L'esito del Consiglio comunale
Si è conclusa con un duplice esito, tra speranze turistiche e rinvii industriali, l’ultima seduta del Consiglio Comunale di Francavilla di Sicilia. Se da un lato è stato approvato il regolamento per il biglietto d’ingresso all’Area Gurne/Vulli dell’Alcantara, dall’altro la discussione sull’ampliamento dell’impianto produttivo della multinazionale Di Costa S.p.A., con importanti ricadute occupazionali, è stata posticipata.
Gurne
Dopo un’ampia discussione, il Consiglio Comunale ha dato il via libera al regolamento per il biglietto d’ingresso dell’Area Gurne/Vulli dell’Alcantara. Questa decisione apre la strada alla possibilità di percorrere il suggestivo tratto delle Gurne/Vulli con quad, mini quad o a piedi, una volta sistemato il percorso panoramico. L’amministrazione punta su questo importante risultato per incrementare il flusso turistico nella zona e attirare l’attenzione di tour operator, valorizzando le bellezze naturalistiche del territorio francavillese.
L’Impianto Di Costa S.p.A.
Meno fortunata è stata la mozione presentata dai Gruppi Consiliari di minoranza relativa all’ampliamento dell’impianto produttivo della Di Costa S.p.A., situato in Contrada Barilaro. Nonostante l’importanza della questione per i livelli occupazionali locali, la discussione è stata rimandata a un’altra seduta.
La mozione era calendarizzata come secondo punto all’ordine del giorno, ma su istanza della maggioranza consiliare, e con il voto favorevole dei suoi membri, è stata spostata all’ultimo posto. A causa della “tarda ora”, la discussione non ha avuto luogo, portando a un nuovo rinvio della questione.
La vicenda si trascina da tempo: già il 26 aprile 2022, la Di Costa S.p.A. aveva presentato richiesta di parere per l’ampliamento, e la Giunta Municipale, con delibera n. 79 del 3 giugno 2022, aveva unanimemente approvato la proposta, dando mandato all’Area Tecnica di procedere. A seguito di ciò, l’azienda aveva investito in studi e progettazioni.
Il 6 febbraio 2025 e il 14 marzo 2025, la Di Costa S.p.A. aveva inoltrato ulteriori richieste per il completamento dell’iter amministrativo e la progettazione definitiva dell’opificio. La problematica principale risiede nella destinazione d’uso attuale del sito nel Piano Regolatore Generale (PRG), che lo classifica come “mercato carni, mercato avicunicolo, mercato ortofrutticolo e mercato dei fiori”. Sebbene il sito possa essere compatibile con un opificio industriale, ciò richiede una variante allo strumento urbanistico, previa un atto di indirizzo della Giunta Comunale, come previsto dalla Legge Regionale n. 19 del 2020.
