Scrivete a certochemarrabbio@tempostretto.it. Nel Paese delle disuguaglianze i piccoli imprenditori, i disoccupati, i pensionati, sommersi dai debiti, si uccidono, mentre la richiesta d'arresto per il tesoriere della Margherita che ha sottratto 25 milioni di euro al partito deve passare dal voto del Senato. Rutelli destina i primi 5 milioni di euro restituiti da Lusi agli esodati.
L’ex presidente della Margherita, ex Pd e attuale leader dell’Api Francesco Rutelli, ha annunciato che i primi 5 milioni di euro restituiti dal tesoriere della Margherita Luigi Lusi, saranno destinati agli esodati per garantire 5 mesi di “reddito”. Rutelli ha poi aggiunto che man mano che Lusi restituirà le altre somme verranno destinate a fini di solidarietà. Un gesto apprezzabile che apre alcuni interrogativi: 1) se ti sfilano sotto il naso 25 milioni di euro e non te ne accorgi fin quando la magistratura non bussa alla porta vuol dire che quelle somme, in fondo, non ti servivano 2) se basta un quinto di quanto rubato da Lusi per risolvere 5 mesi l’emergenza di 130 mila esodati vuol dire che le diseguaglianze in Italia sono diventate un baratro. Le cronache giudiziarie ci raccontano che il senatore Lusi, che ha pagato 30 mila euro lo chef per il pranzo del suo matrimonio con assegni della Margherita e preferiva andare a Parigi con l’aerotaxi, senza che nessuno se ne accorgesse ha sfilato al partito circa 25 milioni di euro. Ne consegue che i revisori dei conti, chi partecipava alle assemblee annuali e approvava i bilanci non solo era come Alice nel paese delle meraviglie ma, abituato a vivere in modo frugale come San Francesco, di quei rimborsi stramilionari evidentemente non ne aveva bisogno. Orbene, è ampiamente dimostrato in queste settimane che se i San Francesco della Margherita non avevano bisogno di quel fiume di denaro pubblico al punto da non vederlo neanche nei bilanci, in Italia ci sono milioni di persone che ne hanno bisogno perché a loro è stato sottratto. I soldi non piovono dal cielo e non si autoriproducono, se sono finiti nelle ville di Lusi vuol dire che a qualcuno sono stati sottratti, ad esempio, allo Stato sociale. Lo dimostra il fatto che Rutelli ha deciso di devolverlo a gente che si è spaccata la schiena per 50 anni e ora è senza stipendio e senza pensione. Se un solo quinto del bottino può garantire stipendi per 5 mesi agli esodati, vuol dire che il malloppo complessivo, 25 milioni, equivale a due anni di stipendio. Se moltiplichi la cifra della Margherita per quanto dato agli altri partiti ne risolvi eccome di emergenze. Infine vuol dire un’altra cosa: che se non vi siete accorti di un “furtarello” da 25 milioni di euro ( e anche nella Lega di poco vedenti ce ne sono tanti….) allora non è vero che quei rimborsi servono a far sopravvivere i partiti. Intervistato sull’argomento da Lilly Gruber a Otto e mezzo Pierferdinando Casini ha detto: “i rimborsi servono per far vivere il partito, ad esempio per organizzare le Feste dell’amicizia”. In un Paese sull’orlo del precipizio possiamo suggerire a Casini di organizzare le Feste dell’amicizia in modo più frugale, oppure, visto che di amicizia si tratta, ognuno porta qualcosa, un po’ come dichiara il presidente Formigoni a proposito dei suoi viaggi ai Caraibi, “tra amici i conti si fanno alla fine”. Chi paga gli hotel e l’aereo, chi paga i souvenir. Viaggi e lusso con i soldi nostri, di quegli italiani che in questi mesi s’impiccano, si sparano per un debito con Equitalia e lasciano bigliettini con queste frasi: “Viene prima la dignità della vita”. La vedova di un uomo che si è bruciato vivo per la disperazione ha detto “Mio marito non pagava tangenti, aveva crediti