Si aggiunge un nuovo capitolo alla vicenda dell'Acr. Lunedì sarà sentito dai magistrati l'ex presidente Sciotto, che ha presentato un esposto
di Marco Olivieri
MESSINA – Nulla di sorprendente. L’apertura di un’inchiesta, da parte della Procura, sulla vicenda dell’Acr Messina è l’ennesimo capitolo (scontato) di un pasticcio da tutti i punti di vista. Dopo essere stati sentiti dai magistrati, come “persone informate sui fatti”, il presidente Alaimo, l’ex allenatore Banchieri e il segretario Failla, lunedì 28 aprile tocca all’ex presidente Sciotto. Quest’ultimo ha anche presentato un esposto in merito a “pressioni” per vendere la società. Allo stato attuale, non ci sono indagati.
Ma l’eventuale caso giudiziario è solo un nuovo tassello di un disastro d’immagine e di sostanza impossibile da non rilevare in tutte le sue sfaccettature. Come è normale che sia, l’apertura delle indagini esplorativa, con il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e il sostituto Fabrizio Monaco, arriva dopo una serie di (tante) dichiarazioni e pochi (ma paradossali) fatti. Situazioni che rischiano d’aggravare le insicurezze di una città alla ricerca di sé stessa. Della sua vocazione, dei suoi progetti identitari.
Una città sfiduciata, un mistero buffo e tragicomico, la necessità per Messina di ripartire
Anche quando le idee e i progetti ci sono, è come se alla città dello Stretto mancasse la fiducia in un futuro migliore. 40 anni di deprezzamento economico e sociale hanno sfibrato una Messina che pure ha potenzialità e risorse per riprendersi, purché ci sia una visione organica e non si perda di vista la possibilità di ripartire.
L’importanza di una seria progettazione
Allora, mentre è indispensabile conoscere l’entità della situazione debitoria, il capitolo tragicomico del Messina calcio diventa la metafora di una realtà cittadina in cerca di prospettive meno incerte. L’auspicio è che questo mistero buffo ceda il posto a una nuova attitudine a una seria progettazione. E che un futuro, o partendo da zero o superando l’attuale impasse, sia ancora possibile.
L’importante è che la verità delle azioni non sia sostituita da illusioni e affermazioni prive di fondamento. Per la farsa, abbiamo già dato. Messina, sia la società calcistica sia la città, ha bisogno di un bagno di realtà. Solo poggiando su basi solide, come punto di partenza, sarà possibile sognare.

Le vicende societarie di Messina calcio non possono fare parte delle stesse vicende che hanno segnato le sorti della città,della comunità,semmai potrebbero avere un rapporto che è difficile segnalare come causa o come effetto.Forse è soltanto un punto di partenza risolvere o svelare la vicenda sportiva.Ma sarebbe più logico cominciare a togliere il velo su ciò accade alla città,e,per riflesso,alla comunità.Abbiamo consegnato la città ad un gruppo fantasma,che la gira come una frittata dove hanno messi ingredienti maleodoranti.Questa città ci è sfuggita di mano,tutte le sue vicende ci sono state estranee.Perchè estranei erano coloro che ne hanno determinate le sorti.Tutto è passato sopra le nostre teste,ignoranti e colpevoli,se non complici. Ci si augura che svelare gli accadimenti della Messina calcio sia il primo accadimento che squarci le grandi nubi che si sono addensati.Troppi e rilevanti sono altri misteri su cui non si è fatta piena luce.Compito del giornalismo è quello di tenere accese le luci : niente accade per caso.
In questa città quando qualcosa non va e la si butta subito in politica,per questo ci sono le elezioni.Il sig. Sciotto,che fa anche denunce,farebbe bene a ricordarsi che otto anni fa nessuno gli ha messo una pistola alla tempia perchè si prendesse il Messina da solo,è stata una sua scelta.La scellerata gestione degli otto anni del sig. Sciotto,ha portato la tifoseria a stancarsi e non andare più allo stadio,ed ha chiedere di cedere la società.Solo che il sig. Sciotto,invece di scegliere persone che potessero gestire tranquillamente l a società,ha scelto chi secondo lui gli avrebbe potuto garantire 2 milioni,illudendosi di questo,e di scrollarsi i debiti,ha ceduto a dei nullatenenti,che avevano già fatto fallire una società in Belgio.Quindi chi è causa del suo mal pianga se stesso.