Il semestre filtro a Medicina: la fine del numero chiuso o solo un inganno?

Il semestre filtro a Medicina: la fine del numero chiuso o solo un inganno?

Autore Esterno

Il semestre filtro a Medicina: la fine del numero chiuso o solo un inganno?

sabato 13 Settembre 2025 - 09:30

Cosa ne pensano gli studenti del semestre filtro che ha chiuso la stagione del numero chiuso per entrare a Medicina

Il 1° settembre scorso si è dato il via alle lezioni del semestre filtro per fare accedere gli studenti alle facoltà di Medicina. Il decreto legislativo n.71 del 15 maggio 2025 di fatto ha eliminato il tradizionale test a quiz per entrare ai corsi magistrali in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, introducendo il nuovo semestre filtro. Durante questo periodo l’accesso alle lezioni è aperto a tutti gli studenti con esami uniformi in tutta Italia. Solo chi otterrà i migliori risultati, però, verrà inserito in una graduatoria nazionale e in base alla sua posizione potrà di fatto essere ammesso al corso di laurea da lui prescelto.

Il primo semestre

Gli studenti che hanno deciso di partecipare al semestre filtro hanno dovuto pagare una tassa di 250 euro al momento dell’iscrizione al sito di Universitaly. Inoltre, l’iscrizione ha previsto l’elencazione delle sedi preferenziali in cui ogni studente verrà ammesso o destinato. La prima sede indicata è quella in cui lo studente sta frequentando le lezioni in questo primo semestre.

I circa 1200 studenti che hanno optato per Messina come prima sede sono stati suddivisi in quattro classi, tre delle quali situate al polo di Ingegneria di Papardo e una al polo dell’Annunziata. Nelle aule loro destinate le matricole dovranno seguire lezioni di fisica, chimica e biologia con frequenza obbligatoria in presenza o tramite videolezione dalle 8:30 alle 15:30. Le lezioni sono iniziate il 1° settembre e termineranno il 10 novembre.

L’esame di ammissione

La prima sessione d’esame si terrà in tutta Italia giorno 20 novembre. Durante questa giornata gli studenti dovranno svolgere tre prove scritte di 31 quesiti ciascuna, 15 a risposta chiusa e 16 sulle materie affrontate nelle lezioni, con un tempo di 45 minuti cadauna.

Dopo la correzione delle prove, verrà stilata una graduatoria nazionale nella quale verranno inseriti gli studenti che avranno ottenuto i migliori punteggi. Tramite essa verrà svelato l’esito del futuro di ognuno. Di fatto verrà determinato l’ingresso o meno nella facoltà prescelta o l’eventuale scorrimento nelle successive facoltà indicate come preferenziali.

Il parere degli studenti

A dieci giorni dall’avvio delle lezioni alcuni studenti del semestre hanno espresso a Tempostretto il proprio punto di vista su questa riforma che ha coinvolto loro direttamente.

Parere unanime di tutti gli intervistati è che effettivamente quello che viene chiamato semestre si riduce a soli due mesi di concreta preparazione per lo svolgimento degli esami. Gli studenti hanno, inoltre, constatato come sia estremamente penalizzante richiedere che loro svolgano programmi così complessi in contemporanea in questo periodo così breve.

“Questo semestre è solo un esame a numero chiuso posticipato”. Questa l’opinione di una studentessa che avverte pesantemente la difficoltà nel gestire l’impegno quotidiano con la preparazione ad un esame la cui tipologia e soprattutto il cui esito risultano molto incerti.

La preoccupazione degli studenti

Dalle parole dei ragazzi traspare, per lo più, molta preoccupazione, in quanto non riescono a trovare il giusto conforto anche nelle lezioni. Gli stessi professori, infatti, tenuti a svolgere le lezioni, non conoscono le tipologie di quesiti a cui verranno sottoposti gli studenti frequentanti i loro corsi e soprattutto non saranno loro stessi a giudicarli. Nonostante tutti i docenti forniscano materiale come PowerPoint o appunti legati alle loro spiegazioni, la stragrande maggioranza degli studenti interpellati ha ammesso di usufruire di altre risorse come libri, corsi privati, appunti, o ripetizioni.

Una lotta contro il tempo

Un altro aspetto sottolineato da tutti gli intervistati riguarda il ritmo serrato delle lezioni, che deve consentire ai docenti di concertare un programma molto vasto e articolato in pochi incontri. “Le lezioni sono stancanti, i ritmi elevati e non sempre riesco ad orientarmi per come vorrei”. Una ragazza ha ammesso le sue perplessità e l’ansia di non farcela di fronte alla mole di lavoro richiesto.

L’incertezza della sede

“Io sono un fuorisede iscritto a Messina, viaggio quotidianamente, e non so se tra due mesi sarò ancora qua o altrove”.

I sacrifici della maggior parte degli studenti non garantiscono il raggiungimento degli obiettivi a maggior ragione in questo contesto in cui tutto sembra un terno al lotto. Non solo i fuori sede che ogni giorno viaggiano fino a Messina dalla provincia, ma anche quelli che si sono temporaneamente trasferiti qui, vivono con molta apprensione e tanto dubbio questo passaggio obbligato. Riusciranno ad accedere e in caso dove?

A fine novembre tutti avranno delle risposte in merito al loro futuro, anche se in caso di fallimento verrà data loro la possibilità di poter ripetere l’esame a dicembre. Solo a gennaio, invece, si sapranno con certezza i nomi di coloro che ce l’hanno fatta, e per chi non riuscirà a centrare l’obiettivo resterà comunque l’opzione di frequentare altre facoltà simili indicate al momento dell’iscrizione.

Il numero chiuso è stato davvero eliminato?

Le promesse della ministra Anna Maria Bernini, ideatrice del semestre filtro, vedono un Paese diviso, tra chi ha avuto finalmente una chance e chi invece avrebbe comunque intrapreso questo percorso, investendo risorse e denaro. Le perplessità mostrate dalla maggior parte degli studenti sono lecite, loro malgrado essi sono le “cavie” di questa riforma, che dovrebbe sopperire alle carenze di medici nel Paese. Ma è davvero così?  Che senso ha aprire le iscrizioni alla laurea magistrale in medicina se le specializzazioni continuano ad essere a numero chiuso? Come si fa a mettere fine al sistema parallelo, privato, di preparazione ai test se i professori non sono messi in condizione di calibrare le loro lezioni alla tipologia d’esame?

Gennaio porterà le prime conclusioni e da lì in poi si capirà se questo nuovo sistema sarà sostenibile ancora in futuro, oppure solo un esperimento malriuscito, che di fatto non avrà abolito il numero chiuso ma lo avrà solamente posticipato nel tempo.

Cristiano Piccione – Progetto L’Estate Addosso

Un commento

  1. Il titolo dell’articolo non si presta a dubbi: si tratta dell’ ennesimo inganno perpetrato da questo incapace governo. Il numero chiuso resta, ma peggiorato! Fino a gennaio non si saprà l’ esito definitivo e in più si pagano 250 euro (prima erano 30) per un futuro incerto, magari in un corso di studi “di ripiego”.

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