dallo Stato”. Non pagava tangenti, infatti è per questo che si è trovato sul lastrico, perché in un Paese guidato da corrotti l’onesto paga per tutti. Se avesse pagato tangenti, viaggi, case e massaggi in cambio di appalti per la sanità, per la Protezione civile, impianti sportivi, lavori pubblici, a quest’ora avrebbe di che sfamare tre generazioni. Ma torniamo ai “rimborsi elettorali”, Giuliano Amato, chiamato da Monti per far quello che i partiti non vogliono fare, ha dichiarato: “E’ vero, dobbiamo evitare un sistema che lasci i partiti in mano alle lobbies ma perché se i partiti spendono 5 dobbiamo rimborsarne 50?”. Già, perché? Lo scandalo Lusi è scoppiato molte settimane fa. L’indignazione spinse Napolitano a chiedere tempi rapidi per cambiare la norma sui finanziamenti ai partiti. E’ trascorso più di un mese e Monti si è dovuto affidare ad Amato per trovare la via d’uscita. Non è che sia poi così difficile trovare un modo, Rutelli ci è riuscito in quattro parole: li diamo agli esodati. Magari poi la Festa dell’Amicizia la faremo con l’aranciata e i panini imbottiti come nelle feste parrocchiali, ma recuperiamo dignità. Lo dobbiamo a quelle 33 persone che si son tolte la vita da gennaio. Non erano evasori fiscali, perché i veri evasori sono altrove e non c’è bisogno di mandare una mail al governo, come Monti ha chiesto, per segnalare dove sono gli sprechi e i “cattivi”. Queste 33 morti, tutte persone comuni, piccoli imprenditori, operai, pensionati, precari, gente onesta, rappresentano il segno che Monti ha sbagliato strada. Ad un incrocio si è confuso e ha preso la strada più facile, quella del colpire nel mucchio perché se ne colpisci tanti incassi di più e subito. Ma in un Paese in cui a Roma un tesoriere ruba 25 milioni di euro in tre anni e ad Enna un precario s’impicca perché gli hanno ridotto le ore lavorative e a Venezia un imprenditore si uccide perché costretto a licenziare i suoi dipendenti, non puoi trattare tutti allo stesso modo. L’evasione fiscale non la vai a cercare in mezzo al sudore ma tra chi ha pagato le mazzette. Le tangenti, è bene ricordarlo, nessun imprenditore le paga di tasca propria, le paga con i nostri soldi, quelli pubblici, sottratti alla sanità, all’istruzione, allo stato sociale, ai cassintegrati. Tra pochi giorni si consumerà uno spettacolo indecoroso: al Senato la Giunta per le immunità dovrà decidere in merito alla richiesta d’ arresto per Lusi. Nel frattempo, e giustamente, è in carcere Luigi Martinelli, l’uomo che, esasperato dai debiti, ha tenuto in ostaggio otto persone nell’Agenzia delle Entrate di Romano di Lombardia. E’ giusto che stia in carcere, ma se lo chiedi ai suoi compaesani, ai sindaci e ai piccoli imprenditori del Nord che vivono quotidianamente il suo stesso dramma, non è affatto “giusto” che per mentre per il carcere di Lusi dovranno decidere i suoi colleghi con un voto,per Martinelli nessuno ha votato. Allora non è vero che in questo Paese la giustizia è uguale per tutti. M’arrabbio quando penso che per Lusi decidono i suoi amici e invece Martinelli è dentro. Per Lusi passeranno mesi prima che si proceda mentre per Martinelli è bastato un secondo di disperazione. Non dico che Martinelli debba essere scarcerato, ma che per un senatore che si paga le ville in Canada con i miei soldi da precaria, la giustizia debba essere uguale e immediata come per un uomo che ha imbracciato il fucile per paura dell’imminenza della sua stessa morte. Nell’Italia delle diseguaglianze almeno in una cosa fateci essere uguali.
Rosaria Brancato

Carissima Rosaria Brancato un articolo degno di menzione.
Ma,forse, abbiamo dimenticato qualcuno…:PENATI
giustizia?!!? what’s?!?!
