Il peso del ponte su Messina tra annunci e timore dei disagi

Il peso del ponte su Messina tra annunci e timore dei disagi

Marco Olivieri

Il peso del ponte su Messina tra annunci e timore dei disagi

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venerdì 30 Maggio 2025 - 09:05

La città nell'incertezza tra Salvini, no ponte, i possibili cantieri e la viabilità vecchia e nuova

MESSINA – Il “peso” del ponte sulla città di Messina. Un peso insostenibile se si è contrari alla grande opera. Un “sacrificio” possibile, a determinate condizioni e se ben gestito, per chi approva il ponte sullo Stretto. In mezzo anche chi, prima di una valutazione finale, vorrebbe che tutti gli aspetti venissero approfonditi, comprese le misure alternative. Alternative decisamente con meno impatto sul territorio. Una preoccupazione in più nasce dalle inadeguatezze e dagli elementi critici, in primis la viabilità, potenzialmente messi a dura a prova negli anni della costruzione. E anche tra i “pontisti” c’è chi teme, effetti preoccupanti per la città in termini di viabilità e qualità della vita.

Nel frattempo, il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, tra Reggio e Messina, annuncia l’avvio dei lavori entro l’estate, tra bonifiche, indagini geotermiche e procedure per gli espropri. Di certo, comunque la si pensi, la spada di Damocle delle operazioni per il ponte rischia d’alimentare le incertezze di una città che ancora non crede nella possibilità di trovare una sua strada. Una sua vocazione economica. Tra annunci e attese, Messina rimane scettica e poco ottimista. O almeno così sembra dai commenti dei cittadini. Né la classe politica nazionale, regionale e locale, ha argomenti così convincenti da poter rassicurare almeno i meno scettici. Manca soprattutto un piano complessivo per un sud d’Italia ancora legato all’eterna questione meridionale.

Ma vediamo alcuni dati esposti nella relazione della Stretto di Messina, con più di mille elaborati per il versante siciliano e calabrese. Relazione al centro della commissione Ponte presieduta da Pippo Trischitta, dove è stato affrontato il tema dei cantieri a Contesse e Ganzirri/Torre Faro. In audizione due tecnici della società Stretto di Messina: gli ingegneri Gioacchino Lucangeli (responsabile per l’alta sorveglianza e per la progettazione stradale della Stretto e responsabile espropri ) e Daniele Scammacca (responsabile per la cantierizzazione e la risoluzione delle interferenze).

I 10 cantieri per il ponte e la viabilità vecchia e nuova

I lavori per il ponte e le operazioni. Dieci i cantieri in Sicilia e uno in Calabria e, come opere da realizzare, barriera di esazione, Gallerie Faro Superiore, viabilità definitiva (Cantiere Faro Superiore); stazione metropolitana e area parcheggi (Cantiere Papardo); svincolo Annunziata, Gallerie Le Fosse, Stazione metropolitana Annunziata, area parcheggi (Cantiere operativo Annunziata); Viadotto Pace, Gallerie Balena, Gallerie Le Fosse (Cantiere Pace); svincolo di Curcuraci, posto di manutenzione ferroviario, Galleria Faro, Galleria Balena, Galleria S. Agata (Cantiere Curcuraci); stazione metropolitana e area parcheggi (Cantiere stazione metropolitana Europa); Galleria Santa Cecilia, Galleria S. Agata, raccordi ferroviari (Cantiere Contesse).

E ancora: 16 itinerari, di cui 12 interessano la viabilità esistente e 4 riguardano nuove viabilità interessate come piste di cantiere. “I​ periodi​ di​ maggiore​ interesse ​della ​viabilità ​ordinaria​ non eccedono mai il 24° mese dall’avvio ​dei ​cantieri ​poiché ​oltre​ tale​ limite​ si​ prevede​ che​ le​ movimentazioni,​ inizialmente​
veicolate​ su ​gomma ​siano ​quasi​ interamente​ spostate​ via ​mare”, puntualizza la Stretto di Messina. E ancora: “Il tratto stradale che si collega direttamente alla strada Panoramica dello Stretto rientra tra le nuove viabilità definitive di progetto. Ma funge anche da pista di cantiere nel periodo di lavorazione,
rappresentando la viabilità di ingresso e uscita dal cantiere SI2 – Faro Superiore”.

L’attesa del via libera Cipess e la richiesta di stop al progetto

Quanto ai tempi, di recente l’ammministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, così si è sbilanciato: “Via libera del Cipess entro fine giugno e 40 giorni per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Quindi a fine estate l’avvio dei lavori“. E, in parallelo, il Comune di Messina attende l’ok alle misure compensative dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile.

