Il ricordo del piccolo Ahmed. L’istituto Pascoli Crispi gli dedica la sala multimediale. FOTO

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Francesca Cali

Il ricordo del piccolo Ahmed. L’istituto Pascoli Crispi gli dedica la sala multimediale. FOTO

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lunedì 23 Maggio 2016 - 10:42

Oggi la cerimonia di scopertura della targa a cui hanno partecipato anche i genitori del bimbo, morto a soli 4 anni,mentre con la famiglia cercava di raggiungere la Sicilia dalla Libia. LA FOTOGALLERY DI GIOVANNI ISOLINO

Una giornata speciale, dedicata al ricordo di chi è meno fortunato di noi ma che rimane sempre un nostro fratello. Sono queste le parole dei bambini della IV C dell’Istituto Pascoli-Crispi che questa mattina hanno partecipato alla scopertura della targa dell’aula multimediale dedicata a Ahmed Kiki, il piccolo bambino siriano morto nel luglio del 2014 mentre insieme ai genitori e alle sorelline cercava di raggiungere le coste siciliane.

Tanta commozione e anche qualche lacrima sui volti dei bambini, ma anche dei numerosi genitori presenti oggi all’evento, che si inserisce nell’ambito di un progetto indetto dall’associazione Avviso Pubblico dal titolo “Il silenzio è dolo. Siamo l’Italia che sceglie il coraggio”.

Diversi i temi tra cui poter scegliere e da poter sviluppare, ma per il dirigente scolastico Gianfranco Rosso si è trattata di una scelta quasi obbligata, per via dell’esperienza che la scuola e tutto il personale hanno vissuto nel luglio del 2014, quando nell’istituto trovarono accoglienza alcuni migranti.

“Dal 20 al 26 luglio 2014, la scuola – ha spiegato il preside – ospitò 600 migranti sbarcati nella nostra città a bordo della nave danese Torn Lotte. Un’esperienza di enorme ricchezza umana, e quasi spirituale, che ci ha spinto a scegliere il tema delle stragi in mare, per dire nel nostro piccolo mai più”.

Un lavoro lungo di riflessione, iniziato a febbraio, e svolto dai bambini grazie al supporto dei loro insegnanti, in particolare la maestra Letizia Noto e il maestro Giuseppe Smeriglio, che con approfondimenti sul tema sono riusciti ad affrontare delle tematiche tanto difficili come quella dell’accoglienza e dell’integrazione. Un tema che i bambini hanno affrontato con il modo che loro conoscono attraverso poesie, canti e disegni.

I veri protagonisti della giornata, in effetti, sono stati loro. Sono stati Giovanni, Filippo, Ludovica, Martina e Maria Chiara che ci hanno spiegato che in fondo siamo tutti uguali, anche se non parliamo la stessa lingua o se abbiamo religioni diverse.

“Dobbiamo rispettare i nostri fratelli- sottolinea Maria Chiara– perché loro vengono dalla guerra e hanno bisogno del nostro aiuto. Se noi fossimo come loro anche noi vorremmo essere accolti, dobbiamo volerci bene”.

Sono stati gli stessi bambini a spiegare cosa fosse per loro “l’isola dell’ inclusione”, una mini scultura realizzata con il das, che come ha spiegato Filippo è la Sicilia, raffigurata come un albero ai cui piedi ci sono i frutti che la terra offre. “Alla base dell’albero – ha continuato il piccolo alunno della IV C- ci sono anche i migranti, alcuni sono colorati, perché sono quelli che hanno raggiunto la Sicilia, altri sono realizzati con il das grigio perché rappresentano tutti quelli che non sono riusciti a raggiungere la nostra terra, come Ahmed”.

Presenti alla cerimonia anche i genitori del bambino siriano, che prima della scopertura della targa hanno voluto ringraziare tutti coloro che li hanno accolti in quei giorni di luglio, dandogli assistenza, ma hanno voluto anche ricordare le vittime del Mediterraneo. In particolare, la madre ha letto una poesia che lei stessa ha dedicato alla Sicilia, la terra che accoglie suo figlio.

Francesca Calì

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