Il sindaco ha incontrato a Palazzo Zanca Gaetano Vecchio, alla guida di Cosedil. La società che ha denunciato il tentativo d'estorsione
MESSINA – Tentativo d’estorsione nelle zone del risanamento. Il pizzo in videochiamata dalle carceri di Palermo e Agrigento per costringere a pagare la ditta al lavoro a Fondo Fucile. Il sindaco di Messina Federico Basile riceve a Palazzo Zanca Gaetano Vecchio, presidente di Confindustria Sicilia e amministratore delegato di Cosedil S.p.A. Ovvero la società che ha denunciato di essere stata vittima di estorsione. Un incontro per “ribadire il sostegno delle istituzioni alle imprese che denunciano e l’impegno comune per la legalità e la tutela del tessuto produttivo”.

Tre denunce
I carabinieri hanno denunciato tre messinesi. All’impresa era stata chiesta una “messa a posto” da 250 mila euro. I tre sono indagati per tentata estorsione insieme a un minorenne, coinvolto come postino del pizzo, arrivato in cantiere in motorino. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Messina.
Il sindaco Basile: “Messina sta cambiando e noi sosteniamo le imprese che agiscono nella legalità”
Così il sindaco Basile: “Messina sta cambiando. Si fonda sulle attività imprenditoriali e questo episodio è grave. Il messaggio, da parte mia, è di supporto a tutte le aziende. Impensabile che ci possano essere ancora atti di questo tipo, per di più partendo dal carcere. E, lo ribadisco, in una città che sta lavorando tanto. Purtroppo i fondi Pnrr sono spesso giudicati appetibili dalla malavita. Ma respingiamo con forza qualunque tipo di elemento esterno al buon lavoro che si sta facendo. Oggi esprimo la vicinanza dell’amministrazione comunale a tutte le imprese che lavorano in maniera sana. E con un grande plauso alle forze dell’ordine per quello che stanno facendo con i protocolli di legalità. Il messaggio è questo: la città è accanto alle imprese per tutelare quello che di buono c’è nell’imprenditoria. Il tutto nel segno di una legalità di cui Messina vuole essere roccaforte”.
L’imprenditore: “Un’estorsione 4.0 con i telefonini ma la risposta è stata immediata ed efficace”
A sua volta ha raccontato l’ad di Cosedil Gaetano Vecchio: “Voglio innanzitutto esprimere la mia profonda gratitudine ai nostri collaboratori, che ogni giorno nei cantieri ci consentono di lavorare a schiena dritta, applicando con rigore i protocolli di legalità. La storia della nostra famiglia parte da lontano, ma è grazie a loro se questi valori si traducono in comportamenti concreti. Si è trattata di un’estorsione 4.0, fatta con i telefonini. Sembrerebbe anche dal carcere. Almeno così emerge dalla stampa. Devo dire che senza la prontezza dei nostri collaboratori, che seguono delle direttive precise, e soprattutto senza la grande capacità investigativa dei carabinieri, non sarebbero stati presi”.
“Lo Stato esiste e il fenomeno dell’estorsione può essere debellato”
Ha continuato Vecchio: “Il messaggio è che lo Stato esiste. E soprattutto devo dire ai miei colleghi, come ammistratore delegato di Cosedil e specialmente come presidente di Confindustria Sicilia, che la strada è questa. Bisogna tenere la schiena dritta perché lo Stato è presente. E perché l’estorsione deve essere debellata come metodo culturale. Perché è un metodo basato sulla paura. E se non c’è paura, perché forze dell’ordine e Procura funzionano, il fenomeno si elimina da solo. In un momento storico come questo in cui gli investimenti in città sono importanti, è corretto e fondamentale che tutti facciamo la nostra parte. L’amministrazione ci è accanto. Per noi è un segnale importante perché è il sistema che deve funzionare nel suo complesso”.

Bisogna fare come nelle altri nazioni carcere più duro e restrizioni serate