Il Teatro Vittorio Emanuele gremito per il Concerto di Capodanno

Il Teatro Vittorio Emanuele gremito per il Concerto di Capodanno

giovanni francio

Il Teatro Vittorio Emanuele gremito per il Concerto di Capodanno

mercoledì 03 Gennaio 2024 - 08:30

Anche quest’anno, come da tradizione ormai consolidata, nel pomeriggio del primo di gennaio si è tenuto al Teatro Vittorio Emanuele di Messina il concerto di Capodanno. Protagonista, come ogni anno, l’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, questa volta senza cantanti, e diretta dal Maestro Salvatore Percacciolo

Il Concerto di Capodanno ha confermato il notevole gradimento dei messinesi per questo evento, a giudicare dall’affluenza di pubblico, tutto esaurito per l’occasione.

Il tradizionale Concerto di Capodanno viennese, la cui prima edizione si tenne nel 1939, nella splendida sala dorata del Musikverein di Vienna (ove si tiene tuttora) ha uniformato i concerti augurali del nuovo anno di tutto il mondo occidentale, con l’esecuzione dei celebri valzer e polke degli Strauss, e i due ultimi bis, sempre gli stessi, “An der schonen blauen Donau” (Sul bel Danubio blu), di Johann Strauss e la “Radetzky-Marsch” di Johann Strauss I.

Dal primo gennaio 2004 si è affermata una nuova tradizione al Teatro “La Fenice” DI Venezia, un Concerto di Capodanno che nacque dapprima come evento straordinario, per celebrare la riapertura del teatro dopo l’incendio che lo distrusse nel 1996, ma che divenne invece un appuntamento annuale. Tale concerto si discosta da quello viennese, in quanto è dedicato per la maggior parte (ma non solo) alla musica operistica italiana, ed infatti non mancano mai i cantanti e il coro. Anche l’ultimo bis, sempre lo stesso, il celebre Brindisi da “La Traviata”, è ormai entrato nella tradizione veneziana.

Il Concerto messinese, come ogni anno, abbraccia entrambe le tradizioni, ed anche questa volta la prima parte è stata dedicata prevalentemente alla musica operistica italiana, con la preziosa eccezione della Polonaise dall’Eugene Onegin di Tchaikovsky, mentre, dopo un breve intervallo, la seconda parte è stata dedicata ai valzer viennesi, compresi i due celeberrimi bis.

Il concerto, dopo l’esecuzione dell’Inno Nazionale, è iniziato con l’esecuzione dell’Overture dalla “Cenerentola” di Gioacchino Rossini. Anche l’esecuzione di una overture rossiniana fa parte della tradizione del Capodanno messinese, infatti in altre edizioni abbiamo ascoltato, per es., le overture dal “Guglielmo Tell” e da “La gazza ladra”. Si tratta di una delle overture d’opera più riuscite da parte del compositore di Pesaro – come del resto tutta l’opera – che contiene nel suo sviluppo uno dei più felici e trascinanti “crescendo” rossiniani.

È stata poi eseguita la musica dalla seconda scena del primo atto di “Aida” di Giuseppe Verdi, del quale l’Orchestra ha anche eseguito il toccante Preludio dell’atto terzo de “La Traviata” e la musica delle danze tratte dalla terza Parte di “Macbeth”.

La prima parte del concerto si è conclusa con la Polonaise tratta dal secondo atto dell’opera “Eugene Onegin” di Tchaikovsky, un brano ricco di brio, ma che nella parte centrale presenta un momento più lirico e nostalgico, caratteristica sempre presente nella musica del compositore russo.

La seconda parte, come detto, è stata dedicata interamente ai valzer e polke viennesi, ma è iniziata con un altro brano che si ascolta sovente in queste occasioni, la famosissima overture da “La Cavalleria leggera” di Suppè.

L’orchestra, sapientemente diretta da Salvatore Percacciolo, dopo un valzer non molto noto di Strauss, dal titolo “Späreklänge” (letteralmente “suono di riserva”), ha eseguito fra i più celebri brani di Strauss, come le due “Pizzicato Polka” e soprattutto il “Kaiservalzer”, uno dei valzer più noti e più felici del compositore austriaco, dai temi famosissimi da tutti conosciuti, che ha costituito il cuore, l’elemento centrale della seconda parte del concerto.

L’Orchestra del Teatro V.E. ha fornito un’ottima prova nella seconda parte del concerto, quella dedicata ai valzer viennesi, grazie anche ad una direzione caratterizzata soprattutto per la scelta felice ed equilibrata dei tempi.

Qualche perplessità invece nell’esecuzione dei brani operistici italiani, ove l’Orchestra ha tradito a volte delle pecche, come i fiati che sovente hanno coperto il suono degli archi; alcune imperfezioni, in particolare nei brani tratti dal Macbeth e soprattutto nella Polonaise di Tchaikovsky, brano certamente impegnativo, mentre è stata eccellente l’esecuzione del Preludio da La Traviata.

Prima di eseguire i tradizionali bis di Capodanno, il direttore Percaccioli, nell’augurare buon anno, anche a nome delle istituzioni locali, ha invitato il pubblico a non gremire il Teatro solo per il Concerto di Capodanno, come del resto fece lo scorso anno il Maestro Matthias Fletzberger.

Io mi associo all’invito, e non lo limito solo agli spettacoli del Teatro, ma anche ai concerti che si tengono al Palacultura e alla Sala Laudamo a cura delle tre storiche Associazioni musicali (Filarmonica Laudamo, Accademia Filarmonica e Ass. V. Bellini), musica di elevata qualità eseguita da artisti di assoluto livello.

È stata la volta quindi dei due bis, prima “An der schonen blauen Donau” (Sul bel Danubio blu), uno dei più celebri e amati diJohann Strauss, ricco di temi conosciuti in tutto il mondo, e reso ancor più celebre, ove possibile, da Kubrick nel suo straordinario film “2001 Odissea nello spazio”. Nonostante i suoi motivi fin troppo orecchiabili e popolari, è un brano amato anche dai cultori più esigenti, tant’è che Johannes Brahms una volta appose la sua firma a margine di alcune note del valzer, scrivendo “Sfortunatamente non di Johannes Brahms”.

Infine, la “Radetzky-Marsch” di Johann Strauss I, il famosissimo brano che in realtà celebra la vittoria dell’esercito imperiale comandato dal conte Radetzky sulle truppe piemontesi (a Custoza), ma che ormai viene celebrato anche da noi, avulso da quel contesto, come musica augurale per il nuovo anno, ove, come da tradizione, Percaccioli ha diretto il pubblico, che ha accompagnato il brano con il classico battito delle mani.

Buon 2024 a tutti.

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