Maxi evasione di 2 milioni di euro: denunciati in cinque. Sigilli a immobili, auto e società

Maxi evasione di 2 milioni di euro: denunciati in cinque. Sigilli a immobili, auto e società

Veronica Crocitti

Maxi evasione di 2 milioni di euro: denunciati in cinque. Sigilli a immobili, auto e società

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venerdì 13 Dicembre 2013 - 09:12

I finanzieri della Compagnia di Taormina smascherano un'evasione fiscale milionaria e mettono i sigilli a 5 immobili, 4 società, 2 automobili e rapporti bancari. A finire sotto accusa una nota cooperativa con sede a Giardini Naxos ma, di fatto, mera copertura di un'impresa di Seregno operante nel settore assemblaggio e confezionamento.

Hanno evaso oltre 2 milioni di euro e, per allontanare l’attenzione del fisco, hanno indicato come amministratore della loro società un pensionato leccese che, all’inizio dell’anno, si era visto notificare dal nulla avvisi di accertamento per oltre 700mila euro.

Gli ideatori del disegno criminoso erano cinque imprenditori e professionisti che, stamani, sono stati raggiunti dalla Fiamme Gialle e denunciati. Si tratta di un rinomato consulente bergamasco, del cognato, di un imprenditore milanese, di altri due imprenditori e collaboratori di Milano e Foggia, nonché di un commercialista romano.

Su disposizione del GIP Giovanni De Marco, scattano inoltre i sigilli per cinque immobili, quattro società, due automobili e diversi rapporti bancari. La lunga indagine brillantemente condotta dai finanzieri della Compagnia di Taormina ha così sgominato una nota società cooperativa con sede legale a Giardini Naxos che, in realtà, era la copertura di un’impresa di Seregno operante nel settore dell’assemblaggio e del confezionamento dei prodotti.

Nel 2009 non avevano presentato la dichiarazione dei redditi e, invece, avevano messo a punto un piano ingegnoso per evadere il fisco. Il disegno era semplice: la cooperativa vantava crediti Iva inesistenti che poi utilizzava per compensare i versamenti contributivi e le ritenute IRPEF degli oltre 200 dipendenti che, in realtà, lavoravano per altre imprese. Un giro di imbrogli che consentiva di acquisire commesse applicando prezzi più che competitivi e falsando, dunque, la concorrenza con gli operatori onesti del settore. Una falsa comunicazione alla Camera di Commercio di Messina aveva inoltre fatto sì che un venisse intromesso anche un ignaro pensionato di Lecce che era stato indicato quale amministratore della società cooperativa.

Si chiude così il cerchio di indagini condotte dai Sostituti Procuratore Fabrizio Monaco e Alessia Giorgianni.

Veronica Crocitti

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