Il Comitato pendolari siciliani attacca: "Continui disservizi e disagi"

Il Comitato pendolari siciliani attacca: “Continui disservizi e disagi”

Redazione

Il Comitato pendolari siciliani attacca: “Continui disservizi e disagi”

lunedì 06 Dicembre 2021 - 06:48

A cominciare dalla vicenda di un regionale partito da Messina e poi soppresso, il comitato chiede chiarezza e risposte ad azienda e vertici regionali sui disservizi.

Il Comitato Pendolari attacca. In due giorni, sono stati monitorati ben quattrocento treni e la denuncia è di “continui disservizi e disagi”. Il comitato parla di disagi frequenti e poi si sofferma su una vicenda, accaduta il 30 novembre 2021. “Il treno regionale 12953 partito da Messina alle ore 5.39 arriva alla stazione di Alcantara alle 6.41 e viene cancellato per dei problemi a un deviatoio – raccontano. Una sessantina, circa, di pendolari vengono fatti scendere dal treno e per oltre un’ora hanno dovuto attendere al freddo e sotto la pioggia, nonostante avessero chiesto al Capotreno del regionale 12953 di poter attendere a bordo treno, visto il brutto tempo e le basse temperature, l’arrivo del treno regionale 34881 da Taormina che peraltro giunge alla stazione di Alcantara alle 7.45 con 35 minuti di ritardo ma senza ottenere risposta. Infatti i pendolari che dovevano arrivare a Catania con il regionale 12953, cancellato, delle ore 7.33 sono arrivati alle 8.42 con 69 minuti di ritardo mentre il regionale 34881 previsto per le 8.08 è arrivato a Catania con 34 minuti di ritardo”.

Il Comitato parte da questo episodio per analizzare, poi, quanto visto nei controlli in questione. Prima, però, un discorso a parte: 441 minuti di ritardo accumulati in otto giorni da parte del Frecciabianca tra Palermo, Catania e Messina, sempre secondo le stime del rapporto diffuso. Nel documento si parla di ritardi continui, “dovuti alle condizioni meteo, ritardi dovuti a guasti al materiale rotabile, ritardi dovuti a problemi tecnici all’infrastruttura, ritardi dovuti al troppo caldo in estate (binari roventi), ritardi dovuti agli incendi lungo il sedime ferroviario e altri ritardi dovuti a fatti occasionali (ostruzioni varie lungo linea). Qualsivoglia sia la natura dell’interruzione alla normale circolazione ferroviaria, comunque comporta grossi problemi per i pendolari”.

E poi le richieste. I pendolari chiedono intanto se il Dipartimento sia a conoscenza dei disservizi, se e quando viene a conoscenza delle interruzioni e quali sono gli accorgimenti in atto. Il comitato prosegue chiedendo come avvenga la verifica del rispetto relativo alla programmazione dei bus sostitutivi o di altre corse dei treni in caso di tratte soppresse, ma anche se il dipartimento sia a conoscenza dei disservizi legati proprio ai mezzi gommati, spesso con ulteriore ritardo sul quello già accumulato sul ferrato. Il comitato pendolari prova a far sentire la sua voce anche alla Regione, attende risposte e spara che possa risolversi tutto nel più breve tempo possibile.

2 commenti

  1. Evidentemente qualcuno crede ancora alla favola dell’asino che vola. Anche questo giornale ha accolto con toni trionfali i decantati mini freccia rossa e, l’inutile, freccia bianca. L’attuale struttura delle linee siciliane non è idonea a quei treni e la loro offerta commerciale può essere comodamente svolta dai materiali usati per il trasporto regionale e con un costo minore. É quindi auspicabile che vengano adottate soluzioni utili a chi viaggia ossia tracce orarie comode, migliori collegamenti, materiale non vetusto piuttosto che soluzioni che nessuno usa.

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  2. Non occorre avere eccezionali capacità intellettive per capire che la Sicilia tutta é al pari delle COLONIE del tempo elisabettiano (parallelismo Com.);terra di PARIA, “governata” (come si suole con gli animali!) da pecorai “ripuliti” ma foraggiati dai “compensi regionali”.La prova concreta e tangibile:il differimento (sine die, ab ovo) della farsesca costruzione del ponte sullo stretto.(Tanto consentirebbe un FLUSSO -in entrata- nella regione di capitali umani e risorse materiali; altro che fuga di cervelli e scarsezza di lavoro!!!!)
    Invece si lascia ASSERVITA una regione che dal 1860 fornisce TUTTO allo stato sabaudo,tutt’ora operante!
    Meditate e scappate, siciliani.Siamo la propaggine dell’Africa nel fianco (refrattario) dell’Europa, che non fa altro che avallare suoi (anche!!)vassalli prostrati.

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