"I risvolti pratici della riforma Cartabia", come cambia la giustizia

“I risvolti pratici della riforma Cartabia”, come cambia la giustizia

Redazione

“I risvolti pratici della riforma Cartabia”, come cambia la giustizia

sabato 13 Novembre 2021 - 06:40

Il convegno del Rotary Club Stretto di Messina e dall’Ordine degli Avvocati per analizzare caratteristiche e criticità

MESSINA – “I risvolti pratici della riforma Cartabia” è stato il tema dell’incontro organizzato dal Rotary Club Stretto di Messina e dall’Ordine degli Avvocati per analizzare caratteristiche e criticità del processo di cambiamento in atto nella giustizia. 

«Un argomento sensibile, attuale e rilevante anche per la Comunità Europea», ha affermato il presidente del club-service Pietro Federico, aprendo la serie di interventi introdotti dall’avv. Rocco Vaccarino, «per chiarire gli aspetti di innovazione della riforma», e moderati dall’avv. Vincenzo Ciraolo, segretario dell’Organismo congressuale forense: «I problemi della giustizia devono uscire dal palazzo perché interessano i cittadini. Le carenze di magistrati, personale e strutture sono note e la politica ha raggiunto la consapevolezza di dover intervenire per raggiungere maggiori criteri di trasparenza dell’ordinamento giudiziario».

Il prof. Giacomo D’Amico, docente di diritto costituzionale all’Università di Messina, si è concentrato su un aspetto della riforma che incide sul sistema elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura e «si propone di ridurre il peso delle varie correnti all’interno del CSM elaborando un testo che si basa sulla logica del voto singolo trasferibile e sulla creazione di piccole circoscrizioni favorendo il rapporto elettore-candidato». Una proposta valida ma non unica e non deve creare illusioni: «La questione della giustizia – ha concluso – è di cultura costituzionale e di rispetto delle regole».

«È un problema tecnico e sociale e incide negativamente sulla fiducia dei cittadini nello Stato», ha affermato la presidente del Tribunale di Messina, dott. Marina Moleti, esprimendosi sulla durata dei processi: «Serve tempo per decidere una causa civile o penale. Il problema della durata eccessiva è il rapporto tra il numero dei processi e dei giudici». La riforma, però, potrebbe rappresentare un segnale importante: «Le linee di intervento sono ragionevoli e aggrediscono il problema su più fronti, anche se – ha specificato – ci sono alcuni punti critici che non rispondono alla finalità di abbreviare i tempi».

Una riforma accolta positivamente anche dall’avv. Enrico Trantino del Foro di Catania: «Era attesa da tempo per rendere il processo penale più efficiente e sono state recepite le sollecitazioni dall’Europa di imprimere un’accelerazione». Si cerca così di avere un controllo sui protagonisti del processo e ridurre i tempi di azione, mentre la novità principale «è il diritto all’oblio – ha aggiunto l’avv. Trantino –. Finalmente è prevista la cancellazione dei dati personali sul web». «La riforma potrà ringiovanire i meccanismi e da cittadini – ha concluso il presidente Federico – dobbiamo pretendere una giustizia veramente giusta, con la G maiuscola».

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