L'allarme della Capitaneria nel 2017 per lo sversamento delle vernici di lavorazione
Messina – Sono stati tutti scagionati gli imputati al processo sull’inquinamento all’Arsenale Militare di Messina, sequestrato dalla Capitaneria nel 2018 dopo la segnalazione di alcuni scarichi abusivi nel bacino.
La sentenza
Il Tribunale ha assolto con formula piena il direttore Antoine Manna, il predecessore Raffaele Sanua, il responsabile della sicurezza Stefano Patti e Domenico De Luca, direttore tecnico della ditta Sakur che ha seguito i lavori. “Fatto non sussiste”, hanno deciso i giudici alla fine del processo. L’Accusa, rappresentata dal PM Alice Parialò, aveva invece chiesto la sola condanna per Manna, per una sola accusa, mentre aveva sollecitato la prescrizione o l’assoluzione per mancanza di prove per gli altri delitti contestati. Ma la Corte, dopo aver ascoltato anche i difensori, gli avvocati Gianluca Gullotta, Gianluca Currò e Roberto Gagliardi, ha assolto tutti quanti.
Il processo riguardava lo smaltimento delle vernici della nave Scilla, in lavorazione nel bacino di carenaggio nel 2017. Accusa che secondo il giudice non sta in piedi, né per De Luca né per Patti e Manna.
In udienza preliminare Patti e De Luca erano stati prosciolti ma la Procura aveva presentato appello, ottenendo l’annullamento del proscioglimento e il rinvio a giudizio anche per loro. Oggi sono stati “nuovamente” scagionati. Il processo era senza responsabili civili, ovvero l’Agenzia e il Ministero della Difesa, citati dai lavoratori (assistiti dall’avvocata Antonella Russo) ma estromessi in udienza preliminare.
Allarme inquinamento
A far scattare l’inchiesta era stata una segnalazione dei proprietari di una decina di auto, parcheggiate nei pressi del bacino e danneggiate dalle operazioni effettuate dalla ditta De Luca. I successivi rilievi dell’Arpa e i sopralluoghi della Capitaneria rivelarono che nel bacino l’inquinamento aveva superato i livelli di guardia.
