Gotha 7, ecco le 29 condanne per il clan di Barcellona

Gotha 7, ecco le 29 condanne per il clan di Barcellona

Alessandra Serio

Gotha 7, ecco le 29 condanne per il clan di Barcellona

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mercoledì 03 Aprile 2019 - 17:49

Il verdetto per 29 tra reggenti e capi storici della famiglia del Longano, dopo il blitz del 2017

Una sola assoluzione e 29 severe condanne. E’ questo il verdetto per gli imputati dell’Operazione Gotha 7 che hanno scelto il rito abbreviato. La sentenza del giudice Salvatore Mastroeni, in attesa delle motivazioni, mette quindi un primo sigillo giudiziario ai risultati dell’indagine della Dda di Messina, che col blitz del gennaio 2017 hanno bloccato le nuove leve e i reggenti della famiglia mafiosa barcellonese, scoprendo i legami con i boss storici.

Ecco nel dettaglio  le condanne: 6 anni per Antonino Antonuccio, 3 anni per Antonino Bellinvia, Antonino De Luca Cardillo; 7 anni per Santino “Gigi” Benvegna, Giovanni Calderone, Santino Garofalo;  4 anni per Tindaro Calabrese, 1 anno  e mezzo a Domenico Chiofalo, 9 anni a Sebastiano Chiofalo, 8 anni per Alessandro Crisafulli, Francesco Carmelo Messina, Carmelo Tindaro Scordino e Sergio Spada; 12 anni per Antonino “U lupu” D’Amico, Agostino Milone,  7 anni e mezzo per Francesco Foti, 9 anni e mezzo per Mariano Foti; 5 anni per Ottavio Imbesi, 4 anni per Massimiliano Munafò, Salvatore Santangelo, Antonio Giuseppe Treccarichi, Carmelo Trifirò; 2 anni per Antonino Polito.

Assolto totalmente Alessandro Maggio, assoluzioni parziali per Ottavio Imbesi e Massimiliano Munafò.

L’Accusa, rappresentata dai PM Vito Di Giorgio e Fabrizio Monaco, lo scorso 4 febbraio avevano chiesto condanne per tutti per 270 anni di carcere complessivamente (leggi qui)

A far scattare il blitz erano stati i carabinieri del Ros e i poliziotti della Squadra Mobile.

Gli investigatori, dopo le precedenti operazioni antimafia che hanno assicurato al carcere duro i capi storici del clan, quelli che avevano preso le redini alla metà del decennio scorso, alleandosi con i “mazzarroti”, il clan stava riorganizzandosi affidando in particolare le estorsioni ai reggenti, alcuni nomi già noti altri imprenditori incensurati.

Agli atti dell’indagine anche i rapporti tra insospettabili, o incensurati chiacchierati ma mai finiti in inchieste, e i mafiosi storici. 

Il processo ha visto impegnati gli avvocati Salvatore Silvestro, Tommaso Autru, Tommaso Calderone, Giuseppe Lo Presti, Tindaro Celi, Sebastiano Campanella, Pinuccio Calabrò.

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