Messina brucia:inferno in tangenziale,Regione assente ma promette aiuti

Messina brucia:inferno in tangenziale,Regione assente ma promette aiuti

Marco Celi

Messina brucia:inferno in tangenziale,Regione assente ma promette aiuti

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lunedì 10 Luglio 2017 - 08:30

Messina brucia: gli automobilisti restano in fila sulla A/20 per ore, la città resta a secco, la Regione promette fondi ed intanto si registrano le rime reazioni politiche sulla gestione dell'emergenza

Una "trappola per topi". Definisce così, il consigliere Libero Gioveni, in una nota, la drammatica situazione che ieri sera ha interessato migliaia di autovetture completamente bloccate ed incolonnate dal casello di Villafranca allo svincolo di Boccetta, completamente inermi e senza possibilità di fuga qualora, malauguratamente, il fuoco, visibilissimo dalla tratta dell''autostrada che passa sopra San Michele e che ha interessato le colline delle vallate della zona nord, piuttosto che spingersi verso l'Annunziata, si fosse spinto verso l'autostrada.

Una situazione a dir poco pericolosa che, come spiega lo stesso Gioveni, poteva essere evitata, qualora il CAS, prendendo coscienza della situazione avesse provveduto a deviare i flussi di auto provenienti da Messina e da Villafranca verso la statale oppure verso la strada di Salice. Invece no, nulla di nulla. Non un'auto di soccorsi, di vigilanza o qualcuno che spiegasse ai cittadini cosa stesse accadendo. Il Cas ha intascato tranquillamente 1.20 euro di pedaggio, come consuetudine, al casello e poi ha abbandonato gli automobilisti in una coda di 10 km che poteva risultare davvero pericolosa senza alcun tipo di ausilio.

Una situazione che si spera che chi di competenza, possa rappresentare nelle opportune sedi istituzionali, come al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l'unico che ha la possibilità di redarguire il CAS sulle sue politiche e dare l'autorizzazione alla rimozione del pedaggio di Ponte Gallo.

"Confido a questo punto, pertanto – conclude Gioveni – nell’autorevolezza, nei poteri e nella sensibilità del Prefetto Ferrandino, perché a fronte di un ordine pubblico fortemente compromesso, possa rappresentare nelle opportuni sedi romane ciò che purtroppo questo sindaco non è mai riuscito a fare".

Sul fronte della ricostruzione invece, ieri a Patti, il vice presidente della regione Siciliana, Mariella Lo Bello, ha parlato di aiuti ad imprese per la ricostruzione. "Le fiamme e il fuoco hanno ridotto quel paradiso un inferno, Patti e il suo circondario devono recuperare subito quella bellezza che ha reso questa zona meta di turismo", ha la Lo Bello, intervenendo all’incontro avente come tema “Il fuoco nemico”, dove il vice presidente della Regione ha incontrato, le aziende, i sindaci e numerosi imprenditori dei territori flagellati dal fuoco.

La situazione è gravissima – ha affermato – anni di lavoro e di impresa distrutti, aziende in ginocchio, adesso è necessario recuperare velocemente, e mettere in campo nuove azioni che aiutino gli imprenditori. In questo senso -ha confermato – utilizzeremo parte delle risorse dei fondi Poc, e faremo fronte all’emergenza anche con somme del bilancio regionale, destinate proprio a eventi di calamità”.

Il Vice Presidente Mariella Lo Bello, ha preannunciato anche che mercoledì prossimo si recherà a Chiaramonte Gulfi, altra zona danneggiata nei giorni scorsi da violenti incendi, per un nuovo incontro che si terrà sullo stesso tema “Anche in quel caso – ha concluso- porterò il sostegno della Regione Siciliana alle imprese che hanno subito disastri ,e per illustrare il nostro impegno, finalizzato ad un tempestivo recupero della situazione venutasi a determinare”.

Ma, mentre Patti la Regione fa questi proclami a danno avvenuto, la coordinatrice cittadina di Scuola Politica, Chiara Sterrantino, fa notare come dal lato della prevenzione la Regione abbia fatto quasi nulla. I vigili del fuoco sono insufficienti e lasciati soli, i Canadair sono pochi e l'organizzazione non è delle migliori.

Non basta il forte senza civico dei vigili a spegnere gli incendi, bisogna agire prima. Bisogna mettere in campo una politica di prevenzione seria che punti ad utilizzare anche tecnologie come i droni nel monitoraggio del territorio, oppure un sistema rilevamento satellitare.

Il governo regionale, nell'ambito di formazione e servizio civile, deve anche organizzare il volontariato specializzato in prevenzione e vigilanza degli incendi, anche con l'organizzazione di campi estivi di giovani nelle zone boschive. Bisogna, inoltre, che governo nazionale potenzi, con nuovo personale, il corpo dei vigili del fuoco in provincia di Messina, che è una delle aree più colpite.

"Ma sotto questo profilo il governo regionale è assente – dichiara la Sterrantino – e anzi le sue politiche hanno aumentato il rischio che i piromani, i quali purtroppo raramente vengono presi – certo casi isolati, ma sufficienti a scatenare tanti "inferni di fuoco" – finiscano per annidarsi all'interno del personale forestale precario. Occorre allora che sia per prima la Regione Siciliana a rompere ogni cointeressenza illecita, mettendo in campo un piano graduale di assorbimento del precariato".

"Purtroppo – conclude la Sterrantino – parliamo a un governo nazionale lontanissimo, a un governo regionale politicamente morto, a una classe politica messinese, assente e incapace: anche il tema degli incendi, senza soluzione da anni, ripropone così il bisogno di un radicale rinnovamento di politiche e politici in Sicilia e nella nostra provincia".

Marco Celi

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