MESSINA – “Io sono un destabilizzatore per i circoli romani. Quello che scompagina tutto. E dico al popolo di centrodestra, centrosinistra e Cinquestelle di votare Cateno De Luca sindaco di Sicilia e i nostri candidati alle politiche e alle regionali. Vi hanno tradito e noi libereremo questa terra, da sempre sfruttata”. Cateno De Luca ha scaldato i suoi sostenitori, con il suo stile di comunicazione, a piazza Duomo ieri sera, prima del comizio finale stasera al Politeama di Palermo per “Sud chiama Nord”. Il candidato alla presidenza della Regione siciliana è stato preceduto dal sindaco di Messina, Federico Basile, dal presidente di Sicilia Vera e candidato alle regionali Giuseppe Lombardo, dai candidati alla Camera dei deputati e del Senato, rispettivamente il vicesindaco Francesco Gallo e l’assessora Dafne Musolino. Sul palco pure i candidati delle liste.
Ha esordito Basile: “Cateno De Luca ci ha portato a questi risultati e oggi, come amministrazione comunale stiamo ripagando la fiducia. Io sono reduce dal Salone del gusto a Torino, dove Messina ha rappresentato la Sicilia. Ed è stato De Luca a spiegarci che tutto è possibile, che le cose si possono fare. Il cambiamento vero passa da Cateno De Luca, vera novità politica del 2022”.
A sua volta, Giuseppe Lombardo, presidente di Sicilia Vera, ha dichiarato: “Noi siamo espressione del popolo e fare la rivoluzione, in questa tornata lettorale, siginifica sostenerci. Mentre Schifani oggi s’incontrava in una stanza d’albergo con alcuni giovani, la nostra risposta è qui, in una piazza gremita. I giovani sono qui. Noi quello che diciamo lo realizziamo. Noi a Messina il sistema lo abbiamo smantellato e ora a Palermo ci ostacolano e ci temono. Ma noi non demordiamo. Quello che diciamo lo facciamo”.
Da parte sua l’assessora Musolino, candidata al Senato per “Sud chiama Nord”, ha ricostruito “la marcia dil liberazione dei 400 chilometri da Fiumedinisi a Palermo. Con una semplice matitita, strumento potente, noi possiamo fare la riivoluzione. Se ci sarà in Parlamento una persona come me, radicata e che continuerà ad ascoltare le persone, sarà ben diverso rispetto a votare gente sconosciuta, estranea al territorio. A Messina siamo la porte della Sicilia: ma a che cosa è servita questa posizione strategica? Con noi, finirà l’isolamento della città”.
A sua volta, il vicesindaco Gallo, candidato alla Camera dei deputati, ha invitato a votare “chi ha dimostrato affidabilità e concretezza, con la vittoria a Messina e la buona amministrazione, mentre i partiti tradizionali fanno a gara a fare le solite promesse, come il Ponte sullo Stretto. E ricordo che Meloni ha detto di voler togliere il reddito di cittadinanza”.
Prima del comizio finale del leader, è salita sul palco, con la giornalista Valeria Brancato, la signora Nelina Tarro, che vive da 42 anni negli Stati Uniti e che voterà De Luca “per il cambiamento”. Dopo la parentesi italo-americana, il candidato alla presidenza della Regione ha imposto, come sempre, il suo stile di comunicazione. Le battute, gli attacchi pesanti all’avversario Schifani, l’ironia e la risposta piccata alla sottosegretaria e candidata Barbara Floridia, che si è espressa così su Facebook, con tanto di “collezione di santini elettorali”: “Lega, Mpa, Forza Italia e nel 2017 l’Udc a sostegno di Musumeci. Sì sì, era candidato e ha contribuito a far eleggere Musumeci. Cateno De Luca oggi si presenta come anti sistema quando il sistema lui l’ha costruito. Lui è il sistema. Si è candidato praticamente con tutti i partiti di cui oggi dice peste e corna. Dice di essere il nuovo quando fa politica praticamente da tutta la vita. Puoi urlare dai palchi e cercare di imitare il M5S, ma quello che conta, in politica più di ogni altra cosa, non è ciò che dici, ma ciò che sei e ciò che fai. E tu caro De Luca, sei il più grande bluff di questa campagna elettorale; smettila di prendere in giro i siciliani e mostrati per quello che sei veramente”.
In particolare, l’aspirante “sindaco di Sicilia e d’Italia”, secondo le definizioni da lui coniate, ha replicato all’esponente Cinquestelle ricostruendo il suo percorso politico “sempre coerente”: “Io sono un democristiano sturziano, come radici, che crede nel municipalismo e nell’associazionismo. Il mio primo partito è stato la Dc e poi sono stato tra i fondatori del Movimento per l’autonomia (Mpa). Il mio percorso ha sempre seguito queste linee guida e quando ho fatto il cosiddetto patto della Modonnina con Micciché, e Dafne Musolino sacrificandosi si è candidata con Forza Italia, l’ho fatto avendo come obiettivo la legge sul risanamento. Nel 2017 ho rotto con Raffaele Lombardo e fondato Sicilia Vera, in una direzione di continuità con i miei valori”.
Molto dell’intervento di De Luca è stato incentrato sugli attacchi all’avversario alla presidenza Schifani, che ha invitato al confronto (“sempre negato”) al Politeama di Palermo stasera, e pochi riferimenti all’avversaria Chinnici: “Da Schifani piazze vuote; da me la partecipazione popolare”.
De Luca ha pure ricordato i “dieci comandamenti programmatici per rivoluzione la Sicilia” e l’invito al popolo deluso dai partiti a votare lui e i suoi candidati per Roma e Palermo: “Abbiamo i beni primari, abbiamo tutto. Forniamo il 70 per cento del petrolio in Sicilia e possiamo decidere di interrompere la fornitura in Italia se le sue prerogative continueranno a non essere rispettate. La Sicilia può affermarsi come Stato nello Stato. Con il nostro progetto salterà il banco romano e palermitano”.