Il medico di Messina Social City risponde alla Fiadel: “Sostituiamo agli attacchi la collaborazione”

Il medico di Messina Social City risponde alla Fiadel: “Sostituiamo agli attacchi la collaborazione”

Redazione

Il medico di Messina Social City risponde alla Fiadel: “Sostituiamo agli attacchi la collaborazione”

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giovedì 02 Aprile 2020 - 08:10

In seguito alla nota di protesta da parte di Clara Crocè, dirigente provinciale del sindacato Fiadel, Concetto Giorgianni, Medico Competente di Messina Social City, risponde.

“Attaccare chi svolge il proprio lavoro risolve ben poco, pensiamo a collaborare”: così risponde Concetto Giorgianni, Medico Competente di Messina Social City, in seguito ad una nota di protesta da parte del sindacato Fiadel.

La nota di protesta

Clara Crocè, dirigente provinciale della FIADEL, esprime un parere definendo sconcertanti le indicazioni del Medico del Lavoro che, in risposta all’email dei lavoratori, afferma: “Vista la documentazione (rilasciata dal medico di famiglia o dallo specialista, ndr) comunicherò all’azienda che lei fa parte dei soggetti fragili come previsto dai vari DPCM. La informo, inoltre, che la mia comunicazione non ha un valore certificativo e pertanto come la sua assenza dal lavoro sarà gestita non è di mia competenza, né allo stato attuale ho una soluzione da proporre”.

La risposta

In merito a tale nota di protesta da parte del sindacato Fiadel , Giorgianni, come Medico Competente/del Lavoro della Messina Social City, specifica quanto segue: -la scrivente sigla sindacale, chiaramente, non conosce le Indicazioni emanate dalla Società di Medicina del Lavoro (unica società scientifica in Italia di Medicina del Lavoro) che consiglia un iter siffatto per l’individuazione dei soggetti cosiddetti fragili, né conosce il fatto che il Medico Competente non sia soggetto certificatore e non abbia rapporti con L’INPS, organo deputato a riconoscere ed a remunerare lo stato di malattia-.

Il Medico del Lavoro, continua Crocè, “ribadisce che se il lavoratore possiede la documentazione rilasciata dall’INPS può richiedere al proprio medico di base o allo specialista ambulatoriale una certificazione valida fino al 30 aprile che sarà equiparata a ricovero ospedaliero”.

Giorgianni spiega ancora: -Il Medico del Lavoro, tentando di interpretare l’art 26 del decreto Cura Italia, dà una sua chiave di lettura per risolvere il problema e per questo viene attaccato dalla Signora Crocè, peccato che un paragrafo sotto nel tentativo di dare Lei stessa una soluzione non fa altro che citare il medesimo articolo: “Evidentemente -puntualizza, infatti, Crocè- nessuno di questi soggetti deputati a rilasciare la certificazione alla quale hanno diritto i lavoratori conosce la nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità, che specifica come le figure preposte a rilasciare la certificazione attestante la condizione di rischio sono i medici di base e quelli convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale”-.

E continua Giorgianni: -La grossolana semplificazione della dirigente della suddetta sigla sindacale dimostra che la stessa sconosce alcune problematiche che rendono di difficile applicazione il suddetto articolo ed, infatti, la Signora Crocè non ha prestato, sicuramente, attenzione al fatto che l’art 26 si applichi solo ai soggetti in possesso della legge 104 art 3, mentre molti lavoratori fragili per vari motivi non ne sono in possesso e pertanto non rientrano nei benefici previsti, né ha notato, come diffusamente evidenziato anche da organi di stampa, che la citata nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri non reca il numero di protocollo, per cui la veridicità e soprattutto la applicabilità della stessa è dubbia-.

“Collaboriamo”

-Riconosco al Sindacato la giusta preoccupazione, condivisa dallo scrivente, di trovare anche a livello nazionale una soluzione per questo gravoso problema e pertanto invito il sindacato, invece di attaccare un professionista che svolge in maniera corretta il proprio lavoro, a collaborare per una soluzione che non penalizzi, ulteriormente, i lavoratori dal punto di vista economico e nello stesso tempo, cosa più importante, ne salvaguardi la salute- così conclude il Medico del Lavoro.

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