Scandalo Unime. Adamo: "In caso di processo, il Comune si costitusca parte civile"

Scandalo Unime. Adamo: “In caso di processo, il Comune si costitusca parte civile”

Eleonora Corace

Scandalo Unime. Adamo: “In caso di processo, il Comune si costitusca parte civile”

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mercoledì 02 Ottobre 2013 - 07:23

Scandalo all'Università di Messina, nella sua pregiudiziale durante la seduta del consiglio comunale di ieri, il consigliere di Siamo Messina, Piero Adamo chiede, nel caso si arrivasse ad un processo, che il Comune si costituisca parte civile per "il danno all'immagine della città e al futuro dei giovani". Proposta condivisa all'unanimità dal Consiglio comunale

Furto di futuro ai danni dei giovani”. Ipotizzando questo nuovo quanto terribile reato, l’associazione Addiopizzo era intervenuta pochi mesi fa riguardo l’ultimo scandalo esploso all’Università di Messina. Due gironi fa, stesso scenario. Due docenti dell'Università sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza per un concorso truccato alla Facoltà di Farmacia (vedi correlato). Di nuovo tutti i media nazionali hanno parlato di Unime, con la conseguente cattiva pubblicità che questo comporta. Nuovamente gli studenti e tutti i giovani che lottano per un lavoro e costruirsi un futuro “normale” si sono sentiti traditi e mortificati da un sistema in cui vince chi ha conoscenze piuttosto di chi punta esclusivamente sulla sua propria preparazione. Un fatto troppo grave per poter passare inosservato nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale.

A prendere una posizione netta in Aula il consigliere comunale di Siamo Messina, Piero Adamo: “Le ultime quarantotto ore hanno visto venire alla luce l’ennesimo fatto sconfortante che riguarda l’Università di Messina. Credo che sia opportuno discuterne anche in aula. La nostra università è balzata ancora una volta agli allori della cronaca nazionale. Una cosa che ha fatto molta impressione soprattutto, forse, a chi appartiene alla mia generazione, ormai svilita da un titolo di studio mortificato”. Al di là delle illegalità e del degrado morale che li accompagna, un effetto collaterale degli scandali all’Università di Messina è, infatti, la non considerazione del titolo di studio perseguito dagli studenti dell’Ateneo Peloritano.

Una clamorosa ingiustizia sullo stile di “fare di tutta l’erba un fascio” che rischia seriamente di ledere le chance lavorative di tantissimi ragazze e ragazzi. “Molti ragazzicommenta amaramente Adamoormai hanno visto accantonare il proprio curriculum solo perché laureati nella nostra pluricitata Università. Ci sono, certo, delle mele marce ma non devono guastare l’intero cesto. Dobbiamo renderci conto che l’università è la città e la città, l’Università”. Per dare un segnale forte che parli di una netta presa di distanza da ogni fenomeno di corruzione o nepotismo, Adamo chiede che il Comune, nel caso si dovesse giungere all’eventualità di un processo, si costituisca parte civile “per il danno all’immagine della città e al futuro dei suoi ragazzi”.

In attesa di sapere se sarà processo o meno, comunque, il consigliere di Siamo Messina ha direttamente coinvolto anche il Consiglio Comunale: “Chiedo al Presidente Emilia Barrile, inoltre, di inviare una lettera al Rettore Navarra che attesti tutta l’apprensione del consiglio comunale, con in più un invito a difendere gli interessi degli studenti messinesi. Non possiamo stare zitti di fronte a quello che è un vero e proprio scandalo nazionale”. (Eleonora Corace)

5 commenti

  1. Ma perchè meravigliarsi? Molto tempo qualcuno disse: “I figli dei docenti sono avvantaggiati nei concorsi in quanto più bravi degli altri. Essi infatti crescono in un ambiente familiare agiato ed acculturato e quindi è naturale che siano più preparati.” E’ una questione ambientale, insomma. Rassegnamoci.

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  2. SaltaLaMacchia 2 Ottobre 2013 09:54

    Ma dai! Il problema resta lo stesso.
    Se il concorso lo vincesse uno bravo poi sarebbe il figlio del prof a dover emigrare.
    Il livello culturale della citta’ salirebbe enormemente! Ma ve la immaginate una Messina cosi’ ?

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  3. Stessa -giustissima- presa di posizione si dovrebbe prendere quando e -se- si accerteranno le responsabilità del sig.tomasello ex rettore dell’università, in caso contrario si farebbe una stridente e ingiusta differenziazione.

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  4. B R A V I S S I M O Piero ADAMO. Condivido pienamente la sua proposta, anzi invito R E N A T O sindaco a farla propria e proporla al Consiglio Comunale. I messinesi, in particolare gli studenti, sono le prime vittime di questi reati, abbiamo tutto il diritto di chiedere un risarcimento, da destinare a borse di studio per i giovani messinesi più meritevoli.

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  5. ci meravigliamo di una prassi che dura da sempre. prima i più bravi venivano superati all’esame orale,dopo la legge gelmini che obbliga il candidato a presentare la sua pubblicazione, quindi quello che ha fatto, il sistema, per superare l’ostacolo, obbliga il più bravo alla rinuncia. l’italiano la truffa c’è la nel sangue, è nel nostro dna

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