Il libro rappresenta un grido d’allarme e una presa di coscienza dell’evoluzione compiuta negli anni dalla criminalità organizzata, in particolare della ’ndrangheta, via via diventata classe dirigente e protagonista di un viaggio poco lusinghiero che tocca moltissime regioni d’Italia
Aula Magna dell’Ateneo gremita in occasione dell’incontro con Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, che ha presentato il suo volume “Padrini e padroni”, scritto insieme a Antonio Nicaso, giornalista e studioso dei fenomeni criminali di stampo mafioso. All’evento sono intervenuti Gianpiero D’Alia (Presidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali); Vincenzo Barbaro (Procuratore della Repubblica f.f. di Messina); Emanuele Crescenti (Procuratore della Repubblica di Barcellona P.G.); Vincenzo Ciraolo (Presidente Ordine degli Avvocati di Messina). Ha moderato i lavori il giornalista Emilio Pintaldi.
Il libro rappresenta un grido d’allarme e una presa di coscienza dell’evoluzione compiuta negli anni dalla criminalità organizzata, in particolare della ’ndrangheta, via via diventata classe dirigente e protagonista di un viaggio poco lusinghiero che tocca moltissime regioni d’Italia, da Nord a Sud, e Paesi stranieri (come l’Olanda, l’Australia, l’Inghilterra, gli U.S.A.). Il volume ripercorre oltre un secolo di omertà e propone una carrellata di episodi (a cominciare dal 1869, anno in cui le elezioni amministrative di Reggio Calabria furono annullate per inequivocabili e comprovate collusioni con la malavita).
Nicola Gratteri, che con questo ha firmato il suo undicesimo libro, ha definito il volume “l’anello mancante e di congiunzione con i precedenti lavori. Una ricerca storica sulle origini della ’ndrangheta sino ai cambiamenti che l’hanno resa ciò che è oggi. Il germe ha attecchito – ha aggiunto – quando è stato permesso a dei semplici ladri di polli di divenire picciotti e interporsi nella vita di famiglie o negli accadimenti di una città. E’ il caso delle elezioni amministrative di Reggio Calabria del 1869, del terremoto del 1908 e di molto altro ancora, sino ai giorni nostri, con gli esempi del traffico di stupefacenti e delle scommesse illecite nel mondo sportivo. Rispetto agli altri Paesi, sprovvisti della cultura del controllo territoriale, in Italia possiamo contare sull’efficienza della Polizia Giudiziaria, èlite nel panorama mondiale e sull’organizzazione investigativa. Sono molto felice – ha concluso – di poter parlare di fronte ad una vasta platea di giovani e studenti”.