Il Rotary Messina e la Cripta del Duomo: un "tesoro" da valorizzare

Il Rotary Messina e la Cripta del Duomo: un “tesoro” da valorizzare

Daniele Ferrara

Il Rotary Messina e la Cripta del Duomo: un “tesoro” da valorizzare

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sabato 03 Ottobre 2020 - 18:04

Il convegno ha portato l'attenzione sulla Cripta che attualmente è al 18esimo posto della classifica dei Luoghi del cuore del Fai

Attualmente la Cripta del Duomo, candidata a I Luoghi del Cuore del FAI, è al diciottesimo posto in una classifica che include migliaia di siti italiani, senza dubbio un ottimo risultato. La chiamiamo “cripta”, ma in realtà è sprovvista di quegli elementi che la caratterizzerebbero come tale, ed è perciò qualcos’altro. Questi temi ha avuto un convegno ospitato dal Rotary Club Messina al Royal Palace Hotel, aperto dalla Presidente del Rotary, la dottoressa Mirella Deodato, e presentata dalla professoressa Laura Giuffrida. Protagonisti dell’incontro il dottor Pippo Trimarchi, editore della nostra testata promotore del comitato che sostiene la Cripta come Luogo del Cuore FAI, e il professor Franz Riccobono, noto storico della Città di Messina e del territorio peloritano.

La Cripta del Duomo di Messina Luogo del Cuore FAI

Trimarchi ha sottolineato l’importanza della mobilitazione in corso in favore della Cripta in relazione alla sua candidatura tra i Luoghi del cuore FAI. Attualmente il nostro sito è sceso dal quindicesimo al diciottesimo posto in classifica (una retrocessione di poca entità, comunque), ma, secondo Trimarchi ci sono le condizioni per raggiungere posizioni ben più prestigiose, grazie al crescente interessamento della popolazione (Cliccando qui si può votare online) L’Editore ha altresì esposta la sua idea di preservazione della civiltà messinese attraverso la conservazione dei luoghi storici, che deve passare sì attraverso la via politica, ma potrà farlo soltanto quando la cittadinanza tutta dimostrerà d’avere a cuore la nostra cultura e la porrà come primaria necessità agli occhi degli uomini e delle donne della politica.

Riccobono, con il supporto d’un variegato assortimento d’immagini realizzato da Nino Dini, socio dell’Associazione Amici del Museo di Messina, ha argomentato e dimostrato dettagliatamente la tesi che questo luogo, lungi dall’essere una cripta, è invece una chiesa vera e propria, antecedente alla costruzione del Duomo degli Altavilla. Non ci sono sepolture, che invece si trovano nel piano superiore (anche le tombe reali erano nell’abside), se non quelle dei confrati Schiavi di Maria (XVII secolo) perché là avevano sede. Non ci sono reliquie, che sono custodite presso l’altare di sinistra dedicato alla Madre della Lettera. Ci sono ben cinque finestre che permettono l’ingresso della luce, disposte sulle tre absidi, dalle quali si evince chiaramente che non si tratta davvero d’un ambiente sotterraneo. Numerose incisioni e stampe del passato documentano come fossero presenti svariati altari e che fosse luogo di preghiera. Inoltre l’orientamento dell’attuale Cattedrale di Messina (orientata a Nord-Est) è difforme rispetto alle pressoché coeve chiese della Santissima Annunziata dei Catalani e di Santa Maria degli Alemanni (entrambe rivolte a Oriente), segno che al momento della costruzione si perpetuò l’orientamento della chiesa preesistente che venne inglobata nella nuova struttura.

Le prove documentali d’una preesistenza del tempio, ora sottomesso, sono riportate da Placido Samperi (1644), che parla d’un edificio antecedente risalente al VI-VII secolo d.C. e racconta del ritrovamento, durante alcuni lavori, di oggetti ascrivibili al periodo bizantino. Riccobono dunque sostiene – a ragione – che la cosiddetta Cripta del Duomo sia stata la chiesa originaria e paleocristiana dedicata all’Assunta, forse il tempio cristiano più antico a Messina, rimasto in funzione anche durante il periodo islamico e infine rinnovato con la costruzione su di essa della nuova Cattedrale sotto la dinastia d’Altavilla nel XII secolo, anch’esso dedicato all’Assunta ma non a caso chiamato “Santa Maria la Nuova” proprio a sottolineare che due erano le chiese intitolate all’Assunta, la primigenia paleocristiana e la maggiore di fondazione normanna; il nostro potrebbe persino rivelarsi essere il più antico edificio consacrato alla Cristianità in tutta la Sicilia.

Si è anche discusso, al di là di quelli che saranno gli sviluppi dei restauri, d’un provvisorio sistema per permettere le visite in sicurezza all’antico ambiente: si potrebbe creare un percorso protetto, magari fra i due ingressi in via San Giacomo e in piazza Immacolata di Marmo con un breve avanzamento verso le absidi che consentirebbe la fruizione, ancorché a distanza, dell’intero complesso chiesastico; con i proventi delle visite al monumento si potrebbe successivamente procedere al restauro progressivo dell’edificio.

L’intervento di Riccobono si è concluso con il riferimento a una sorta di “giallo” che riguarda il bellissimo ciborio cinquecentesco in marmo che fino al 1937, quindi dopo il terremoto, risultava conservato nella navata di sinistra della chiesa inferiore in prossimità dell’altare del SS. Crocifisso e che inspiegabilmente oggi si trova esposto nella Sala del Cinquecento del Museo Regionale di Messina.

La riunione è proseguita con l’intervento dei giovani del Rotaract Club Messina, presieduto dalla dottoressa Mariabeatrice D’Andrea, che hanno assistito con interesse la relazione sulla Cripta, e hanno a seguire brillantemente illustrato i progetti della sezione giovanile del club, tesi alla filantropia affrontando le sfide del presente, quali la sicurezza online, la sanità e la prevenzione, segno incoraggiante di una gioventù dedita al miglioramento della società e al futuro della Città.

Foto principale Vizzini

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