La Regione mette l'ecotassa per chi non differenzia, il Comune impugna l'ordinanza davanti al Tar

La Regione mette l’ecotassa per chi non differenzia, il Comune impugna l’ordinanza davanti al Tar

Francesca Stornante

La Regione mette l’ecotassa per chi non differenzia, il Comune impugna l’ordinanza davanti al Tar

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martedì 13 Ottobre 2015 - 23:19

L'amministrazione Accorinti presenterà ricorso contro l'ordinanza regionale del 14 luglio scorso, quella che di fatto ha rinnovato la gestione emergenziale dei rifiuti per l'intera Sicilia. Nel provvedimento spunta un tributo extra per i Comuni che non raggiungono certe quote di raccolta differenziata, ma la Regione dimentica dove nascono i problemi.

Messina dichiara guerra alla Regione. L’amministrazione Accorinti non ha intenzione di abbassare la testa sulla questione rifiuti e a distanza di tre mesi dall’ultima ordinanza siglata dal presidente Rosario Crocetta per la gestione rifiuti ha deciso di mettere tutto nelle mani del Tar. Sarà presentato ricorso contro quell’ordinanza datata 14 luglio 2015 e toccherà all’avvocato Arturo Merlo impugnare l’atto con cui la Regione ha prorogato ancora la gestione emergenziale del difficilissimo comparto rifiuti.

Si tratta di un provvedimento corposo, rinnovato dal presidente Crocetta per l’ennesima volta per far fronte alla «eccezionale e urgente necessità di tutela ambientale» e, come si legge nell’atto, unica strada percorribile per «l’impossibilità di provvedere se non con lo strumento straordinario dell’ordinanza contingibile e urgente prevista dall’art 191 del D.lgs. 152 del 2006». Dunque Sicilia costantemente in crisi sul fronte dei rifiuti, che si trova costretta ad operare a suon di ordinanze straordinarie, Sicilia che fa i conti con discariche al collasso e alle quali, sempre utilizzando i poteri emergenziali, si ordina di continuare a ricevere i rifiuti e in qualche caso anche di aumentare le quantità di smaltimento, nonostante i siti siciliani siano ormai saturi. Sicilia che non ha applicato il piano regionale dei rifiuti, che non ha ancora attuato la legge regionale 9 del 2010 che avrebbe dovuto rivoluzionare il sistema rifiuti a partire dalla liquidazione degli Ato e che, tra le tante cose, avrebbe dovuto sancire la nascita delle Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti (S.R.R.), la modifica del sistema di competenze in materia di rifiuti, le nuove regole in tema di raccolta differenziata e di disciplina dei rifiuti speciali, la regolamentazione delle ordinanze sindacali in tema d’urgenza. Ad oggi di tutto questo non si è concretizzato nulla. Ma l’ultima ordinanza regionale rischia di punire i Comuni siciliani dimenticando che molte colpe stanno a monte.

Nel provvedimento del 14 luglio, infatti, spunta l’ecotassa che potrebbe caricare un’ulteriore mazzata economica a chi non rispetta determinati parametri legati alla raccolta differenziata. La brutta sorpresa è contenuta dentro l’art 8 dell’ordinanza, dove al comma 3 si legge che «l’amministrazione regionale applicherà ai soggetti conferitori di rifiuti in discarica che, entro l’anno 2015, non raggiungeranno un livello di raccolta differenziata almeno pari al 36%, il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti». Ciò significa che praticamente a metà anno la Regione dice ai Comuni siciliani che andranno incontro ad un tributo speciale in base alla quantità di spazzatura che portano in discarica. Quindi più si differenzia, guardando al famoso obiettivo del 65% di differenziata entro il 2015, meno sarà cara questa sorta di ecotassa. In una tabella ci sono le varie fasce che stabiliscono quanto si pagherà per ogni kg di immondizia portata in discarica: Messina, con il suo 10% di differenziata, si piazza al gradino più basso e dunque potrebbe ritrovarsi a dover sborsare 0,01 euro al kg per gli inerti e 0,02582 euro al kg per rifiuti pericolosi e non pericolosi perché ha una percentuale inferiore al 15%.

Il caso messinese però non è isolato, anzi a detenere questo record negativo è l’intera regione. La Sicilia è l’ultima in Italia per raccolta differenziata pro-capite, il 93% dei rifiuti viene ancora smaltito in discarica, a fronte di una media nazionale del 37% e le città capoluogo sono tutte sotto quel tetto del 15%.

Proprio per questo l’amministrazione Accorinti non ci sta e ha deciso di portare al Tar l’ordinanza regionale. Un’ordinanza in cui la stessa Regione richiama a più riprese la necessità di attuare la riforma del sistema integrato dei rifiuti e di adottare tutti gli strumenti utili ai fini di un significativo incremento dell’attuale percentuale di raccolta differenziata, ammettendo dunque il ritardo su una gestione rifiuti che possa definirsi quantomeno normale. Per l’assessore Daniele Ialacqua è impensabile che sia proprio la Regione, prima colpevole di questa condizione, a bacchettare i Comuni e a tassarli per inadempienze che hanno radici molto profonde, così come è impensabile che a Palazzo Zanca nessuno si sia accorto di un passaggio così importante che aveva già provato a segnalare. E così proverà a vincere questa battaglia sui tavoli del Tar, nella speranza che anche altri Comuni, quantomeno le altre due città metropolitane Catania e Palermo possano seguire lo stesso percorso e non farsi strozzare ancora una volta da chi dovrebbe quantomeno sentirsi corresponsabile dello sfascio della gestione rifiuti.

Francesca Stornante

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