Il presidente della confederazione dei commercianti, Carmelo Picciotto, interviene ancora una volta sul commissariamento della Camera messinese. Appello all’assessore regionale alle attività produttive, Linda Vancheri, perché si faccia in fretta
“Si deve cambiare in tempi brevi. E’ una richiesta legittima: ogni cosa torni al proprio posto”. Il presidente di Confcommercio Messina, Carmelo Picciotto, torna a parlare del commissariamento della Camera di Commercio ed a chiedere cosa fare per sbloccare la situazione. “Perché – scrive in una nota – non riusciamo ad essere padroni del nostro futuro fondato sulla nostra forza associativa e sulle esperienze maturate in campo?”
L’appello è rivolto all’assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vancheri, “che inspiegabilmente trascina un Commissariamento della Cciaa di Messina per fini che esulano dall’intendere comune, cavalcando insostenibili futili motivi che, logorando la pazienza e la coscienze anche dei più miti, ci portano ad una esasperazione imprenditoriale che non riesce a scegliere in autonomia il Governo del proprio tavolo di rappresentanza comune”.
Prima la burocrazia, poi le verifiche, e il risultato è sempre lo stesso: “tenere commissariata – prosegue Picciotto – una Camera di Commercio che si allinea a tutti gli altri Enti Siciliani che non possono astrarsi o liberarsi dal potere Regionale di Governo. Dica l’Assessore – se può dirlo – quale motivo ulteriore lega le sue mani dal liberare le nostre? E lo faccia con l’analoga autonoma onestà intellettuale con cui sosteniamo con sconcerto l’inaccettabilità del protrarsi di un presidio ormai continuato di una figura che sia sul piano giuridico che sul piano amministrativo viene dimensionato e limitato a brevi e straordinari interventi gestionali e non come l’attuale Assessore sta dimostrando di elevare a rango inappropriato di amministratore ordinario anziché straordinario”.
Si chiedono dunque risposte certe e tempestive per la ricostituzione del Consiglio camerale, “che non può più essere oggetto di discrezionalità – conclude il presidente di Confcommercio – che per la propria natura non escluderebbero valutazioni di legittimità da parte degli organi giudiziari preposti alla materia”.
