Nebrodi: il 2018 sarà l'anno del turismo, meglio se long stay

Nebrodi: il 2018 sarà l’anno del turismo, meglio se long stay

Alessandra Serio

Nebrodi: il 2018 sarà l’anno del turismo, meglio se long stay

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sabato 30 Dicembre 2017 - 23:00

L'indicazione arriva dal terzo festival del giornalismo enograstronomico di Galati Mamertino dove si è fatto il punto sulle strategie di rilancio del territorio. Dal marchio "sviluppo antimafia" al territorio come prodotto turistico glocal, attraverso il recupero dei centri storici e l'offerta del pacchetto cibo-paesaggio-tradizioni.

Il 65% dei comuni italiani ha metà delle proprie case disabitate, se pur in buono stato e pronte per essere adoperate. Lo dice l'ultimo rapporto Istat ed è da questo dato che Giovanni Ruggieri, docente di marketing turistico all'Università di Palermo, è partito per parlare di turismo long stay e a "basso impatto ambientale" sui Nebrodi.

Più precisamente a Galati Mamertino, dove anche quest'anno il festival del giornalismo enogastronomico, giunto alla quarta edizione, è stata l'occasione per fare il punto sul percorso di sviluppo del territorio, quel polmone verde isolano crocevia tra la costa saracena, le isole Eolie ed il territorio montano del Parco, fino alle pendici dell'Etna.

Uno sviuppo che stenta a decollare perché gli attori locali, dalle istituzioni agli imprenditori, non hanno ancora scommesso sull'unico vero strumento in grado di garantire la crescita, ovvero la costruzione della rete. Se pur lentamente, però, il cammino si intravede, a cominciare dalla nascita del consorzio dei produttori di provola dei Nebrodi Dop.

E' a questi attori che si è rivolto il professore Ruggieri intervenendo al Festival. Perché attraverso il recupero del patrimonio abitativo per finalità ricettive i Nebrodi possono centrare il doppio obiettivo dello sviluppo turistico e del ripopolamento.

"Si tratta di importare modelli già diffusi in alcune isole greche, nelle Azzorre, a Cipro e in altre zone d'Europa – spiega Ruggieri – dove arrivano soprattuto gli under 65 o le famiglie con bambini, restano qualche giorno in più del classico week end o della settimana estiva, vengono magari ospitati gratuitamente. Un turismo "a basso impatto ambientale" che però consente la crescita, perché genera richiesta di servizi: dall'enogastronomia alle visite guidate ai patrimoni urbanistici e paesaggistici-ambientali. E' un turismo che non ha bisogno di grossi investimenti ma si fonda sul "patto" che devono fare abitanti e gli operatori, perché a questo tipo di turisti vanno offerte "relazioni", vanno organizzati i servizi turistici di un "paese albergo"".

In questo quadro, la gastronimia e le eccellenze locali la fanno da padrona. E l'offerta sui Nebrodi – a Galati Mamertino in particolare – non manca di certo.

Lo hanno dimostrato le "cene -evento" intitolata "Contaminazioni" organizzate dai curatori del Festival, il giornalista Nino Amadore, Slow Food Nebrodi di Saro Gugliotta, la Pro Loco di Galati Mamertino e due ristoranti, Donna Santina e De Gusto. Qui, all'abilità dei cuochi e alle primizie locali delle due trattorie, per una sera si sono andate ad aggiungere le maestrie di due chef stellati: Massimiliano Cipicchia de Le Macine di Lipari è stato il protagonista del menù a 4 mani da Donna Santina, mentre chef Pasquale Caliri del Marina del Nettuno a Messina ha "dialogato" con Antonino Anastasi al De Gusto, proponendo il Menù del Riciclo.

La tre giorni ha visto al tavolo dei dibattiti, ancora, giornalisti e operatori dell'informazione, produttori e scrittori che si sono confrontati su come "raccontare" il territorio.

Ad una delle cene-dibattito ha preso parte anche il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci: "Ai ragazzi, alla gente, non dobbiamo più raccontare della mafia, della sua spietatezza e dei suoi costi. Dobbiamo raccontare come si combatte, dove lo abbiamo fatto e con quali risultati. I Nebrodi sono un esempio – ha detto Antoci – potenziando i controlli ed escludendo la criminalità dai processi produttivi, dai finanziamenti pubblici all'agricoltura, abbiamo favorito i produttori sani del territorio ed abbiam contribuito alla costruzione di marchi come "SicilyNebrodi": dentro ci sono le specialità locali, ma c'è anche la legalità".

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