I dati. Messina e Reggio le città metropolitane con più dipendenza dall'auto

I dati. Messina e Reggio le città metropolitane con più dipendenza dall’auto

Marco Olivieri

I dati. Messina e Reggio le città metropolitane con più dipendenza dall’auto

giovedì 21 Settembre 2023 - 15:00

La conferma arriva dalla ricerca della società "Go-mobility": ecco tutti i progressi e le resistenze sul piano della mobilità

In macchina per fare la spesa. Per portare i figli a scuola. Per andare al supermercato e magari fermarsi un “attimino” in doppia fila davanti al bar per sorseggiare un buon caffè. O per fare shopping. Anche a Messina si utilizza di meno l’auto, con una significativa riduzione, ma la città rimane ancora una delle più dipendenti dalle quattro ruote per gli spostamenti brevi. Solo Reggio Calabria, tra le 14 città metropolitane, ci supera a livello nazionale. Anche se si è rafforzato il trasporto pubblico locale, noi messinesi ci muoviamo ancora tanto al volante, districandoci tra la giungla delle file automobilistiche e dei vari impegni familiari. Non caso, spesso, noi stessi commentiamo: “Ma non lavora nessuno qua dato che siamo tutti in fila?”.

La conferma arriva dalla ricerca di Go-mobility, società d’ingegneria che lavora nell’ambito della pianificazione della mobilità e dei trasporti: a Messina, ma anche a Reggio Calabria e Palermo, ogni automobile viene utilizzata in media quasi tutti i giorni. Un dato di poco diminuito rispetto al 2019 (tra -5% e -3%). La società ha appena pubblicato il Report DataMobility2023, che “approfondisce, dal 2019 al 2022, la situazione della mobilità veicolare delle 14 città metropolitane d’Italia, utilizzando i dati provenienti dalle scatole nere installate nelle automobili”.

Messina è ancora dipendente dall’auto

Dalla ricerca emerge un quadro in chiaroscuro per Messina. Ci sono dei progressi ma anche delle resistenze. L’elemento meno positivo, sul piano della mobilità, è questo: per la dipendenza dall’auto la città dello Stretto è al penultimo posto, con un coefficiente dello 0,68. In parole povere l’auto viene utilizzata in media due giorni feriali su tre e la città è una delle tre con la minore diminuizione, nella dipendenza dalle quattro ruote, rispetto al 2019: -3,6%.

Diversi i risultati su altri fronti. La quota di viaggi brevi diminuisce del 6,6% a Messina, con un 60 per cento di viaggi inferiori ai 5 km. E siamo la città che ha subito la maggiore riduzione rispetto al 2019 (-6,6%). Per la mobilità veicolare, rispetto alle altre città metropolitane, Messina si trova all’undicesimo posto, 1,70 spostamenti per abitante. Ma è anche quella che registra la maggiore diminuizione nazionale, rispetto al 2019, di spostamenti in auto: -7,1%.

Per le percorrenze, Messina è la terza città con il numero minore di km complessivi percorsi giornalmente in rapporto all’area (10.500). Ma risulta una delle cinque città che vedono un aumento rispetto al 2019 (+6%). Il tutto in una fase in cui si sta elaborando il Piano strategico urbano, metropolitano e dell’area dello Stretto di Messina. E, soprattutto, in un momento in cui il tema dei cordoli e dell’isola pedonale hanno provocato una frattura tra una parte di cittadini e amministrazione comunale.

La ricerca nazionale: le differenze tra nord e sud

Scrive Go-mobility: “Gli italiani si spostano di meno in auto. Complici lo smart working e il caro benzina, gli spostamenti in auto tra il 2019 e il 2022 si sono ridotti del 12%. L’analisi prende in considerazione i dati anonimizzati di un campione di 484.000 automobili e 80 milioni di viaggi per il 2019 e 512.000 automobili e 79 milioni di viaggi per il 2022. 14 le Città metropolitane scandagliate dai “Floating Car Data (Fcd), i dati fluttuanti delle scatole nere delle automobili, dispositivi dotati di Gps in grado di fornire informazioni sugli spostamenti dei veicoli e altre utili alla ricostruzione di sinistri e incentivare così comportamenti virtuosi alla guida”.

