Il Ministero risponde alla Siracusano sul Teatro e invita ad aprire ai privati

Il Ministero risponde alla Siracusano sul Teatro e invita ad aprire ai privati

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sabato 29 Dicembre 2018 - 06:03
L'interrogazione

Ad interrogare il Ministero su un’oggettiva situazione di disagio economico era stata la deputata azzurra Matilde Siracusano. La risposta del Ministero non si è fatta attendere ma non fornisce alcuna rassicurazione concreta.

“Il Teatro di Messina ha bisogno di essere sostenuto con concretezza- scriveva la Siracusano- Per questo ho interrogato il Governo per chiedere quali iniziative intenda adottare per completare l'opera di ristrutturazione del Teatro di Messina, avviata ma mai portata a termine per carenza di fondi. È essenziale dare ossigeno a questo ente, il cui valore è spesso stato subordinato ad una gestione finanziaria pubblica poco attenta alle sue reali necessità. Il teatro non deve annaspare, sopravvivere, ma vivere”

Ecco la risposta del sottosegretario Gianluca Vacca per il Ministero dei beni culturali

L'Ente Autonomo Regionale – Teatro di Messina è un organismo che è stato finanziato dal MiBACT a valere sui Fondi FUS dal 2008 al 2013 per il settore della Lirica.

Nel 2014 l’ Ente ha rinunciato al finanziamento ma ha fatto domanda nel triennio 2015/2017 di contributo per il settore "Organismi di programmazione" nelle città al di sotto dei cinquecentomila abitanti ricevendo i seguenti contributi: anno 2015 39.404,00 anno 2016 40.506,00 anno 2017 € 43.341,00. L'entità di tali contributi annuali si è attestata sulla media di quanto ottenuto da altri organismi nel medesimo settore. Nel triennio 2018/2020, l'Ente, per la prima volta, ha fatto domanda come "Centro di produzione Teatrale" non raggiungendo, però, la soglia minima di qualità artistica, pari a dieci punti. La domanda è stata pertanto respinta”.

Il Ministero evidenzia come la normativa preveda che ''Nel primo anno del triennio di riferimento, qualora il progetto triennale non raggiunga la soglia minima di ammissibilità qualitativa l'Amministrazione, sentita la Commissione consultiva competente per materia, può valutare la possibilità di ammettere a contributo il predetto progetto a titolo diverso da quello richiesto, qualora le caratteristiche soggettive dell'organismo richiedente o l'oggetto del progetto possano essere diversamente classificate nell'àmbito delle attività considerate dal presente decreto". Pertanto il Ministero ha invitato l'Ente teatro a riformulare la domanda ad altro titolo, ovvero nel settore degli "Organismi di programmazione" tipologia per la quale l'organismo era stato già finanziato nel triennio 2015/2017.

Nella risposta il sottosegretario ricorda i criteri usati dal Ministero per l’assegnazione delle risorse del Fondo evidenziando come la presentazione dell’istanza non corrisponda alla certezza del contributo soprattutto se non si raggiunge la soglia minima dei 10 punti.

Negli ultimi anni il Teatro di Messina- prosegue il sottosegretario Vacca- è stato ammesso ai contributi FUS per il triennio 2018/2020 con un punteggio pari a 11,50 relativo al progetto triennale presentato a preventivo, corredato dal programma di attività per la prima annualità. Evidenziato quanto sopra, non può non rilevarsi che il decreto non prevede sostegni o finanziamenti per opere di ristrutturazione, giacché i contributi FUS sono destinati al sostegno delle attività progettuali di produzione, programmazione, promozione nei diversi ambiti dello spettacolo al vivo. I finanziamenti finalizzati alle attività di manutenzione ordinaria e straordinaria a cui l'interrogazione fa riferimento, si collocano in base ad altre disposizioni legislative che esulano dalle erogazioni a valere sui Fondi FUS. Al fine, comunque, di reperire le risorse finanziarie necessarie, si ritiene utile che l'Ente attivi il meccanismo del c.d. Art Bonus quale sostegno del mecenatismo a favore del patrimonio culturale che consente a chi effettua erogazioni liberali in denaro per il sostegno della cultura di godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito imposta. Occorre, infatti, al fine di reperire risorse, favorire la massima collaborazione tra pubblico e privato per la cultura.Oltre ai benefici fiscali, il coinvolgimento dei privati (siano essi cittadini, imprese… ) rappresenta un plusvalore: la scelta dell'opera da restaurare ha infatti un valore partecipativo e soprattutto pedagogico”.

In sintesi il Ministero allarga le braccia e invita il Teatro a rivolgersi ai privati…

Puntuale la replica di Matilde Siracusano: "Apprezzo la risposta fornita dal governo ma ribadisco che il Teatro non deve rischiare di annaspare o sopravvivere ma vivere"

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