Le ragioni della protesta della categoria, dopo la protesta dei direttori e lo stato di agitazione dei funzionari qualificati
Hanno incrociato le braccia e manifestato sulle scale di palazzo Piacentini i cancellieri esperti in agitazione dopo l’accordo in corso tra sindacati e Ministero della Giustizia sul nuovo ordinamento professionale.
Le ragioni della protesta
“Siamo qui a manifestare il nostro fermo dissenso alla sottoscrizione del contratto integrativo che conduce, di fatto, al demansionamento del cancelliere esperto. Il Ministero della Giustizia vorrebbe disattendere tutti gli impegni assunti e appiattire, in sintesi, non solo la nostra, ma tutte le qualifiche. Questa disattenzione nei confronti del personale amministrativo è inaccettabile. Il Ministero della Giustizia ha assunto personale altamente qualificato, salvo oggi volerlo relegare ed ingabbiare in aree non confacenti alle competenze ed elevate professionalità possedute”.
“Il comitato che abbiamo costituito a livello nazionale è pronto a battersi in ogni modo contro questo sciagurato accordo che, purtroppo, vede poco combattivi anche i sindacati che con maggiore forza e fermezza dovrebbero difendere, sostenere e tutelare i diritti e le legittime istanze dei lavoratori”, spiegano i cancellieri esperti che hanno preso parte al sit in di stamane davanti al Tribunale di Messina. Buona l’adesione alla manifestazione.
Protestano anche i direttori
Nelle scorse settimane a scendere sul piede di guerra sono stati i direttori di giustizia, contro l’accordo che prevede il demansionamento e lo stop alla carriera interna a favore dei nuovi quadri dirigenti. Ma tra il personale della giustizia il mal di pancia è unanime, anche se le ragioni spesso diametralmente opposte.
Funzionari qualificati in agitazione
Lo scorso 19 settembre sono entrati in stato di agitazione i funzionari qualificati, in rotta proprio col reclutamento delle nuove professioni all’interno dei ranghi ministeriali. I funzionari giudiziari qualificati” reclamano equità e coerenza nella gestione del personale giudiziario, dopo gli ultimi reclutamenti di Cancellieri esperti e di Direttori avvenuti, rispettivamente, con procedure estremamente semplificate per i cancellieri, e la previsione di titoli che hanno di fatto favorito l’ingresso di ex avvocati e magistrati onorari (che peraltro, sorprendentemente, non hanno sospeso l’attività ma sono autorizzati a svolgere entrambe le funzioni) e con procedure ‘blindate’ per i direttori, che hanno impedito persino la partecipazione ai
funzionari giudiziari qualificati sebbene in possesso di anzianità di servizio pluridecennale nel
ministero della giustizia e titoli accademici specialistici favorendo, anche in questo caso, ex avvocati
e magistrati onorari. Allo stato la gestione iniqua del personale giudiziario sta provocando allarmanti fratture tra il personale in servizio appartenente ai diversi profili che certamente non giovano al buon andamento della Giustizia. Pertanto si chiede al Ministro della Giustizia di voler sanare questa frattura impegnandosi affinché sia rispettato il Contratto collettivo nazionale di lavoro e non siano perpetrate altre ingiustizie attraverso ennesime eccezioni”.

35 anni per una sentenza d’Appello e 2 anni e mezzo per una del Giudice di Pace.
Questa e’ l’efficienza della Giustizia in Italia.
Il resto (con rispetto per altre problematiche) mi pare molto secondario.