessivo di 500 mila euro, di cui 422.083,11 per lavori a base d'asta (comprensivi di 11.161,46 euro quali oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso d'asta) e 77.916,89 euro per somme a disposizione dell'Amministrazione.

Nella gara, il termine di esecuzione è fissato in 200 giorni «naturali e consecutivi decorrenti dalla data di consegna dei lavori».

Nello specifico, l’attività di restyling interno riguarderà: la revisione, l’adeguamento e l’ampliamento dell’impianto rilevazione fumi; la rimozione della moquette e la collocazione in sala del parquet; il rifacimento della tappezzeria e dell’imbottitura delle poltrone; la sostituzione del sipario alla greca; la realizzazione della prima americana dal palcoscenico; la riparazione dei ponti mobili del palcoscenico; ed anche altro.

Il progetto sugli interventi di manutenzione al Teatro Vittorio Emanuele era stato inserito, tramite emendamento presentato dall’allora consigliere comunale Pippo Capurro, nel piano triennale delle Opere pubbliche 2012-2014, aggiornamento opere pubbliche 2011-2013 – elenco annuale 2012, approvato due anni fa dal Consiglio comunale. L’ iter burocratico-amministrativo , iniziato sul finire dell’amministrazione Buzzanca (luglio 2012) con la nomina a progettista dei lavori dell’ing. Salvatore Saglimbeni del Dipartimento Urbanizzazioni Primarie e Secondarie del Comune, era proseguito durante la fase commissariale, con la presentazione nel dicembre 2102, del progetto esecutivo da parte dello stesso Saglimbeni, ed era approdato lo scorso, in piena amministrazione Accorinti, ad un porto sicuro: l' approvazione del progetto esecutivo e della convezione . La pubblicazione della gara aggiunge adesso una nuova ed importante tessera al puzzle, ai fini della sua definitiva composizione e dell’avvio dei lavori.

Al di là dell’estetica”, resta tuttavia il nodo gestionale dell’ente teatrale, su cui interviene il deputato regionale Franco Rinaldi. Attraverso una interrogazione, l’esponente messinese del Pd chiede al Governo della Regione di spiegare «quali sono i motivi che, a tutt’oggi, impediscono la ratifica del Consiglio di Amministrazione dell’Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina, impedendone di fatto ogni attività di programmazione, istituzionale e di gestione amministrativa».

Rinaldi sollecita, quindi, Crocetta a valutare «la possibilità di procedere con urgenza agli adempimenti necessari per dotare il Teatro di Messina dell’organo di amministrazione necessario allo svolgimento delle sue finalità istituzionali e della sua vocazione lirica-musicale e di prosa, di enorme rilievo culturale per la città di Messina e per l’intera provincia».

Nel documento, l’esponente messinese del Pd ricorda che lo scorso 14 gennaio « l’Assessore regionale al ramo, in occasione di una riunione congiunta delle Commissioni Cultura del comune di Messina e dell’ARS, tenutasi a Palazzo Zanca, aveva assunto precisi impegni sulla imminente erogazione al Teatro delle risorse economiche necessarie per il rilancio delle sue attività culturali”. In effetti, da allora, nulla si è mosso, nonostante i ripetuti appelli, provenienti soprattutto da parte della commissione cultura di Palazzo Zanca, presieduta dal consigliere Piero Adamo.

Rinaldi invoca, quindi, un cambio di rotta e, a conclusione della sua interrogazione, afferma che «l’assenza del Consiglio di Amministrazione, unico organo deputato alla gestione dell’Ente sta travolgendo non soltanto l’Ente teatrale ma ogni soggetto in esso coinvolto, quali i lavoratori e le maestranze».

L’auspicio è che, dopo tanto silenzio, la Regione batta finalmente un colpo. E non mortale, preferibilmente. (Danila La Torre)

http://albopretorio.comune.messina.it/jalbopretorio/AlboPretorio?servizio=dettaglio&idPratica=40541&

4 commenti

  1. Sono d’accordo alle opere di ristritturazione, in funzione del futuro utilizzo del teatro.
    Tempo fa ho scritto (ma non è stato pubblicato9 che, stante lo sfascio della cultura a messina, proponevo di utilizzare il Vittorio Emanuele come sala ricevimenti (matrimoni, battesimi, diciottesimi, lauree e ricorrenze varie).
    L’orchestra esistente potrebbe allietare le serate ed il personale potrebbe servire ai tavoli.
    Si otterrebbe, innanzitutto, di evitare i licenziamenti e si potrebbe avere un attivo per le casse.
    Molti anni fa, sopra il cinema Metropol, da alcuni anni trasformato in supermercato, c’era una sala ricevimenti che andava per la maggiore, che diede lavoro a molti messinesi.
    Non dite poi che a Messina il lavoro non c’è.
    Le uniche attività realmente floride sono legate alla ristorazione: rosticcerie, tavole calde, trattorie.
    Adeguarsi ai te

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  2. FERMATELI

    orrore,orrore. Vogliono mettere di nuovo mano sul teatro Vittorio Emanuele III. Non sono bastati gli scippi e gli scempi commessi prima.
    Chissà se rimarrà un vero teatro a Messina!

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  3. Ma almeno lasciarlo in pace questo fino al prossimo terremoto no? Ci hanno messo più di settanta anni per riaprirlo….! Buttare soldi in operazioni inutili per un teatro che non è storico, non ha alcun passato glorioso e il presente è ancora peggio. Quanto la futuro non ne ha proprio il teatro così come è concepito.
    Il teatro poi è inutile già di per sé. Trasformiamolo in un centro di accoglienza per migranti con i soldi o aspettiamo il prossimo terremoto ed evitiamo semplicemente di ricostruirlo.

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  4. Non mi piace essere disfattista, Io lo chiuderei, rifarei tutta la sala teatrale con una ricostruzione filologica «com’era, dov’era» così come è stato fatto al Petruzzelli di Bari e La Fenice di Venezia entrambi distrutti da incendi…ovviamente è un progetto ambizioso ma possibile

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