II trimestre 2020. Le imprese messinesi risentono dell'effetto Covid

II trimestre 2020. Le imprese messinesi risentono dell’effetto Covid

Redazione

II trimestre 2020. Le imprese messinesi risentono dell’effetto Covid

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giovedì 23 Luglio 2020 - 17:28

Il report della Camera di Commercio

MESSINA – I dati provinciali relativi al II trimestre 2020 registrano un saldo positivo (+ 129) tra iscrizioni (713) e cessazioni (584) che sembrerebbe evidenziare una sostanziale tenuta del tessuto imprenditoriale, ma confrontandoli con quelli del II trimestre 2019, le iscrizioni risultano in calo di 187 unità, così come le cessazioni (-21) evidenziando un dato nel periodo (2019-2020) in diminuzione del 20% rispetto alle iscrizioni e del -3,47% delle cessazioni.

«L’effetto Coronavirus continua a pesare notevolmente sul sistema imprenditoriale provinciale – afferma il presidente della Camera di commercio, Ivo Blandina – come già i dati relativi al I trimestre 2020 sull’andamento economico del Messinese, anch’essi elaborati dall’ufficio Statistica dell’Ente camerale, avevano rilevato. Un dato drammatico, che, da un lato, segna l’indebolimento della voglia di fare impresa dei messinesi a causa del difficile scenario nel quale si è costretti a operare; dall’altro, evidenzia come la pandemia da Covid 19 abbia inciso profondamente sul nostro territorio, costringendo numerose attività ad abbassare la saracinesca. La prospettiva di recessione e desertificazione è gravissima, come già è stata denunciata nei mesi precedenti, e pesantissime sono e saranno le conseguenze a livello occupazionale e sui consumi se non saranno posti in essere improcrastinabili rimedi correttivi a sostegno del tessuto produttivo».

Analizzando il dato per singolo settore economico, il Commercio è quello con una maggiore dinamicità, registrando il numero più alto di iscrizioni (96) e di cessazioni (214), che portano ad un saldo negativo pari a -118 unità. Pur rimanendo il settore più rappresentativo con il 32,45% sul totale delle imprese registrate, è anche quello che segna la maggior flessione, seguito dall’Attività di alloggio e ristorazione (saldo -38 unità) e dall’Agricoltura (-17 unità). Il settore che registra, invece, il miglior risultato in termini di saldo è quello delle Costruzioni, con un +44 a fronte di 81 iscrizioni e 37 cessazioni.

Anche il dato comunale registra un saldo generale in positivo (+6), a fronte delle 185 iscrizioni e delle 179 cessazioni. Permane, però, la differenza con il dato del II trimestre del 2019: sono rispettivamente 75 e 11 in meno le iscrizioni e le cessazioni, con una variazione percentuale negativa per entrambi i valori (-28,8% le iscrizioni e – 5,79% le cessazioni).

L’analisi del tessuto imprenditoriale comunale rileva, come già riferito per l’ambito provinciale, come sia sempre il Commercio il settore con la maggiore dinamicità, a fronte delle 30 iscrizioni e delle 70 cessazioni che comportano un saldo negativo di – 40; gli altri settori “in sofferenza” sono l’Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (6 iscrizioni, 16 cessazioni, -16 saldo), l’Agricoltura (4 iscrizioni, 9 cessazioni, -5 saldo) e le Attività finanziarie e assicurative (5 iscrizioni, 10 cessazioni, -5 saldo). Il settore con la migliore “tenuta” risulta esser quello delle Attività professionali, scientifiche e tecniche, con un saldo positivo (+4) a fronte delle 8 iscrizioni e 4 cessazioni.

Fotografando l’andamento dell’imprenditoria femminile provinciale, la situazione cambia poco. I dati, infatti, risultano essere sempre poco confortanti, evidenziando un sostanziale “stallo” tra iscrizioni (207) e cessazioni (210) intervenute nel corso del II trimestre 2020 che, comunque, costituiscono un peggioramento rispetto ai dati del pari periodo 2019 in cui il saldo era di +82 unità. Infatti, diminuiscono di 51 unità le iscrizioni e, al contempo, aumentano di 34 unità le cessazioni. Analizzando il dato nel periodo 2019-2020, le iscrizioni risultano in calo del -17,53% mentre le cessazioni salgono del 19,32%.

Così come registrato nel dato provinciale generale, anche nell’ambito delle imprese femminili, il Commercio si conferma il settore con la dinamicità più marcata nella variazione dei valori (23 iscrizioni, 86 cessazioni, saldo – 63) e quello che risente di più in termini di perdita di consistenza numerica (-63 unità), seguito a distanza dall’Agricoltura (13 iscrizioni, 27 cessazioni, -14 saldo), dalle Attività di alloggio e ristorazione (17 iscrizioni, 23 cessazioni, -6 saldo), Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese e Istruzione (saldo -4). Il resto dei settori registra sostanzialmente una situazione di stagnazione con valori prossimi allo 0.

Ancora più marcata risulta la “sofferenza” delle imprese femminili sul territorio comunale. Infatti, a fronte di 58 iscrizioni si registrano 63 cessazioni, che portano in negativo il valore del saldo (- 5).

Il dato è ancor più rilevante se lo si confronta con quello del II trimestre 2019 in cui, al contrario, il saldo tra iscrizioni (70) e cessazioni (51) è risultato positivo di 19 unità: risulta logica la conseguenza di una variazione in negativo delle iscrizioni, che si attesta a -17,14% così come l’incremento percentuale (+23,52%) delle iscrizioni, prendendo come parametri i dati del periodo precedente.

«La dinamica imprenditoriale nel Comune di Messina, ricalca a grandi linee quella già evidenziata per il dato provinciale – afferma la segretaria generale, Paola Sabella – il settore maggiormente rappresentativo resta quello del Commercio (39,28% del totale delle imprese registrate escluse le Non classificate), così come quello con i dati numerici più alti, sia in termini di iscrizioni (+7) che di cessazioni (+31). Il saldo di -24 costituisce il parametro per definire, al contempo, il Commercio come il settore in maggiore sofferenza. Il resto dei settori, comunque, non gode certo di migliore salute. Quel che emerge dalla lettura del dato statistico è una sostanziale stagnazione in ogni settore, con valori che si discostano di poco dallo zero sia in termini positivi che negativi».

Un commento

  1. A peggiorare il tutto c’è quest’ordinanza che prevede la chiusura alle 2 per tutte le attività a causa degli assembramenti e soprattutto della “movida selvaggia” ………. CAZZATE! Ci sono attività che funzionano di notte e hanno il loro guadagno di notte quando i ragazzi tornano da feste , lidi , etc e con il buco nello stomaco mangiano per recuperare… facendoli chiudere prima questi posti non guadagnano nulla e non recuperano neanche le spese…. inoltre li multano come se per loro fosse bello lavorare alle 3 di mattina quando invece è necessità. Si puniscono degli imprenditori a causa di qualche cretino che ha fatto rissa o più assurdo per gli assembramenti… che invece fino alle 2 sarebbero consentiti. Questa città vive grazie a quei ragazzi spesso studenti anche universitari che porteranno i loro soldi in comuni limitrofi o prima o poi sceglieranno altre città eliminando anche tutto quel popolo che sopravvive di affitti. In qualsiaisi posto in cui si vuole sfruttare il turismo c’è casino fino all’alba e da noi ci sono solo divieti. Questo è quello che succede a farci amministrare da un campagnolo e quattro vecchi.

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