Da parte sua, con un esposto in Europa, la Cgil ha chiesto lo stop al progetto. Ed è stato notificato nei giorni scorsi il ricorso per motivi aggiunti, nell’interesse del Comune di Villa San Giovanni e della Città metropolitana di Reggio Calabria, per l’annullamento della delibera Iropi. Delibera della presidenza del Consiglio dei ministri del 9 aprile scorso che fa riferimento a “motivi imperativi di rilevante interesse pubblico” a sostegno del ponte. Una relazione approfondita, per Tempostretto, dall’avvocato Nicola Bozzo.

“La strada delle soluzioni alternative alla grande opera non è stata percorsa”

In sostanza, facendo appello alla sicurezza nazionale e alla salute pubblica, secondo le amministrazioni calabresi, si vuole evitare il passaggio all’autorizzazione della commissione europea. E la strada delle soluzioni alternative alla grande opera non è stata percorsa. L’idea è quella di stoppare il progetto in attesa di verifiche maggiori.

In questo clima, tra favorevoli, contrari e scettici, arriva oggi Salvini a Messina.

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8 commenti

  1. Quando inizieranno i casini in città, più di quelli che già abbiamo, aspetterò le reazioni entusiaste di quelli favorevoli, che saranno i primi a lamentarsi e che non vedranno mai questo insulto finito

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  2. Purtroppo, a prescindere dai favorevoli e contrari all’opera, per la città di Messina sarà un’ecatombe. E purtroppo è colpevole l’amministrazione comunale, che sottomessa dai giochi di potere del leader di coalizione, sta tacendo e quindi accettando questo scenario che per la città sarà oggettivamente terrificante.
    Vi ricordo che bastano dei lavori in tangenziale per paralizzare l’intera città, figuriamoci anni di camion che giornalmente occuperanno le già intasate arterie cittadine.
    Ahime, per noi messinesi ci saranno tempi ancora più difficili ed è, per la città, un vero delitto, proprio ora che si intravedeva un trend positivo per Messina.

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  3. COGITO ERGO SUM 30 Maggio 2025 09:44

    Per come si va sviluppando la vicenda, il punto che emerge sempre in modo sempre piu’ evidente e chiaro è che, POLITICAMENTE, la questione PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA, sta mettendo in gioco, in modo pesante, la credibilità pubblica dei suoi sostenitori, nel senso che , o l’opera si fa nei tempi previsti, con le risorse a disposizione ed è un pieno ed incontestabile successo politico, di prestigio anche personale , allora va tutto bene e vi sono solo vantaggi enormi per loro e per la collettività. Viceversa ….. si aprirebbe uno scenario diverso e con prospettive non del tutto conosciute o conoscibili. Vedremo cosa accadrà.

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  4. Prima il terremoto del 1908, poi la distruzione delle bombe del secondo conflitto mondiale ed infine il colpo di grazia inflitto dalla costruzione del ponte. Messina sarà cancellata dalla pazzia umana di qualcuno che si crede Dio in terra.

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  5. Sarà solo un immane scempio

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  6. Ritengo che molti dei no pontisti non ricordano, o forse non erano ancora nati, quando ogni giorno, a partire dall’ora di pranzo si riversavano in città, fra gli altri, 55 autotreni provenienti dagli stabilimenti FIAT di Termini Imerese, facilmente riconoscibili per il loro carico di Panda. Oggi questi trasporti, così come quelli della Pirelli e di altre industrie nazionali ed internazionali che producevano in Sicilia, non esistono più perchè trasportare quello che si produceva in Sicilia nel resto d’Italia non era, e non é, economicamente sostenibile.
    Quindi disoccupazione e malaffare.
    Questo grazie a chi si dichiara progressista.

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  7. Per i Tir basta implementare il trasporto su nave,meno inquinante perché i mezzi viaggiano a motore spento con approdi fuori dal centro urbano. Vedremo quante persone non riusciranno a raggiungere il posto di lavoro e quanti gas di scarico respireremo, visto che i mezzi pesanti saranno ben più di 55 al giorno. Comunque per i 20 anni circa necessari alla costruzione ( chi crede alla favola degli 8 anni? Guardate stadio e svincoli…) i trasporti continueranno così.

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  8. .. a ecco!

    La Fiat, Pirelli hanno chiuso o ridimensionato in tutto il territorio nazionale e principalmente in Piemonte e in Lombardia.

    Se poi vogliamo raccontarci un’altra storia facciamolo pure ma i motivi sono ben altri, sicuramente non per il Ponte.

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