Riciclavano denaro di un costruttore bresciano, 4 arresti e sequestro milionario a Taormina

Riciclavano denaro di un costruttore bresciano, 4 arresti e sequestro milionario a Taormina

Alessandra Serio

Riciclavano denaro di un costruttore bresciano, 4 arresti e sequestro milionario a Taormina

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venerdì 30 Settembre 2016 - 07:27

Le Fiamme Gialle hanno arrestato gli imprenditori taorminesi Nicita e Frisone, insieme al costruttore bresciano Mulè e la moglie. Sotto chiave un noto hotel a 5 stelle, un ristorante di lusso, beni immobili, conti correnti e società .

E' stata denominata Bella Vita l'operazione della Guardia di Finanza di Taormina che ha portato a 4 arresti, uno in carcere mentre a tre di loro sono stati concessi i domiciliari, per riciclaggio di denaro. E' infatti nell'ambiente della "bella vita" della cittadina jonica che, secondo i finanzieri, si sono conosciuti l'imprenditore siciliano Angelo Mulè, 62 anni, da tempo residente e operante nel bresciano, e Antonino Nicita (65) noto operatore turistico del taorminese. L'ipotesi degli investigatori che, insieme ad altre persone, Nicita investisse denaro di Mulè, già denunciato per reati finanziari e ricercato in Svizzera per bancarotta fraudolenta. Arresti anche per Patrizia Tretti, 58 anni, e Rocco Frisone (72) di Letojanni.

Sotto chiave è finito un patrimonio stimato intorno oltre i due milioni di euro: quote societarie per 2 milioni ella società che possiede un notissimo albergo a 5 stelle a Taormina, il 51% di un ristorante altrettanto conosciuto, 4 immobili tra cui un villino, denaro, conti correnti e polizze assicurative per altri due milioni di euro. Sequestrata anche una società immobiliare intestata a Nicita e la Tretti, secondo gli investigatori poco più che una società "di comodo".

Il sequestro e gli arresti sono stati disposti dal GIP Monica Marino su richiesta del sostituto procuratore Francesco Massara, il magistrato che ha coordinato le indagini delle Fiamme Gialle. I finanzieri hanno scoperto che Mulè emetteva degli assegni circolari a soggetti che nulla ne sapevano, se non quando addirittura deceduti o irrintracciabili. L'importo veniva incassato e poi girato e accreditato a Frisone e Nicita che provvedevano a restituirlo, dopo aver trattenuto per sé una percentuale. A completare il quadro delle ipotesi della Finanza sono stati mesi di riscontri sui movimenti dei conti correnti, testimonianze raccolte e pedinamenti.

Alessandra Serio

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