Non solo Giampilieri e Scaletta: ecco le altre zone di Messina a rischio

Non solo Giampilieri e Scaletta: ecco le altre zone di Messina a rischio

Emanuele Rigano

Non solo Giampilieri e Scaletta: ecco le altre zone di Messina a rischio

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lunedì 03 Ottobre 2011 - 10:23

Centotrentotto aree a rischio geomorfologico. Tanti i torrenti in zona R4 priorità 1, quella in cui il rischio è molto elevato. La “black list” stilata dal Piano Stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico (Pai)

L’alluvione dell’uno ottobre 2009 ha lanciato un messaggio ben preciso, fatto non solo di distruzione, feriti, morti e disperazione ma anche di fragilità. La debolezza di un territorio a rischio, la superficialità con cui l’uomo ha trattato e continua a trattare la “sua” casa. Giampilieri, Scaletta, Altolia, Briga, Pezzolo, ma non solo. E’ lungo l’elenco delle zone della nostra città su cui pende la paura, il terrore che quanto accaduto due anni fa possa ripetersi. Ecco perché, pur mantenendo alta l’attenzione sui villaggi della zona sud, come promesso dal sindaco Buzzanca e dal presidente della Regione Lombardo, occorre non dimenticare le altre porzioni di Messina inserite nella “black list” del Pai, il Piano Stralcio di bacino per l’Assetto idrogeologico.

Difficile dormire sonni tranquilli nell’area territoriale tra il bacino del torrente Fiumedinisi e Capo Peloro: la mappa dei dissesti parla chiaro. Sono addirittura 138 le aree a rischio R4, il più elevato. Lunghissimo l’elenco nel quale sono inserite le zone con priorità 1, cioè in cui l’emergenza di intervento per la mitigazione del rischio geomorfologico è al limite. Nell’ordine stabilito dal Pai: Monte Banditore, Bordonaro, Larderia Inferiore, Santo Stefano di Briga, Mili San Marco, Galati Inferiore, Pezzolo, Altolia, Contrada Barune, Ovest di Molino, Giampilieri Superiore, Giampilieri Marina, Puntale Taiazzi, Castellaccio, Cumia Inferiore, strada provinciale per Pezzolo, Briga Superiore, San Bruno, Molino, Molino Palmento Vecchio. In R4, ma con priorità 2 sono invece inserite: contrada Tremonti-Ritiro, Nord di Monte San Pietro, Torre, viale Italia, Poggio dei Pini, Paradiso, Ponte Schiavo, Calvario, Nord di Gravitelli, Convito, Mili San Pietro, Est di Pezzolo, Puntale Santa Lucia, Briga Marina, Casato Bagni, contrata Torre, San Filippo, Villa Langheri, Puntale S. Anna, Zammarino, Casello, Piano Camadda, Vestino. Sono poi 89 le zone a rischio elevato (R3), 100 quelle a rischio medio (R2) e 35 quelle a rischio moderato (R1).

Il Pai traccia anche la cartina d’allarme per ciò che riguarda il rischio idraulico nei torrenti. In R4 priorità 1 sono inseriti: torrente Guardia-contrada Marotta, torrente Zuccaro, Ficarazzi, Balena, Contemplazione, Paradiso, Giostra-villaggio S. Michele, Giostra-contrada Badiazza, Boccetta-contrada Scoppo, Cumia, Vetro, S. Filippo, Zafferia, Mili, S. Lucia, Galati, S. Stefano, Briga, Pace (foce), Papardo-villaggio Faro Superiore, Giampilieri, Fallega, S. Giovanni, Rio Velardi, Burrone Serra, Runci, Rio Vallediana, Burroncello, Burrone Vallespina, Mastrominico, Altolia. (ER)

Un commento

  1. leonardo santoro 3 Ottobre 2011 11:09

    E’ necessario istituire anche in sicilia le Autorità di Bacino

    A seguito della legge “Sarno” la Sicilia ha attivato la redazione del PAI e dei piani stralcio, affidandone l’applicazione ad Enti regionali, provinciali e Comunali che, nei fatti, operano soltanto nei “recinti” delle proprie competenze istituzionali.
    Nella fattispecie del rischio “Torrenti”, (esondazioni, straripamenti, pulizia alveo, alluvionamento aree demaniali, etc.) ogni Ente si limita ad una azione “concorrente” rispetto la competenza dell’Ente sovraordinato.
    Così capita che il Demanio Forestale (nei Peloritani, la parte alta dei versanti, rimane di competenza della Forestale (Regione) la vigilanza idraulica, al Genio Civile (Regione) in virtù del T.U. n.523/1904, i tratti di torrente extraurbani rimangono di competenza delle Province, i tratti urbani dei Comuni, le foci, della Guardia costiera.
    Per non parlare delle opere idrauliche di Ferrovie, autostrade, Enti acquedotti, etc.
    Il risultato è sotto gli occhi di tutti da troppo tempo. Nessuno si attiva ormai nemmeno per risagomare e pulire gli alvei, rimandando all’Ente vicino la responsabilità.
    E’ fondamentale, attuare in Sicilia, intervento mai voluto dall’Assessorato territorio ed Ambiente, come nel resto d’Italia, le autorità di bacino locali quale Ente unico responsabile della vigilanza dei Piani stralcio di bacino e, sopratutto capace di intervenire e coordinare gli interventi nei Torrenti dalle sorgenti al mare.

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