"Il pianoforte romantico" nell’eccellente interpretazione di Gaetano Indaco

“Il pianoforte romantico” nell’eccellente interpretazione di Gaetano Indaco

giovanni francio

“Il pianoforte romantico” nell’eccellente interpretazione di Gaetano Indaco

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martedì 02 Maggio 2023 - 10:00

Brani celebri del romanticismo pianistico al Palacultura per la stagione dell'Accademia Filarmonica

Un ottimo pianista, già docente del Conservatorio musicale cittadino, si è esibito al Palacultura sabato scorso, per il penultimo appuntamento della stagione musicale dell’Accademia Filarmonica.

Gaetano Indaco ha proposto un programma dal titolo “Il pianoforte romantico”, che ha compreso brani di Schumann, Chopin, Liszt e, attraverso le trasposizioni di quest’ultimo, Schubert.

Il concerto è iniziato con gli “Intermezzi” Op. 4 di Robert Schumann. Si tratta di sei brani (Allegro quasi maestoso; Presto a capriccio; Allegro marcato; Allegretto semplice; Allegro moderato; Allegro) che, come sovente accade, in Schumann, contengono citazioni di altre composizioni dell’autore, pezzi spesso spigolosi, talora dissonanti, basati prevalentemente sul ritmo, ove troviamo espressi i più svariati sentimenti, angoscia, gioia, umorismo, serenità, inquietudine etc. Brani, insomma di una sorprendente modernità, anche se di rara esecuzione.

La prima parte del concerto si è conclusa con delle trascrizioni di Franz Liszt di alcuni Lieder di Schubert e Schumann. Franz Liszt è stato autore di innumerevoli trascrizioni per pianoforte di opere, sinfonie, lied di musicisti a lui contemporanei o antecedenti, e tale meritoria attività, in un’epoca in cui la musica poteva essere ascoltata solo dal vivo, ha contribuito notevolmente alla diffusione della stessa.

Di Liszt/Schubert abbiamo ascoltato due Lieder dal carattere sereno ed elegiaco, “Du bist die Ruh” (Tu sei il riposo) e “Standchen) (Serenata) da versi di Shakespeare. Di Liszt/Schumann il pianista ha eseguito due Lieder dal carattere più passionale, tipicamente romantico: il celebre e incantevole “Widmung” (Liebeslied) (Dedizione – canto d’amore), forse il lied più celebre del musicista tedesco, e “Frühlingsnacht” (Notte di primavera). Pregevole l’esecuzione di Indaco, attenta ad ogni sfumatura e precisa e limpida in ogni passaggio, talora ostico, come in alcuni Intermezzi di Schumann.

La seconda parte del concerto ha visto protagonista la musica di Chopin, con alcuni dei suoi brani più celebri, per concludere con l’altrettanto famoso “Mephisto Valzer” di Liszt.

I Notturni Op.15 n°2 in fa diesis magg. e Op.27 n°2in re bem. magg., eseguiti da Indaco, rappresentano due fra le più raffinate pagine pianistiche del romanticismo. Il primo, che fu definito da Cortot “nato dagli incanti del crepuscolo” presenta un interessante doppio movimento nella parte centrale. Il secondo contiene delle preziose ornamentazioni ed ha un andamento di barcarola, non per niente era il preferito di Mendelssohn.

La Polonaise-Fantasie op. 61 di Chopin, eseguita dopo i Notturni, è l’ultima polacca, l’ultimo monumento eretto alla propria patria dal grande musicista polacco. Si tratta di una composizione al di fuori di ogni schema, di una tale libertà formale che lo stesso Chopin fu a lungo indeciso sul titolo da assegnarle. Nella Polacca Fantasia, ricca di temi, alcuni fra i più belli e toccanti di Chopin, prevale, rispetto alle precedenti polacche, nettamente l’elemento lirico su quello eroico, e anche lo splendido finale, in cui uno dei temi fondamentali del brano si fa finalmente eroico e liberatorio, alla fine ripiega sommessamente decrescendo, salvo il fortissimo dell’ultimo accordo.

Anche nell’esecuzione di Chopin il pianista ha dimostrato la propria sensibilità artistica, attento ad ogni sfumatura, senza mai cadere (nei notturni) in stucchevoli sentimentalismi che a volte capita di ascoltare.

Nel “Mephisto Valzer” invece Indaco ha sfoggiato la sua eccellente tecnica pianistica, trattandosi di un brano tipicamente lisztiano, quindi di ardua difficoltà esecutiva. Si tratta di uno dei brani più celebri e più eseguiti del musicista ungherese, e rappresenta una danza orgiastica, ispirata da un poema di Nikolaus Lenau, ma anche dal Faust di Goethe, soggetto assai caro a Franz Liszt. Il brano si sviluppa in contrasto fra il demoniaco tema iniziale e quello più dolce della parte centrale (che celebra l’amore). Eseguito in maniera impeccabile, sobriamente, senza enfasi, dal pianista, che ha ricevuto convinti applausi del pubblico in sala.

Un gioiello prezioso il bis eseguito, anch’esso assai celebre: il Notturno in do diesis minore op. postuma (in realtà il brano reca come titolo “Lento con gran espressione”) di Chopin, un’altra elegantissima pagina del romanticismo musicale.

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