Che mi interessa quanto hanno rubato, certamente non da soli, i vari Lusi della margherita, o del PD,Belsito, il superdiplomato, esperto in contabilità, tesoriere del movimento che definiva “Roma dei ladroni” per distogliere la magistratura, tentativo fallito, dei ladroni operanti nella padani, il cui leader Umberto Bossi può, comunque, onorarsi di poter dire che il proprio figlio, denominato la “trota” conseguì, da clandestino, utilizzando i soldi degli italiani la laurea in economia aziendale, almeno così scrivono i giornali, presso l’università di Tirana in Albania. Parliamo perché mentre i politici ingrassano, prosperano e si sollazzano mentre la gente si uccide perché non sa come vivere onestamente. Non parliamo di chi ruba perché, sebbene gli sforzi della magistratura, comunque, continuerà a farlo dato che è un sistema che scaturisce al loro DNA, per cui, modificarlo è impossibile, ma parliamo dei fatti di casa nostra e di ciò che succede all’Atm, non lasciandoci disorientare dai tentativi mal destri riconducibili alla mancanza del “piani industriale” o della “trasformazione societari” palliativi infantili, a, cercando, invece, di risalire alle origine dei mali che sta conducendo detta azienda ed i suoi oltre 600 dipendenti verso il fallimento, non solo materiale, ma sopratutto morale, parliamo dei servizi sciali per definire, una volta per tutte se l’Istituzione, organismo soppresso perché ritenuto scomodo ai politici del palazzo, era ritenuto un carrozzone, o se il potenziale, ma volutamente occulto carrozzone era e lo è tuttora il Comune di Messina, ente da tempo in “dissesto finanziario”, parliamo di Messina ambiente, non tralasciando l’ATO 3, parliamo di ciò che interessa la nostra città, degli svincoli e della legittimità dell’anticipazione di € 23.144.000,00 prelevate dalla cassa comunale. operazione questa che potrebbero affossare definitivamente, il nostro Comune., non tralasciando dell’insabbiamento dell’approdo di Tremestieri e della erosione della spiaggia di Torre faro. A proposito potrebbe esserci un collegamento fra i due fenomeni di segno contrapposto? (erosione ed insabbiamento). Insomma parliamo della nostra città e dei mali che l’affliggono.
Nell’antica Roma,quando la patria era in pericolo,i due consoli venivano sostituiti(per solo 6 mesi) da un dittatore,che,finito il pericolo, tornava ad essere un privato cittadino In un momento come questo,mentre ancora il Parlamento non fa niente per attuare le riforme istituzionali di cui si parla da tanto e discute ancora di compensi ai Parlamentari,di finanziamenti ai partiti,di controllo dei bilanci ecc…, il Governo dovrebbe avere maggiore potere in tema di risparmio e adottare provvedimenti radicali, come incamerare i beni mobili e immobili di proprietà dei partiti,lasciandone solo alcuni in comodato d’uso,e utilizzarli dove c’è maggiore necessità .Sono soldi del popolo, quel popolo a cui la Costituzione attribuisce la sovranità.Non è populismo:è democrazia.
Tre sono le elezioni su cui riflettere per capire dove va l’Euoropa e gli effetti sull’Italia,sono quelle francese e greca,mentre quelle amministrative,domani ci diranno,come un grande sondaggio di 10 milioni di elettori,l’umore politico di noi italiani.Su quella greca c’è poco da dire,la Grecia, purtroppo,non esiste più come nazione indipendente,i partiti sono ai minimi storici,chi vincerà,forse la DESTRA,lo farà con meno del 20%,quindi rappresenterà,tenendo conto della forte astensione,meno del 15% dei greci,prevedo caos e anarchia,in ogni caso la Grecia non influenzerà più nessuno.Nell’elezione che conta,quella francese,vince facilmente il socialista più a sinistra della storia del socialismo francese,quell’HOLLANDE sconosciuto ai più della sinistra italiana.I francesi hanno scelto di attraversare questa crisi drammatica navigando a SINISTRA,il programma è semplice,crescita e solidarietà ai più deboli.La crescita la faranno defiscalizzando il lavoro e le imprese,insomma chi produce,colpendo fiscalmente la rendita parassitaria,cioè quella immobiliare e finanziaria,e tassando i ricchissimi,che devono restituire parte dei soldi fatti mentre il popolo si impoveriva.Se l’umore politico dei francesi si propaga,come penso,la prossima a cadere sarà la DESTRA della MERKEL.A questo punto per Bersani sarà facile vincere nel 2013, ma il PARTITO DEMOCRATICO è un partito di SINISTRA?