Sono stati interrogati stamani dal gip Massimiliano Micali, i cognati Antonino Bonaffini ed Antonino Mangano arrestati dalla Squadra Mobile con l'accusa di aver prestato denaro a tassi usurai. I due hanno respinto tutte le accuse ma il giudice ha confermato per entrambi la custodia cautelare in carcere.

Restano in carcere Antonino Bonaffini ed il cognato Antonino Mangano, entrambi arrestati dalla Squadra Mobile con l’accusa di aver prestato denaro con tassi del 12% mensile.
I due, davanti al Gip Massimiliano Micali, che li ha interrogati stamani in carcere, hanno respinto tutte le accuse e si sono dichiarati estranei ai fatti contestati dalla Polizia. A denunciarli era stata la stessa vittima, il titolare di un negozio per la vendita di animali. Ma le spiegazioni di Antonino Bonaffini ed Antonino Mangano non hanno convinto il gip che ha confermato la custodia cautelare in carcere per i due. Lunedì prossimo sarà interrogato anche Carmelo Bonaffini, fratello di Antonino, che si trova ai domiciliari perché accusato di aver riscosso in un’occasione il denaro del commerciante. Secondo l’accusa quest’ultimo, a causa di forti difficoltà economiche, si rivolse ad Antonino Bonaffini, commerciante di pesce di Spadafora. Nell’ aprile dell’anno scorso ottenne di 5000 euro con tasso d’interesse del 12% al mese e rata mensile di 600 euro. La vittima quando non ce la fece più a restituire il denaro subì minacce di morte e così, nel settembre scorso, il padre decise di denunciare gli strozzini alla Polizia facendoli arrestare.