I colletti bianchi messinesi del clan Santapaola, ad aprile il processo d'appello Beta

I colletti bianchi messinesi del clan Santapaola, ad aprile il processo d’appello Beta

Alessandra Serio

I colletti bianchi messinesi del clan Santapaola, ad aprile il processo d’appello Beta

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giovedì 03 Marzo 2022 - 07:04

I nipoti messinesi del boss Nitto Santapaola, i soci e i professionisti coinvolti nell'operazione antimafia Beta vanno al processo d'appello

Si aprirà il prossimo 1 aprile il processo di secondo grado dell’operazione Beta, l’inchiesta del Reparto Operativo dei Carabinieri e della Direzione distrettuale di Messina sugli interessi dei familiari messinesi del boss catanese Nitto Santapaola e nomi noti del mondo degli affari e dell’amministrazione.

Si va al “secondo round”, quindi, davanti la Corte d’Assise d’Appello, tra Accusa e difese. Sul tavolo ci sarà la sentenza che il 22 dicembre del 2020 ha portato alla condanna a 14 anni per l’avvocato Andrea Lo Castro, 13 per il costruttore Carlo Borella, già presidente dell’Associazione messinese dei costruttori.

In primo grado erano stati condannati anche Francesco Romeo (16 anni), Pietro e Vincenzo Santapaola (12) il l tecnico del Comune di Messina Raffaele Cucinotta. (leggi qui TUTTE LE ALTRE CONDANNE)

Si tratta di una delle più importanti inchieste giudiziarie degli ultimi anni, che ha portato alla luce i legami ancora esistenti tra i nipoti messinesi di Santapaola, gli omonimi e i Romeo, e i contatti con i principali affaristi, non soltanto cittadini. I loro interessi spaziavano dalle costruzioni al business delle forniture sanitarie, passando per il fiorente settore del gioco d’azzardo on line.

Fondamentale, secondo la Procura di Messina, il ruolo dei così detti colletti bianchi, i professionisti del mattone e delle consulenze, legali e commerciali, pienamente consci del profilo criminale dei soggetti con i quali facevano affari (Leggi qui I MOTIVI DELLE CONDANNE). A confermare i sospetti degli investigatori, l’ex “geometra” Biagio Grasso, collaboratore dei costruttori e socio di fatto dei Romeo, colui il quale li convinse a investire nel mattone. E’ stato lui, divenuto collaboratore di giustizia, a svelare molti retroscena ai magistrati della Dda.

Gli arresti scattarono in due tranche, tra il 2017 e il 2018. A condurre l’inchiesta, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Vito Di Giorgio, sono stati i PM Liliana Todaro e Fabrizio Monaco. A difendere gli imputati, invece, ci saranno gli avvocati Franco e Nunzio Rosso, Nino Favazzo, Massimo Marchese, Salvatore Silvestro, Antonino De Francesco, Antonio Catalioto, Alessandro Billè, Isabella Barone, Alberto Gullino, Aurelio Chillemi, Mauro Lizzio, Carlo Autru Ryolo, Antonello Scordo, Giuseppe Calabrò e Antonio Giacobello.

Tra le parti civili c’è anche il Comitato Addio Pizzo, che al processo era assistito dall’avvocato Olga Cancellieri, la professionista messinese spirata dopo un incidente, nella vana attesa di un’ambulanza del 118.

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