Assolto perché il fatto non costituisce reato. E' questa la sentenza di primo grado diu giudizio che riguarda il secondo filone dell'inchiesta "Dirty Soccer", avviato dalla procura di Catanzaro lo scorso novembre e che ha interessato più di sessanta persone.
Lo scorso novembre la procura di Catanzaro avviava il processo denominato "Dirty Soccer", che nel maggio, sempre dello scorso anno, aveva portato all'arresto di 50 persone e oltre 70 indagate, ritenute coinvolte in un giro di calcio scommesse che riguardava una serie di combine di partite di calcio dei campionati in corso di Lega Pro e Lega D per le gare della stagione 2014-15.
Tra le persone indagate vi è pure l'ex bomber peloritano Arturo Di Napoli, soprannominato "Re Artù, che all'interno della società peloritana ha ricoperto anche il ruolo di allenatore. A distanza di quasi un anno si è chiusa la prima parte della sentenza con il I grado di giudizio.
Arturo Di Napoli è stato assolto perchè il fatto non sussiste e come spiega lo stesso ex giocatore ed allantore giallorosso sul suo profilo Instagram si chiude una vicenda "che ha, per il momento, frenato la mia crescita professionale come allenatore nel momento migliore della mia carriera iniziale. L’assoluzione perché il fatto non costituisce reato mi riempie di gioia e fiducia nella Giustizia. Ringrazio infinitamente i professionisti che mi hanno assistito, lo studio degli avvocati Antonio Fazio e Nicoletta Carè, e l’avvocato Salvatore Staiano, grazie ai quali oggi mi ritrovo il sorriso che questa indagine mi aveva tolto".