Siclari era finito al centro dell’inchiesta "Follow the Money", coordinata dal Procuratore della Repubblica di Barcellona Emanuele Crescenti e dal Sostituto Rita Barbieri.
Il Tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dal difensore di Lino Siclari, il patron della Aicon arrestato lo scorso 21 febbraio dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Milazzo, insieme ai collaboratori Pietro Pappalardo, consulente fiscale di Milano, e Salvatrice Gitto, segretaria di Milazzo. I tre erano finiti al centro dell’inchiesta "Follow the Money", coordinata dal Procuratore della Repubblica di Barcellona Emanuele Crescenti e dal Sostituto Rita Barbieri, che era riuscita a focalizzare l’attenzione su diversi aspetti del crac AICON, la società quotata in borsa che operava nella produzione yatch di lusso, nonché su alcune somme di investimento utilizzate da Siclari per la ristrutturazione della villa “Borgo Musolino” inaugurata di recente nel territorio messinese. Più di 200 i rapporti bancari e finanziari passati a setaccio dai militari, che avevano infine permesso agli inquirenti di ricostruire l'intera vicenda della società approdata in borsa nel 2007 con un ricavato di oltre 120 milioni di euro. Le ispezioni informatiche, gli accertamenti e le acquisizioni documentali avevano fatto emergere la figura di un Dominus Siclari che, grazie alla stretta collaborazione di Pappalardo e Gitto, era riuscito a sottrarre gli enormi capitali della Aicon ormai fallita e utilizzarli per altri investimenti. A finire nel mirino degli inquirenti, inoltre, era stata anche la ristrutturazione della Villa Borgo Musolino, con i suoi 55 ettari di terreno.
CRONISTORIA DELLE VICENDE CHE RIGUARDANO LINO SICLARI (LEGGI QUI)