E ancora: “Torino, Milano, Bologna e Firenze sono le città che vedono la maggiore riduzione sia degli spostamenti (tra -22 e -18%), sia delle percorrenze in auto in rapporto all’area comunale (-19,6% e -11,3%). Roma risulta la città con gli spostamenti medi più lunghi, a causa della sua dimensione e della mancanza di sistemi alternativi all’auto su distanze medie. A Cagliari, invece, quasi 7 spostamenti su 10 sono inferiori ai 5km, distanza potenzialmente percorribile in bicicletta o in monopattino”.

“Napoli, Torino, Palermo sono le città con le percorrenze più alte in rapporto all’area comunale: a causa della loro urbanizzazione diffusa, soffrono maggiormente degli impatti negativi causati dalla circolazione delle automobili. La quota di viaggi brevi diminuisce in tutte le città: dal -6,6% di Messina al -1,7% di Torino, mentre aumenta quella dei viaggi lunghi. La velocità media degli spostamenti urbani è aumentata in tutte le città, segno che la congestione è diminuita. Uno spostamento a Napoli avviene in media a 18km/h (+8%), mentre a Roma è di 25km/h (+4,5%)”.

Smart working e telelavoro hanno modificato alcuni comportamenti nella mobilità

Scrive la società: “Ma quali sono i centri con la maggiore dipendenza dall’auto? Nel post-Covid si accentuano le differenze Nord-Sud: a Palermo, Messina e Reggio Calabria ogni auto viene utilizzata in media quasi tutti i giorni, dato di poco diminuito rispetto al 2019 (tra -5% e -3%). Al contrario, l’auto rimane più ferma a Milano, Bologna e Firenze, che mostravano una minore dipendenza dall’auto già nel 2019 e vedono ora le diminuzioni più elevate (tra -15% e -8%)”.

Dalla ricerca emerge inoltre quella che è la “nuova normalità”, secondo il parere degli esperti: “Smart working e telelavoro, ereditati dalla post-pandemia, hanno modificato i comportamenti di mobilità per i singoli giorni della settimana. I tempi della città non cambiano: le “ore di punta” rimangono le stesse, ma con meno spostamenti. Il lunedì è il giorno in cui si registra il maggiore calo di spostamenti rispetto agli altri giorni della settimana (-18%), rendendolo molto simile al calo che caratterizzava il venerdì nella mobiltà pre-pandemica”.

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5 commenti

  1. Ma c’è una Legge che vieta l’uso dell’auto? Uno si compra 10 o 20 mila Euro di auto (o più), paga il bollo, l’assicurazione, la manutenzione, la benzina, i parcheggi, e perché non dovrebbe usarla quando gli pare? Quando il qualcuno mi pagherà il bollo e l’assicurazione, allora mi farò dire da quel qualcuno quando e se posso usare l’auto. Inoltre, i mezzi pubblici, devono essere efficienti, puntuali, e con posti a sedere. Perché dovrei subire la calca delle ore di punta se ho un’auto? Se siamo io, l’autista e 4 persone, prendo volentieri il bus. Altrimenti preferisco l’auto. Non è che siccome il covid quasi sicuramente è finito, dobbiamo per forza stare “vicini vicini”. Io sto vicino a chi dico io e lontano da tutti gli altri!

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  2. Per la morfologia della città è ovvio l’uso dell’auto. Solo un quarto dei cittadini abitano in centro e possono usare la bici. Gli altri che abitano all’Annunziata Alta, Camaro e Camaro San Paolo, Santa Lucia sopra Contesse, Ritiro, Giostra alto etc non possono fare a meno dell’auto. Quindi le vostre cavolate stanno a zero. Levate quei cordoli.

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  3. Alla faccia della tutela sulla privacy. E così non solo gli smartphone…ma anche i cari GPS per auto con la scusa della rilevazione dei sinistri vendono i nostri dati a terzi per le loro statistiche e chissà quante altre cose. Mi sa che è giunto il momento di fargli fare un bel volo nel RAE.

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  4. Siamo dipendenti dall’auto. Ce ne faremo una ragione.

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  5. ma di cosa parlano,una città conformata a saliscende come usa la bici, una città in prevalenza di anziani,i giovani vanno via per mancanza di posti di lavoro,cosa deve usare l’asino? o sono asini chi lo pensa di costringerli?

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